In questi giorni il prezzo dell’oro continua a lateralizzare, segnale che suggerisce una certa attesa da parte degli investitori per quanto riguarda la decisione prossima della FED su un eventuale rialzo dei tassi il mese prossimo. In questo contesto è possibile “giocare” con un certo anticipo su questa informazione, perché come documentato spesso su questo blog, la FED sta lasciando che i tassi salgano e non ha controllo su di essi. Il 30 novembre infatti usciranno i dati riguardanti la PCE di base, indicatore preferito dalla FED per quanto riguarda l’impostazione della sua politica monetaria. I numeri della disoccupazione, mascherati dall’ascesa strabordante del part-time, le hanno permesso di cantare vittoria su quel fronte; l’unico che ancora rimane aperto è quello sull’inflazione dei prezzi. Il dato monitorato e preferito dalla FED è la spesa al consumo personale di base (PCE core) misurata annualmente, ed è in questo dato che desidera ardentemente raggiungere il fantomatico 2%. Ora, se giovedì questo dato risulterà superiore o uguale all’1.6%, allora è praticamente sicuro che la FED rialzerà i tassi a dicembre e l’oro continuerà a lateralizzare. Se invece sarà dell’1.3% o inferiore, allora è assai probabile che non ci sarà alcun rialzo dei tassi a dicembre e l’oro vedrà uno spike nel prezzo. Comprare oro adesso e speculare su queste informazioni rappresenta un buon modo per staccare profitti nel breve termine; nel primo caso, invece, è possibile smobilitare la posizione senza paura di perdite. Per quanto riguarda il medio/lungo termine, invece, segnali di un breakout sono tutti presenti oltre a diversi catalizzatori che ne alimenteranno il rally del prezzo.
Quando la FED ha rialzato i tassi d’interesse lo scorso dicembre, molti credevano che l’oro sarebbe crollato. Ma non è successo.
L’oro ha toccato il fondo il giorno dopo il rialzo dei tassi, poi ha ripreso a muoversi in alto.
Per inciso, la stessa cosa è successa dopo il tightening della FED a dicembre 2015. L’oro poi nel primo trimestre del 2016 avrebbe sfoggiato uno dei suoi migliori trimestri in 20 anni. È stato molto interessante vedere l’oro salire nonostante i venti contrari della FED.
Nel frattempo, l’oro ha retto bene quest’anno.
Normalmente quando i tassi salgono, il dollaro si rafforza e l’oro si indebolisce. Di solito si muovono in direzioni opposte. Com’è possibile, quindi, che l’oro salga di prezzo quando la FED sta assumendo una posizione più ristretta e il dollaro è più forte?
Questo mi suggerisce che ci sono altre storie che si stanno sviluppando dietro le quinte.
Significa che non possiamo limitarci a guardare solo il dollaro. Il dollaro è un importante motore del prezzo dell’oro, senza dubbio, ma lo sono anche i fondamentali economici come l’offerta e la domanda nel mercato dell’oro fisico.
Viaggio costantemente e sono stato a Shanghai per incontrare i più grandi dealer cinesi in oro. Sono stato anche in Svizzera, non molto tempo fa, ad incontrare raffinatori e dealer in oro.
Ho sentito le stesse storie sia in Svizzera che a Shanghai: ci sono carenze di oro fisico e i raffinatori stanno avendo problemi a procurarselo. I raffinatori hanno liste d’attesa chilometriche e non riescono a trovare l’oro di cui hanno bisogno per mantenere le loro operazioni di raffinazione.
E le scoperte di nuovi giacimenti d’oro sono poche e lontane tra loro, quindi la domanda sta superando l’offerta. Ecco perché alcune delle opportunità che abbiamo scoperto tra i cercatori d’oro sono così attraenti in questo momento. Una buona scoperta può far fare fortuna agli investitori.
Il mio punto è che le carenze fisiche sono diventate un problema. Questo è un elemento motore importante per i prezzi dell’oro.
C’è un’altra ragione per credere che l’oro adesso potrebbe essere in un trend rialzista di lungo termine.
Per capirla, dobbiamo prima mettere in prospettiva il lungo calo dei prezzi dell’oro dal 2011 al 2015. La migliore spiegazione che ho sentito è arrivata dal leggendario investitore, Jim Rogers. Secondo lui l’oro arriverà a $10,000 l’oncia, cosa che anch’io ho previsto.
Ma Rogers sottolinea che nessuna commodity passa mai da un minimo ad un massimo senza un ritracciamento del 50% lungo la strada.
L’oro ha toccato il fondo a $255 l’oncia nell’agosto del 1999. Da lì è salito decisamente più in alto e stiamo parlando di una salita del 650% fino a raggiungere un picco vicino ai $1,900 l’oncia nel settembre 2011.
Quindi l’oro è salito di $1,643 l’oncia dall’agosto 1999 al settembre 2011.
Un ritracciamento del 50% di questo rally richiederebbe $821 in meno sul prezzo: $1,077 l’oncia a ritracciamento finito, cifra quasi uguale a quella raggiunta il 27 novembre 2015 ($1,058 l’oncia).
Ciò significa che ci siamo lasciati dietro le spalle il ritracciamento del 50% e l’oro sta percorrendo una strada che l’anno prossimo vedrà nuovi massimi storici.
Perché gli investitori dovrebbero credere che l’oro non finirà nuovamente scaraventato a terra?
La risposta è che c’è una distinzione importante tra l’azione dei prezzi 2011-15 e ciò che sta accadendo ora.
Il calo quadriennale ha seguito un modello chiamato “alti inferiori e minimi inferiori”. Mentre l’oro saliva e poi scendeva, ogni picco era più basso di quello precedente e ogni calo era più basso di quello precedente.
Dal dicembre 2016 sembra che questo mercato orso si sia invertito. Ora vediamo “alti più alti e minimi più alti”, segnali di un trend rialzista generale.
Il 24 febbraio 2017 il punto massimo di $1,256 l’oncia è stato superiore al precedente massimo del 23 gennaio 2017, pari a $1,217 l’oncia.
Il minimo del 10 maggio a $1,218 l’oncia è stato superiore al precedente minimo del 14 marzo a $1,198 l’oncia.
Il massimo del 7 settembre a $1,353 è stato superiore al massimo del 6 giugno a $1,296. E il minimo del 5 ottobre a $1,271 è stato superiore al minimo del 7 luglio a $1,212.
Naturalmente questa nuova tendenza ha meno di un anno e non è deterministica. Malgrado ciò è un segno incoraggiante, se considerato insieme ad altri fattori rialzisti.
Ma, cosa ancora più importante, l’oro ha mantenuto questo trend nonostante i tassi d’interesse più alti.
Questo fatto mi suggerisce che stiamo assistendo ad una fuga verso la qualità, il che significa che le persone stanno perdendo fiducia nelle banche centrali di tutto il mondo. Si rendono conto che sono a corto di polvere da sparo asciutta. Per otto anni hanno stampato denaro e hanno mantenuto i tassi vicini allo zero o negativi, ciononostante questa strategia non è ancora riuscita a stimolare l’economia nel modo in cui vogliono.
Quindi l’oro è salito in quello che considererei un ambiente difficile con tassi più alti.
La domanda è: dove andrà l’oro da qui?
I mercati scommettono che al 100% la FED rialzerà i tassi il mese prossimo.
Non sono d’accordo. E infatti sono scettico perché i dati sull’inflazione sono deboli. Prima della riunione del 13 dicembre ci sarà la pubblicazione dei dati sulla PCE di base, prevista per il 30 novembre.
Se la cifra è calda, ad esempio, pari all’1.6% o superiore, ciò confermerà l’opinione della Yellen secondo cui la debolezza dell’inflazione era “transitoria” e giustificherebbe un rialzo dei tassi a dicembre.
Dall’altra parte, se questa cifra risulterà debole, ad esempio 1.3% o meno, ci sono buone probabilità che la FED non rialzi i tassi a dicembre. In tal caso, gli investitori dovrebbero aspettarsi un’inversione rapida e violenta dei trend recenti.
I mercati hanno valutato un dollaro forte e prezzi dell’oro e delle obbligazioni più deboli in base all’aspettativa di un rialzo dei tassi a dicembre. Se questo rialzo dei tassi non ci sarà a causa di dati deboli sull’inflazione, assisteremo ad un forte rally in obbligazioni e oro.
L’ultima volta che l’oro è stato venduto furiosamente risale alla notte delle elezioni negli Stati Uniti, quando Stan Druckenmiller ha venduto tutto il suo oro. È naturale che il prezzo scenda quando qualcuno scarica una tale quantità d’oro come quella posseduta da lui.
Questa mossa riflette un cambiamento nel sentimento.
Quello che Stan diceva era molto interessante: “Tutte le ragioni per cui avrei dovuto possedere oro sono sparite, proprio perché Trump è stato eletto presidente”.
In altre parole, stava assecondando la teoria secondo cui Hillary Clinton avrebbe rappresentato un danno per l’economia e le politiche di Donald Trump si sarebbero dimostrate utili. Se all’orizzonte stava facendo capolino una forte crescita economica, allora non sarebbe servito oro per proteggersi. Quindi ha venduto il suo oro e ha comprato azioni ipotizzando che l’economia sarebbe cresciuta sotto Trump.
Ma all’inizio di quest’anno Stan ha detto che sarebbe tornato sui suoi passi. Ciò significa che le persone stanno riconsiderando i presunti benefici sventolati da una presidenza Trump. La riforma fiscale è ancora un grande punto interrogativo; e quand’è l’ultima volta che avete sentito una parola sulla spesa per infrastrutture?
Gli investitori torneranno a comprare oro una volta che la realtà non potrà più essere ignorata. Aggiungeteci le crescenti tensioni geopolitiche in Asia e in Medio Oriente, e il futuro dell’oro è davvero luminoso.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: francescosimoncelli.blogspot.it
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