LA SOSPENSIONE FIRMATA DA CARLA DI FRANCESCO, SEGRETARIO GENERALE DEL MIBACT, NEL 2014 A SUA VOLTA INDAGATA PER 18 APPALTI CHE FAVORIRONO LA DITTA DEL SUO COMPAGNO. MA DI FRANCESCO NON È STATA SOSPESA DAL MINISTERO. E LA SUA POSIZIONE È STATA POI ARCHIVIATA DALLA GIUSTIZIA
Carlo Alberto Bucci per la Repubblica - Roma
La superdirettrice della Galleria Borghese accusata di assenteismo rimossa senza neppure l' esito del primo grado.
La Galleria Borghese, perla del sistema museale dello Stato, sta per restare senza la sua direttrice, Anna Coliva. La studiosa, l' unica confermata nel ruolo dopo la riforma Franceschini del 2016, sta per essere sospesa per 60 giorni dal ministero Beni culturali. La dirigente è a processo a Roma per truffa aggravata: in 12 giorni del 2014 si sarebbe allontana per 40 ore e 59 minuti senza aver timbrato il cartellino, cosa che era obbligata allora a fare essendo funzionaria con mansioni di direttrice.
La prima udienza si è tenuta a fine febbraio. E il ministero un mese dopo ha aperto il procedimento di sospensione. Un atto dovuto. Cui spesso segue però la prassi, non scritta, di congelare il provvedimento: in attesa della sentenza.
Questa era la linea presa dal Collegio romano all' indomani dell' uscita della notizia, su Repubblica del 9 febbraio, dell' iscrizione di Coliva nel registro degli indagati. Invece, con largo anticipo sui 60 giorni previsti come tempo massimo per la conclusione di un procedimento disciplinare, l' ufficio del personale ha predisposto la sospensione della direttrice della Borghese: due mesi a casa, senza stipendio.
Coliva, difesa in tribunale dall' avvocato Alessandro Diddi, ha dichiarato più volte la propria innocenza, ricordando che in molte di quelle ore di quattro anni fa che le sono contestate per assenteismo, si trovava invece in ferie. Oppure a un convegno su Bernini, artista- simbolo della casa-museo che la studiosa dirige.
La raccomandata con la sospensione è stata firmata da Carla Di Francesco, segretario generale del Mibact, nel 2014 a sua volta indagata per 18 appalti che favorirono la ditta del suo compagno, Giuliano Mezzadri, nella ricostruzione post terremoto dell' Emilia Romagna (di cui era allora direttore regionale).
Ma Di Francesco non è stata sospesa dal ministero. E la sua posizione è stata poi archiviata dalla giustizia. Anche Federica Galloni, direttore generale in pole per il posto di segretario generale visto che l' attuale sta per andare in pensione, è rimasta al suo posto quando nel 2009 è stata indagata per l' espatrio di un mobile Luigi XV del valore di 15milioni. E nel 2013 è stata assolta perché il fatto non sussiste. È quanto è certa di dimostrare Coliva in tribunale.
Alla direttrice della Borghese il congelamento della sospensione non sarebbe però stato concesso. Sta infatti per essere ufficialmente sospesa. Una decisione che il Mibact ha preso, ad esempio, nel 2017 per Adele Campanelli, direttrice del Parco archeologico dei Campi flegrei: ma, in quel caso, la dirigente era finita agli arresti domiciliari per turbativa d' asta per aver, sostiene l' accusa, favorito aziende vicine al clan dei Casalesi.
I collaboratori di Coliva la descrivono tranquilla anche se intimamente provata dall' accusa infamante. La Galleria deve ora approvare il bilancio e mandare avanti la mostra su Picasso scultore prevista per ottobre. Ma senza guida.
Fonte: qui
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