9 dicembre forconi: DRAMMA incalcolabile. VENEZUELA, un paese alla fame totale

lunedì 23 luglio 2018

DRAMMA incalcolabile. VENEZUELA, un paese alla fame totale


I giornali vivono di mode. Tendono a pubblicare e dare maggior visibilità alle notizie “che tirano” e spesso abbandonano certe analisi che meriterebbero la giusta attenzione.
Di questo argomento, in realtà, ci siamo già occupati in passato e sui TG le notizie sulla questione erano anche passate. Ma poi tutto è finito nel dimenticatoio, compici le beghe politiche italiane, le follie di Trump e l’arrivo di Cristiano Ronaldo.
E allora ci provo io a suscitare un po’ di interesse su un problema, credetemi, GRAVISSIMO.
E qui vi dimostrerò il perché.
Parliamo di Venezuela.
E partiamo da una slide banale ma efficace.
Già capire quali sono i dati realistici è dura, ma andiamo su quello che dovrebbe essere affidabile. Un’inflazione che è calcolata al 46300 %. Tanto per intenderci, un tozzo di pane subisce più che un raddoppio di prezzo giorno dopo giorno. Follia pura. E poco riesce a fare la banca centrale, ormai la situazione è fuori controllo.
E il bolivar ormai è peggio della carta igienica, visto che quest’ultima manca e almeno serve a qualcosa…
Il grafico qui sopra vi illustra il cross USDVEF ufficiale. Da inizio anno la svalutazione è pari al 33000%. Beh, che dire, nell’assurdo ci sta, visto che prima parlavamo di un’inflazione anche maggiore. Ma attenzione, questo è il cambio ufficiale. In realtà questo sotto illustrato è il cambio che conta tra la gente, quello del mercato nero. E vedrete che è nulla confronto a quanto visto prima…
Beh, non 120.000 Bolivar per un USD, ma ben…ehm…752.000 Bolivar per un USD. A inizio anno il cambio era pari a 10 Bolivar per USD.
Permettetemi, chissenefrega della borsa e delle obbligazioni. Qui stiamo parlando di gente che sta morendo di fame, di una catastrofe umanitaria che è imparagonabile con le note vicende migratorie italiche.
Per farvi capire cosa sta accadendo, leggete qualche appunto.
Il Comando operativo strategico delle forze armate venezuelane, Ceofanb, ha annunciato il 13 luglio l’arrivo di una delegazione della nave ospedale della Marina cinese con un comunicato che recitava: «Rafforziamo i legami attraverso alleanze strategiche di cooperazione militare, la Direzione per le operazioni congiunte del Ceofanb (Comando operativo strategico delle forze armate venezuelane) si riunisce con una commissione dalla nave ospedale della Repubblica Popolare Cinese, al fine di coordinare i dettagli dell’operazione combinata». (Source
Io fornisco mezzi sanitari in cambio di pozzi petroliferi, nulla ti regala niente, ma tutto questo è una manna dal cielo per la popolazione Venezuelana. Anche se è troppo, troppo poco.
(…)«La situazione in Venezuela è un disastro. Avere la più alta inflazione nel mondo, dopo quattro anni consecutivi, sta facendo sì che il salario minimo mensile dei venezuelani sia il più basso del mondo: meno di un dollaro al mese! Non c’è economia che sopravviva a questa situazione. C’è uno scoraggiamento diffuso nella società e c’è il desiderio di andare in altri Paesi». Padre Josè Manuel Cicuéndez, spagnolo, è arrivato in Venezuela nel 1999 quando saliva al potere Hugo Chavez. Ha vissuto, quindi, diverse stagioni, compresa l’ultima, quella più drammatica. «Il governo, sostenuto dai militari, ha il pieno controllo del potere nel paese: esecutivo, giudiziario e legislativo. Il presidente Maduro ha poteri assoluti e può dettare legge senza consultare l’assemblea legislativa. Dall’altra parte, l’opposizione è divisa e indebolita: molti dei suoi leader sono imprigionati. Non c’è un progetto alternativo. La cosa più dolorosa è che, nonostante tutto il potere, il governo non è in grado di trovare soluzioni ai problemi della nazione: inflazione alle stelle, mancanza di cibo e medicine, violenza e impunità, corruzione… La sua unica ossessione è rimanere al potere». (…) [Source
Queste sono pillole che cercano di farvi capire il dramma venezuelano. Un dramma vero che non vede soluzione se non con qualche mossa drastica. Però i media e l’interesse popolare ed economico è orientato altrove. Come sempre.
(…) Il Venezuela è vuoto. I suoi negozi sono privi di merci da vendere, le case non sono abitate, nei corridoi degli edifici scolastici non corrono bambini. Le strade, anche loro, sono desolate. Non è solo un’impressione quella che ha avuto la fotografa Mariana Vincenti(venezuelana e trasferita a New York), quando insieme alla giornalista Valeria Pedicini ha deciso di raccontare l’aspetto più silenzioso della migrazione di massa causata dal crollo economico del Venezuela. Si stima che siano oltre due milioni le persone che hanno lasciato il Paese negli ultimi due anni. Cinquecentomila nei primi sei mesi del 2018, un dato destinato a crescere. (…) [Source

Fonte: qui

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