9 dicembre forconi: rider
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sabato 19 maggio 2018

MA ALLORA ANCHE A MILANO CI SONO LE BUCHE - IL RIDER CHE HA PERSO UNA GAMBA, CADENDO SULLA STRADA SCONNESSA E FINENDO SOTTO UN TRAM.

GLI AMICI RIVELANO CHE IL COMUNE SUBITO DOPO L'INCIDENTE HA RIPARATO LA STRADA. COSÌ NEL PROCESSO SARÀ PIÙ DIFFICILE STABILIRE LA COLPA DELL'AMMINISTRAZIONE 

LUI: ''NON È COLPA DELL'AUTISTA DEL TRAM, MA NEANCHE MIA. ECCO COME È ANDATA''

Elisabetta Andreis per il ''Corriere della Sera''

Ama la musica, aveva un grande disco di vinile tatuato sul polpaccio destro.
incidente tram rider milanoINCIDENTE TRAM RIDER MILANO
Quello che gli hanno amputato dopo il tragico incidente di giovedì pomeriggio. Era in scooter, aveva appena consegnato un pasto per Just Eat, a Milano. È caduto per strada, mezza gamba è rimasta sotto ad un tram. Francesco Iennaco, 28 anni, di professione rider, cerca di rassicurare in video-chat il fratellino che sta a Torre Annunziata: «Del vinile non è rimasto niente. Ma tranquillo, il dragone è ancora vivo», dice, mostrandogli con mezzo sorriso il tatuaggio che ha sulla spalla.

Nelle prime ricostruzioni si è ipotizzato che lui, per la fretta, stesse superando un tram in modo azzardato, sulla sinistra, mentre un altro arrivava in senso contrario. A questa versione però Francesco si oppone, dal letto d' ospedale, con una forza e una grinta che solo certi ragazzi sanno avere.
francesco iennacorider milanoFRANCESCO IENNACORIDER MILANO

«Non andavo di fretta. E non ho fatto nessun sorpasso.
La verità è che sono caduto per colpa delle pessime condizioni della strada - ribatte -. Con il mio scooter ero dietro al tram. A destra della rotaia c' era una buca, al centro i masselli erano tutti sconnessi. Allora mi sono portato appena a sinistra, ma c' era una buca anche lì, ho perso l' equilibrio e sono caduto mentre il tram arrivava dall' altra parte.
Il motorino mi ha fatto da scudo ma mezza gamba è finita sotto».

La dinamica dei fatti non sarà banale da ricostruire. Anche perché due ore dopo l' incidente gli operatori del Nuir, il Nucleo interventi rapidi, chiamati dalla Polizia locale, erano al lavoro per sistemare i masselli e colmare le buche, come testimoniano i video girati da un suo collega rider, che era andato sul luogo per recuperargli il cellulare.

«Hanno rimesso subito a posto la carreggiata che era sconnessa in modo pericoloso da tantissimo tempo», conferma una negoziante che ha assistito alla scena. Dal Comune aspettano di avere la relazione completa ma anticipano che a volte, dopo incidenti gravi, gli uomini del Nucleo Interventi Rapidi vanno sul posto per controlli.

incidente tram rider milanoINCIDENTE TRAM RIDER MILANO
Famiglia campana, primo di tre fratelli, Francesco è sempre stato un grande sportivo. Da adolescente era campione italiano di nuoto per salvamento, aveva il sogno di fare il bagnino. Poi invece gli studi, la Marina e infine, due anni fa, la venuta a Milano, per lavorare.

«A differenza dei tremila rider che schizzano da una parte all' altra della città per guadagnare di più, sono fortunato. Ho un contratto annuale, da dipendente, 1.500 euro netti al mese fissi, con l' assicurazione e le tutele minime, anche se spesso lavoro fino a tarda notte», spiega.

Inquadrato come fattorino presso un laboratorio di cucina partner di Just Eat nei fatti è dispacher, smista e organizza gli ordini per le consegne a domicilio e solo quando serve esce dall' ufficio. Giovedì, verso le 14.30, aveva portato le pizze fuori Milano e stava tornando al laboratorio per finire lì il suo turno. In via Montegani la tragedia. I colleghi sono stati con lui, in una catena solidale, finché sono accorsi i genitori da Torre Annunziata.
il comune ripara le buche sulle rotaie a milanoIL COMUNE RIPARA LE BUCHE SULLE ROTAIE A MILANO
Ha ancora in corpo l' adrenalina dello spavento, l' effetto calmante delle medicine. La botta vera arriverà poi. Ma lo sguardo positivo, nessuno glielo toglie. Aspetta una ex fidanzata («Non ci vediamo da tanto, ma la penso...») e spera di trovare un senso a tutto questo: «Spero che adesso aumentino le tutele ai rider che non le hanno e che migliorino le condizioni delle strade».

E il tramviere che l' ha investito? È in ospedale anche lui, ricoverato in stato di choc, e poco dopo l' incidente ha preso un pugno in faccia da un passante, poi sparito. «Il macchinista non ha colpa - dice Francesco -. Non ha fatto in tempo a frenare. La verità è che siamo tutti un po' stanchi».

Fonte: qui

venerdì 13 aprile 2018

SCONFITTI I FATTORINI DEL CIBO. PORTARE IN BICICLETTA PIZZA A DOMICILIO NON VUOL DIRE ESSERE LAVORATORI DIPENDENTI

“FOODORA” VINCE LA CAUSA A TORINO 

PRIMA SENTENZA SULLA “GIG ECONOMY”

Federico Cravero per la Repubblica

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Consegnare pizze, noodles e gelati a domicilio non è un vero lavoro. Girare in bicicletta con uno zaino termico fucsia prendendo ordini da un' app sullo smartphone resta uno degli esempi più evidenti dei " lavoretti" della gig economy e, secondo il tribunale del lavoro di Torino, non può essere considerato alla stregua di un rapporto di lavoro subordinato.

La sentenza pronunciata ieri dal giudice Marco Buzano spegne con poche parole - «La corte respinge la domanda e compensa le spese» - la speranza di un' intera generazione, che guardava con ansia alla prima causa in Italia intentata da sei fattorini contro Foodora, la multinazionale tedesca del food delivery.

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Dopo gli scioperi, nonostante continuassero a dare la loro disponibilità sulla piattaforma che gestisce turni e consegne, i sei non erano più stati chiamati a lavorare. « Siamo stati licenziati perché il nostro era un vero lavoro subordinato », hanno provato a rivendicare, chiedendo anche 20mila euro di risarcimento ciascuno e cento euro per ogni giorno lavorato senza le adeguate misure di sicurezza sul lavoro.

«Non hanno fatto nemmeno una visita medica per vedere che non ci fossero problemi di salute » , denunciano gli avvocati Sergio Bonetto e Giulia Druetta, che con argomentazioni suggestive hanno descritto le condizioni « di sfruttamento » dei rider, « pagati la metà di un voucher, senza le minime tutele di sicurezza sul lavoro, controllati nei loro spostamenti attraverso il gps del cellulare, discriminati se protestavano » .

FOODORA TORINOFOODORA TORINO
Hanno evidenziato come, attraverso l' applicazione, le biciclette venissero rintracciate sempre e ovunque, seguite nei percorsi fatti verso i ristoranti e i clienti, controllate nella velocità media al punto da redigere le classifiche delle migliori performance. E nelle battute finali di un' udienza pubblica alla quale hanno partecipato in solidarietà decine di rider, hanno anche portato coloriti esempi di come quello delle consegne a domicilio fosse un impiego inquadrato dentro schemi gerarchici precisi, senza l' autonomia che ci si potrebbe aspettare da un rapporto di collaborazione.

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I legali hanno letto stralci della chat aziendale in cui, senza troppi convenevoli, si chiedeva a un fattorino: «Non riesci a consegnare con il copertone bucato? » e a un altro che diceva di stare male si rispondeva: «Ho bisogno di tutti stasera » . Ma da quelle stesse chat gli avvocati di Foodora Paolo Tosi, Ornella Girgenti e Giovanni Realmonte hanno estrapolato i passaggi in cui ai fattorini era concesso di assentarsi senza preavviso, di cambiare turno senza preoccuparsi di chi dovesse sostituirli. Come, appunto, ci si aspetta da un lavoratore autonomo, anche se, ammettono, «stiamo parlando di un mondo completamente nuovo ».

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«Leggeremo le motivazioni e faremo appello - commenta l' avvocato Bonetto - Ma certamente questo pronunciamento porta indietro di ottant' anni i diritti dei lavoratori, ammettendo che si possa lavorare a cottimo in sella a una bicicletta senza alcuna tutela se non un caschetto messo a disposizione dall' azienda».

Fonte: qui