Fiesta Grande a Rimini per l’incoronazione di Di Maio, primo presidente dell’impero dei 5 Stelle, l’Imperatore resta, volenti o nolenti,Beppe Grillo. Cosa farà lo “sfaccendato” Giggino, definizione del governatore De Luca, non lo sappiamo, probabilmente non lo sa neppure lui. E’ un problema che hanno tutti i movimenti che passano dalla fase di lotta a quella di governo e dall’allegra anarchia, alla gerarchia. Del resto che cosa accadrà non lo sanno neppure i partiti tradizionali, che a giudicare dal casotto anti-grillino che si legge e si vede in Tv, devono essere assai preoccupati. Vediamo se i timori agitati oggi, sono più realistici, degli eccessivi entusiasmi di ieri.
Si dice che Di Maio non ha l’esperienza per governare.
Probabilmente è vero, ha trent’anni anni, un’età in cui molti giovani, se non raccomandati o non emigrati, iniziano lavori precari, insomma è in linea con i suoi coetanei, certo come canterebbe Bennato “Giggino è contento non si è mai laureato” e questo non depone a favore, ma non è così grave. Il ministro della Pubblica Istruzione, Fedeli, non si è neppure diplomata e molti giovani del Pd come unico lavoro conoscono quello di assessore, compreso il figlio di De Luca, il censore di Giggino. Semmai Di Maio per rappresentare un movimento di rottura, è troppo paraculo, vedi Cernobbio e il bacio alla teca col sangue di S Gennaro, non sembra un genio, ma non lo è neppure Renzi, di cui si cantano sulla Tv di Stato le lodi di statista, pure ora che sembra un pugile suonato. Almeno pare che il grillino tenga una famiglia più tranquilla.
Certo i grillini non stanno dando grandi prove amministrative, ma riconosciamo che hanno ereditato situazioni fallimentari, come Livorno, Roma e prima Parma e non è detto che ne escano male, il tempo è galantuomo, soprattutto per chi non ruba.
Pure a Roma, dove hanno il massimo dei problemi e il cavallo più debole, giudico che stiano facendo meglio di chi li ha preceduti, che la Capitale l’hanno distrutta, lasciandola in un mare di debiti, corruzione e appalti truccati, per ora la Raggi se non fa nulla di buono, non fa neppure nulla di male. Per loro fortuna non vinceranno in Sicilia, dove il Pd e Crocetta cercano di comprare i voti, con ottanta euro ai ventiduemila forestali, più del Canada, se l’esperienza di governo è questa, meglio la Raggi.
Confesso per evitare fraintendimenti, che non sono grillino, ma neppure porto il pensiero all’ammasso e dico che se i grillini fanno paura per la loro inadeguatezza, gli altri partiti fanno schifo per come hanno governato fino ad ora. Per questo non vorrei che i grillini diventassero come gli altri, anche se mi rendo conto che difficilmente accederanno al governo. La loro diversità sarebbe uno stimolo al cambiamento, una possibilità di rompere il duopolio del potere, del resto il mestiere si impara, l’onestà no, devi avercela nel codice genetico. Certo non tutti i politici sono ladri, ma il sistema favorisce i corrotti. Allora, dopo la Fiesta Grande, suoni la Campana per Di Maio e sebbene non scaldi gli animi, sebbene sembri un ragiunat, gli auguriamo di sorprenderci in positivo, il Paese ne ha bisogno.
Fonte: qui
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