Un approfondimento pubblicato da Bofit, ci comunica un’informazione molto interessante che dice molto su come stia cambiando la geografia degli interessi economici globali. Il dato, che non ha bisogno di molti commenti, è che la guerra commerciale con gli Usa non ha impedito alla Cina di continuare a ricevere corposi flussi di investimenti diretti esteri (FDI) nei primi nove mesi del 2018, pure al netto di alcune discrepanze fra le diverse misurazioni statistiche. I numeri diffusi dal ministro per il commercio estero cinese (MCO) riportano infatti che gli afflussi netti hanno raggiunti quota 98 miliardi fra gennaio e settembre di quest’anno, il 6% in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Tuttavia i dati della bilancia dei pagamenti differiscono notevolmente da quelli del ministero. Secondo i primi, gli afflussi nei primi sei mesi del 2018 avrebbero raggiunto i 126 miliardi, più del doppio rispetto al primo semestre del 2017.
Ma aldilà di queste differenze, connesse probabilmente ai diversi metodi di misurazione adottati, il dato interessante è un altro: “Il 9% dei flussi di investimenti diretti arriva dall’Ue mentre gli Usa contribuiscono per il 2%”. A quanto pare la promessa cinese di aprirsi sempre più agli investimenti esteri al momento convince gli europei assai più che gli americani, certamente meno motivati a causa della guerra commerciale fra i due paesi che “ha forzato molte compagnie straniere a dislocare i propri investimenti fuori dalla Cina”.
In effetti i dati sui deflussi sono abbastanza eloquenti. I dati del ministero del commercio estero li quantificano i 89 miliardi nei primi nove mesi dell’anno, in crescita del 6% rispetto allo stesso periodo del 2017. Il grosso si è concentrato nei primi sei mesi, mentre nel terzo trimestre i deflussi sono diventati negativi.
Dal canto suo anche la Cina ha rallentato gli investimenti diretti esteri. Secondo i dati del China global investment tracker (CGIT) nei primi nove mesi del 2018 Pechino ha investito all’estero solo 56 miliardi di dollari, ben 101 in meno rispetto allo stesso periodo del 2017, quando però i cinesi avevano effettuato un mega acquisto da 43 miliardi del colosso svizzero Syngenta. Ma anche qui si osserva una interessante circostanza: il 35% degli investimenti cinesi è andata all’Europa e solo il 10% agli Usa, leggermente meno che nel 2017. Europa e Cina, evidentemente, condividono molti più interessi. Usa e Cina sempre meno.
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