9 dicembre forconi: MARINE LE PEN: “LA SOLIDARIETÀ È SERVITA SOLO PER SALVARE LE BANCHE CON I SOLDI DEI CONTRIBUENTI”

martedì 9 ottobre 2018

MARINE LE PEN: “LA SOLIDARIETÀ È SERVITA SOLO PER SALVARE LE BANCHE CON I SOLDI DEI CONTRIBUENTI”


“IL LIVELLO DEI NOSTRI DEBITI È PREOCCUPANTE MA LA RIPRESA ECONOMICA NON SI OTTIENE CON L'AUSTERITÀ, NE È LA PROVA LA CARNEFICINA SOCIALE IN GRECIA. SERVE UN DIVERSO MODELLO.

JUNCKER IN LUSSEMBURGO HA FAVORITO PRATICHE DI 'OTTIMIZZAZIONE FISCALE' E BARROSO È STATO ASSUNTO IN GOLDMAN SACHS"

Andrea Ducci per il “Corriere della Sera”

Signora Le Pen lei rivendica un'alternativa all'attuale Unione Europea. Da dove transita questo percorso e dove conduce?
MATTEO SALVINI E MARINE LE PENMATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

«Siamo davanti a un'Unione Europea incapace di mantenere fede alle promesse. I valori e i principi ispiratori dei trattati sono stati disattesi e soppiantati da una tecnocrazia, affidata a commissari anonimi e oscuri. La tanto invocata solidarietà è servita solo per salvare le banche con i soldi dei contribuenti. Ragione che ci spinge a creare una vasta alleanza con i grandi partiti nazionali tra cui la Lega di Matteo Salvini».

Marine Le Pen, leader di Rassemblement National, di passaggio a Roma per un incontro con Matteo Salvini e per un'intervista televisiva con Nicola Porro, riassume con toni impietosi lo stato di salute della Commissione Ue e delle istituzione europee.

MATTEO SALVINI E MARINE LE PENMATTEO SALVINI E MARINE LE PEN
Bruxelles e le sue misure di austerità hanno indebolito l'Italia?
«Io penso che i dogmatismi in campo economico siano uno degli errori dell'Europa attuale. Ecco perché bisogna smetterla con le misure di austerità, che sono socialmente devastanti e economicamente inefficaci».

Nei giorni scorsi si è discusso delle misure in deficit adottate in Italia e in Francia. Il debito italiano non consentirebbe margini.

Ma il rispetto dei conti e di regole uguali per tutti non è più valido?
«Il livello dei nostri rispettivi debiti è preoccupante e tutto sommato non così distante. Ma la ripresa economica non si ottiene con la corsa all' austerità, ne è la prova la carneficina sociale in Grecia. Serve un diverso modello. Non vogliamo muri, ma sono indispensabili degli argini doganali per proteggerci, per esempio, dal dumping sociale, dalla delocalizzazione. Dobbiamo preservare i nostri mercati nazionali e i nostri campioni industriali».
MATTEO SALVINI E MARINE LE PENMATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

L'avvio in Italia di un governo tra Lega e 5 Stelle è un vantaggio per il suo impegno politico in Francia?
«Il punto è quello che Lega e 5 Stelle stanno realizzando. Un'evidenza di due capisaldi politici: le nostre idee possono arrivare al potere, e, che una volta al potere, possiamo davvero cambiare le cose. Matteo Salvini attraverso una politica di fermezza è stato in grado di ridurre l'immigrazione e scuotere l'Ue, mettendola di fronte alle sue bugie e alle sue contraddizioni».

Salvini ha attaccato il commissario Juncker invitando a «cercarlo su Google mentre barcolla», perché non sobrio. Sono argomenti solidi per contestare l'Ue?
salvini wilders le pen petriSALVINI WILDERS LE PEN PETRI
«Il fallimento Ue é accompagnato dalla decadenza di coloro che portano avanti il progetto europeista: la signora Merkel è rinnegata nel suo stesso partito, Macron è in evidente difficoltà. I fatti sembrano chiari. Juncker è un ex leader lussemburghese, che ha favorito pratiche di "ottimizzazione fiscale". Guardare i video su Juncker aiuta a giudicare chi rappresenta l'Ue. Aggiungerei che il suo predecessore Barroso è stato assunto in Goldman Sachs. Rapporti con la comunità finanziaria, a dir poco, inquietanti».

Una sentenza sui falsi impieghi all' Europarlamento ha condannato i deputati del suo partito.
«É una storia montata e non c'è alcuna condanna. Né tanto meno alcun impiego fittizio o arricchimento personale, si tratta piuttosto di una questione sull' interpretazione del ruolo di assistente parlamentare. Siamo innocenti e contestiamo le accuse, attendendo con impazienza un processo».
MATTEO SALVINI E MARINE LE PENMATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

In Europa i tassi di natalità sono in calo e i cittadini Ue crescono grazie al saldo migratorio. Senza questi flussi ci saranno meno risorse per pensioni, stipendi pubblici, istruzione e sanità.
«È un ragionamento fuorviante poiché considera l' uomo solo come mezzo di produzione e di consumo. Attraverso una politica che favorisca natalità possiamo risolvere i problemi demografici. La soluzione non è importare disoccupati in Paesi che contano già milioni di disoccupati».

Fonte: qui


BELPIETRO: “IL PARTITO DI DOMBROVSKIS E’ PASSATO DAL 21 AL 6%. IL PARTITO SOCIALISTA E’ IN LIQUIDAZIONE EPPURE MOSCOVICI DETTA ANCORA LEGGE 

DISASTRI PURE PER JUNCKER E ANCORA DI PIU' PER IL FALCO DIJSSELBLOEM. 

E' LA RAPPRESENTAZIONE DEL FALLIMENTO DELL'ATTUALE CLASSE DIRIGENTE DELL'EUROPA: CADONO TUTTI I PARTITI DI COLORO CHE HANNO GUIDATO LA UE NEGLI ULTIMI ANNI”

Maurizio Belpietro per “La Verità”

juncker dombrovskisJUNCKER DOMBROVSKIS
L'elenco è lungo e comincia con un signore di nome Pierre Moscovici. In Francia il suo partito non esiste praticamente più, spazzato via dalle ultime elezioni e costretto a vendere la storica sede di Parigi per ripagare i debiti. Tuttavia, sebbene il Partito socialista francese sia in liquidazione o quasi, l'ex ministro dell' Economia di François Hollande in Europa detta ancora legge, stabilendo che cosa sia giusto fare e chi si debba mettere in castigo per non essersi comportato come dovrebbe.

L'ultimo della serie di sconfitti eccellenti che non si rassegnano a farsi da parte, invece, risponde al nome di Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue. A casa sua, in Lettonia, sabato è stato battuto in malo modo: al suo partito (crollato dal 21 al 6 per cento) i lettoni hanno preferito quello filo russo. Sì, avete capito bene: pur non amando Mosca, a Riga se la sono fatta andar bene. Come dire: meglio essere amici di Vladimir Putin che di un tipo come Jean-Claude Juncker.

moscoviciMOSCOVICI
Se c'era un modo di rappresentare il fallimento dell'attuale classe dirigente dell' Europa, diciamo che è stato scelto il migliore. Uno via l'altro cadono infatti tutti i partiti di coloro che hanno guidato la Ue negli ultimi anni, segno evidente che a casa loro, dove li conoscono da vicino, i politici europei sono bocciati senza appello. È ciò che è accaduto a Guy Verhofstadt, un campione dell' Europa del rigore. Dopo essere stato a lungo alla guida del proprio Paese, il Belgio, prima come ministro del bilancio e poi come premier, Verhofstadt è stato sbalzato di sella e ha dovuto cambiare cavallo.

Così, dal Parlamento nazionale è stato catapultato in quello europeo, dove ancora però si atteggia a guardiano delle regole, quelle che dalle sue parti l'hanno costretto a fare le valigie. Il più clamoroso tonfo è però quello che ha riguardato Jeroen Dijsselbloem, un signore che per conto del Partito del lavoro olandese ha ricoperto l'incarico di presidente dell' Eurogruppo fino al gennaio scorso.

DIJSSELBLOEMDIJSSELBLOEM
Da ex ministro delle Finanze del suo Paese, ha imposto misure draconiane nei confronti della Grecia, tentando di riprodurre il modello anche in Italia e in Spagna, cioè impostando le politiche più restrittive. Il falco Dijsselbloem è stato ripagato in patria con un tracollo dei consensi. Il suo partito, che un tempo rappresentava un terzo dell' elettorato, alle ultime consultazioni ha racimolato un misero 5,7 per cento, perdendo il 19,1 per cento dei voti. Un successo. Nell' Europa dei trombati non si può dimenticare il nome di maggior spicco, ossia quello di Jean Claude Juncker.

Costui è da quattro anni il presidente della Commissione europea. Tanto per intenderci, se l'Ue fosse equiparabile all' America, se cioè esistessero davvero gli Stati Uniti d' Europa come nelle intenzioni dei padri fondatori, l' avvocato lussemburghese che occupa la poltrona più importante sarebbe l' equivalente di Donald Trump. Ahinoi, purtroppo invece è solo Juncker, e dell' inquilino della Casa Bianca una pallidissima imitazione.
Guy VerhofstadtGUY VERHOFSTADT

Juncker è in politica da oltre quarant' anni e ha sempre militato nel Partito popolare cristiano sociale. Per quasi vent' anni è stato primo ministro del suo Paese, ma nel 2013 ha dovuto rassegnare le dimissioni per lo scandalo dei servizi segreti.
Gli 007 del Granducato per anni avrebbero spiato e schedato illegalmente decine di migliaia di persone. Il suo partito fu bastonato dagli elettori e Juncker fu indotto a fare le valigie. Essendo stato sconfitto in casa propria, ovviamente gli fu subito offerta una poltrona in Europa. Il Partito popolare europeo, infatti, lo candidò alla guida della Ue. Così, una volta sconfitto in patria, Juncker si è ritrovato vincente a Bruxelles.

Dell' elenco non può essere escluso neppure l' italiano Antonio Tajani, un tranquillo signore che ha percorso tutta la sua lunga carriera politica all' ombra di Silvio Berlusconi. Per anni l' esponente di Forza Italia si è occupato di Europa, facendo senza dare troppo fastidio a nessuno il commissario europeo ai trasporti e all' industria. Poi il grande salto: alla fine del 2017 divenne presidente del Parlamento europeo. Peccato che la nomina coincise con il tracollo del suo partito, di cui nel frattempo era divenuto vicepresidente.

SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANISILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI
Insomma, oggi gli uomini che rappresentano l' Europa sono quasi tutti sconfitti in casa propria e alle prossime elezioni europee, che si terranno in primavera, rischiano il colpo finale. Se l' avanzata dei partiti sovranisti non sarà fermata, tutti loro dovranno fare le valigie e molto probabilmente senza avere un piano B. È questa la ragione dello scontro in atto. Dopo aver governato per decenni, l' élite europea si rende conto che è arrivata la resa dei conti. Non è l' Europa sotto accusa: è la classe dirigente che l' ha guidata.

Tempo fa uno di costoro, tal Günther Oettinger, un tirapiedi di Angela Merkel, disse che i mercati avrebbero insegnato agli italiani a votare. Ecco, ciò che sta accadendo è ciò che Oettinger minacciò. Agli italiani, anzi agli europei che si ribellano, la nomenklatura sconfitta nelle urne, risponde con lo spread e le minacce. Gli italiani non hanno che da decidere a chi darla vinta.

Fonte: qui


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