L'EX IDEOLOGO 5 STELLE: "UN'ALLEANZA TRA PD E M5S È INNATURALE. GIANROBERTO CASALEGGIO DICEVA CHE AVREBBE LASCIATO PUR DI NON ALLEARSI AI DEM"
E POI ELENCA GLI ERRORI DI SALVINI E DI MAIO…
E. Bu. per il Corriere della Sera
«Non ho la sfera di cristallo, ma se dovessi azzardare un' ipotesi, direi che la crisi finirà con un nuovo accordo tra Lega e 5 Stelle»: a parlare è Paolo Becchi, uno che conosce bene e da vicino entrambi i mondi. Ideologo del M5S ai tempi di Gianroberto Casaleggio, poi passato a sostenere la linea sovranista, al punto da salire sul palco con Matteo Salvini, Becchi - autore di Italia sovrana (Sperling & Kupfer) - è convinto che alla fine si tornerà all' esecutivo gialloverde.
Perché, professore?
«Semplicemente perché un' alleanza tra Pd e M5S è innaturale. Il M5S è post-ideologico, non si può schierare con una forza di sinistra: verrebbe meno il suo ruolo. Nascerebbe un nuovo partito di sinistra, tipo Podemos, ma non sarebbe più il M5S. Anche Gianroberto Casaleggio sosteneva che piuttosto che fare un governo con il Pd sarebbe uscito dai 5 Stelle».
Mi scusi, ma il matrimonio con la Lega è finito. E anche male.
«Nei matrimoni accade di separarsi e poi di ritrovarsi: succede nelle vita privata, non vedo perché non possa accadere anche in quella politica».
Come potrebbe avvenire una riconciliazione?
«Matteo Salvini dovrebbe dire durante le consultazioni e pubblicamente che è pronto a sostenere un governo guidato da Luigi Di Maio. Il capo dello Stato, sentito il leader M5S, non potrebbe non tenere conto dell' esistenza di una maggioranza solida».
Ma lei ha sentito Salvini e Di Maio? Che ha detto loro?
«Certo, li ho sentiti, ma sono una persona riservata e non mi va di raccontare i contenuti delle mie conversazioni. Le posso dire che ho fatto presente a loro la mia posizione, ossia che esiste una possibilità di conciliazione, ripartendo con un nuovo governo, una nuova squadra».
E i dieci punti elencati da Di Maio?
«Guardi, sono già nel contratto di governo. Basterebbe rivedere le priorità».
Secondo lei che cosa hanno sbagliato?
«Gli errori li fa solo chi lavora, chi prova a cambiare».
Salvini che errori ha fatto?
«Pensava di poter tornare a votare, ma ha fatto un po' male i conti».
E Di Maio?
«Dopo la sconfitta alle Europee doveva cambiare qualcosa, sostituire ministri come Toninelli. E poi, mi lasci dire, la campagna elettorale doveva farla contro il Pd e gli altri, non contro la Lega».
Hanno rotto per quei toni?
«Credo che abbia influito molto la svolta filo-europeista di Giuseppe Conte nel dare sostegno alla nuova Commissione, una scelta non certo in linea con un governo sovranista che ha elementi e matrici identitarie come quelle della Lega e sociali come quelle del Movimento».
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