9 dicembre forconi: SALTA L’ACCORDO CON LA CINA.

sabato 11 maggio 2019

SALTA L’ACCORDO CON LA CINA.

Come scritto in settimana e come annunciato questa mattina salta l’accordo con la Cina, i mercati erano stati portati artificialmente in alto per prepararsi all’inevitabile fine di una farsa infinita…
WASHINGTON – Il presidente Trump ha intensificato la sua guerra commerciale con la Cina venerdì mattina, aumentando le tariffe di beni cinesi per 200 miliardi di dollari e adottando misure per tassare quasi tutte le importazioni della Cina come punizione per quello che ha definito il tentativo di Pechino di “rinegoziare” un accordo commerciale.
La decisione del signor Trump di procedere con l’aumento delle tariffe è arrivata dopo che un colloquio cruciale di negoziati commerciali a Washington, giovedì sera, non ha prodotto un accordo per prevenire i prelievi più elevati. La Casa Bianca ha detto che i colloqui riprenderanno di nuovo venerdì, ma rimane incerto se le due parti possano colmare le divergenze emerse nell’ultima settimana.
“Non ho idea di cosa succederà”, ha detto. “Vedranno cosa possono fare, ma la nostra alternativa  è eccellente”, ha aggiunto Trump, sottolineando che le tariffe americane per 250 miliardi sui prodotti cinesi stanno portando “miliardi” al governo degli Stati Uniti.
Trump telefona a Xi
Trump ha detto di aver ricevuto “una bella lettera da Xi” e che un accordo è ancora possibile. Nelle prossime ore telefonerà al presidente cinese. Resta da capire se dalle minacce passerà alle pacche sulle spalle. I negoziati sono iniziati ieri. Le due delegazioni si sono incontrate nell’ufficio del rappresentante speciale al commercio Robert Lighithizer. In serata il vice premier Liu è stato ricevuto alla Casa Bianca dove ha cenato assieme a Trump, Lighthizer e al segretario al Tesoro Steven Mnuchin. I negoziati continuano per tutta la giornata di oggi, nonostante l’aumento dei dazi. Il capo negoziatore cinese ha detto che è venuto “con la massima sincerità per tentare di risolvere con razionalità i disaccordi e le differenze che ci sono ancora tra Cina e Stati Uniti ” e che l’aumento dei dazi “ non è la soluzione del problema”.
I punti controversi
Al centro dello scontro ci sono due punti sui quali i cinesi non arretrano, legati alla tutela delle proprietà intellettuale e agli aiuti pubblici concessi da Pechino alle aziende, nel tentativo di creare dei campioni globali nei rispettivi settori come scritto nel piano Made in China 2025.
Infatti ieri abbiamo assistito ad un’asta importante sul trentennale americano a differenza dell’asta a 10 anni di due giorni fa, andata molto bene, con il rendimento finito ai minini livelli da gennaio 2018, con una eccellente copertura al 2,20.
Ciò che è interessante è che mentre i governatori della Fed continuano a negare l’importanza dell’inversione della curva dei tassi in atto, dopo Clarida ieri anche la Brainard ha iniziato ad osservare la parte lunga della curva.
In sintesi anche se non lo vogliono dire si stanno preparando ad affrontare una recessione.

Il governatore della Federal Reserve Lael Brainard è diventato il secondo banchiere centrale degli Stati Uniti a parlare della possibilità di prendere di mira i tassi di interesse a lungo termine come un “nuovo” strumento per combattere la prossima recessione.
Clarida ha affrontato la questione all’inizio dell’anno, gurda caso occupandosi proprio del Giappone, che ora, solo ora è oggetto di studi approfonditi per cercare di comprendere come è stata l’evoluzione dell’ultima crisi, studi sino ad ora accantonati perchè … a noi non succederà mai…
“Una volta che i tassi di interesse a breve termine tradizionalmente presi di mira hanno raggiunto lo zero, potremmo rivolgerci a tassi di interesse leggermente più a lungo termine, ad esempio i tassi di interesse di un anno, e se sono necessari ulteriori stimoli, forse spostando la curva verso tassi di due anni “, ha detto Brainard.
“In base a questa politica, la Fed sarebbe pronta a utilizzare il suo bilancio per colpire il tasso di interesse, ma a differenza degli acquisti di attività che sono stati intrapresi nella recente recessione, non ci sarebbero stati impegni specifici per quanto riguarda gli acquisti di titoli del Tesoro” lei ha aggiunto.
Brainard per non terrorizzare i mercati parla di titoli a un anno forse due, ma scommetto che si occuperà del decennale, come hanno fatto in Giappone, decennale che ora è negativo mentre in America è intorno al 2,50%.
Gli amici di Machiavelli hanno ben chiaro cosa significhi questo, una strepitosa occasione!
Più questi parlano di curve dei tassi e politica monetaria e in più abbiamo la conferma che siamo dentro una recessione anche se dati e statistiche dicono altro, il nostro “big long” sta macinando plusvalenze su plusvalenze.
Tornando a noi, la Cina non starà certo a guardare…
Secondo alcune dichiarazioni riconducibili al Ministero del commercio cinese, la Cina prenderà contromisure contro l’escursione tariffaria statunitense sui prodotti cinesi e deplora profondamente l’ultima escursione tariffaria.
Ieri i dati sulla bilancia commerciale hanno evidenziato una contrazione del deficit nei confronti della Cina, notizia che non farà altro che aumentare l’intransigenza di Trump, la possibilità di dire in giro che una guerra commerciale è cosa buona e giusta, visto che sta producendo i risultati desiderati proprio mentre i negoziati stanno saltando, raggiungendo il livello più basso dal 2014.
US Trade Deficit with China Keeps Growing, Even with Tariffs
Il problema è che sono calate anche le esportazioni americane del 17,6 %  mentre il divario con l’Europa è aumentato di oltre la metà, a 14,2 miliardi di dollari.
Come ben ricordare in una recente intervista, Steve Eisman, uno dei protagonisti dell’ultima crisi americana, uno tra i pochi ad averci visto giusto, dopo aver dichiarato che non vede troppi pericoli all’orizzonte, giovedì si è convertito alle nostre visioni sul debito societario americano…
Eisman ha detto che “grandi perdite” nel settore “BBB corporate” dovrebbero essere previste durante la prossima recessione.
 “Il debito aziendale non causerà la prossima recessione, ma è dove il dolore sarà nella prossima recessione.”
E quando si parla dell’argomento delle prospettive di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina – Eisman ha detto che si aspetta che un accordo venga fatto “all’ultimo secondo” e che la volatilità emersa da domenica sera non sia ancora
“Il mio caso base è che ci sarà un accordo all’ultimo secondo, ci sarà molta volatilità ma la mia migliore ipotesi è che ci sarà un affare di qualche tipo alla fine della giornata. È molto difficile pianificare il tuo portafoglio attorno a un disastro su cui non hai alcun controllo. È come tirare i dadi. “
Noi aspettiamo i numeri che usciranno dal prossimo lancio dei dadi e il Vostro sostegno, per l’informazione indipendente di qualità!

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