MOSCOVICI E DOMBROVSKIS CHIEDONO UNA CORREZIONE ENTRO 3 SETTIMANE
SALVINI: “ANDREMO AVANTI”, CONTE: “NON C’È ALCUN PIANO B”, E LO SPREAD RISALE A 310 PUNTI
MA PER UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE I TEMPI SONO LUNGHI E LA DECISIONE ARRIVEREBBE A RIDOSSO DELLE EUROPEE (CHE SI TRASFORMEREBBERO IN UNA PRATERIA PER I GIALLOVERDI DI VOTI). ECCO COSA SUCCEDERÀ…
LA UE BOCCIA LA MANOVRA. «NUOVA BOZZA ENTRO TRE SETTIMANE»
La Commissione Ue ha deciso di respingere il Documento programmatico di bilancio italiano e di chiederne uno nuovo, che dovrà essere inviato entro tre settimane a Bruxelles. La decisione assunta nella riunione odierna della Commissione a Strasburgo non giunge inattesa, ma «È una mossa senza precedenti. È la prima volta che lo facciamo», ha detto una fonte.
La Commissione chiede dunque di sottomettere di nuovo il documento programmatico di bilancio.
Una conferenza stampa del vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e del commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, per annunciare la decisione è prevista alle 15.30.
Lo spread su
Dopo la notizia dell’ufficializzazione della bocciatura della manovra, lo spread tra Btp e Bund è risalito a 310 punti base, come in avvio di seduta.
«No piano B»
Il governo è pronto ad attuare una nuova tornata di tagli alla spesa «se necessario». Lo ha spiegato il premier Giuseppe Conte ad un’intervista a Bloomberg, definendo il deficit al 2,4% il tetto massimo entro cui agire nel 2019. E su questo «non c’è alcun piano B», ha ribadito una volta di più il premier. «Siamo pronti ad operare una spending review se necessario», ha detto parlando della manovra per il prossimo anno.
Salvini: «Andremo avanti»
Dichiarazioni di Matteo Salvini avevano preceduto l’(attesa) bocciatura: «Spero che non sia così, altri Paesi hanno fatto di peggio. Ma se sarà così noi andremo avanti, io non tolgo un euro per i giovani, per cancellare la Fornero, per i disabili», aveva detto il ministro dell’interno in visita istituzionale a Bucarest.
«L’unico organismo che può migliorare la manovra italiana è il parlamento italiano», ha aggiunto, rispondendo alle domande dei cronisti sulle critiche di Bruxelles. «La manovra - ha aggiunto - punta su lavoro, crescita, diritto alla pensione, diritto alla salute, non toglieremo un solo centesimo dalle tasche degli italiani. Ascoltiamo tutti ma non torniamo indietro».
Il vice premier si è detto disponibile ad incontrare «anche domani il presidente della commissione Ue «e spiegargli la manovra» ma ha anche ribadito che «nessuno toglierà un euro dalle tasche degli italiani».
LA COMMISSIONE EUROPEA RESPINGE LA MANOVRA ITALIANA: NON ERA MAI SUCCESSO
La Commissione europea respinge la manovra italiana, cosa mai accaduta finora nell’Unione. L’Esecutivo comunitario non ha ritenuto sufficiente la risposta italiana alla lettera in cui chiedeva dettagli sulla legge di bilancio e ha dato al governo italiano tre settimane di tempo (fino al 13 novembre) per cambiarlo, pena l’avvio di una procedura per deficit (o debito eccessivo) che può portare in ultima analisi fino all’adozione di sanzioni economiche nei confronti dell’Italia per non aver rispettato le regole europee.
Uno scenario per nulla rassicurante, specie in vista del prossimo esame delle agenzie di rating, quello di venerdì, con il giudizio di Standard and Poor's sul debito italiano. La «deviazione senza precedenti» denunciata nella prima lettera inviata da Bruxelles al Tesoro non è stata finora corretta da Roma, ferma nell’obiettivo di portare il disavanzo di bilancio al 2,4% del Pil nel 2019,
Molte volte Bruxelles ha già concesso flessibilità all'Italia, adattando le regole del Patto fino a provocare l'irritazione di molti membri della zona euro. Ora, quegli stessi membri, da Nord a Sud, le chiedono di essere inflessibile e di non concedere più sconti soprattutto a un Governo che mette apertamente in discussione le regole comuni. Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, assieme al suo ministro delle Finanze, ricordano i timori degli altri partner dell'Eurozona: una violazione delle regole, se restasse impunita, spingerebbe altri Paesi a fare altrettanto. Perciò “la Commissione europea deve respingere la manovra” italiana.
Vista l'intransigenza italiana, Bruxelles intende dare un segnale chiaro con una mossa che finora non ha precedenti: la possibilità di rigettare la manovra è stata introdotta nel 2013, ma non era mai stata usata fino ad oggi. Così come non è mai stata aperta una procedura per debito eccessivo. E anche su questo l'Italia rischia di fare da apripista se non correggerà i saldi.
L'arma che ha in mano la Commissione, cioè la procedura per deficit, è però piuttosto a lungo termine: pur volendo accelerare i tempi, le tappe per arrivare alla procedura sono molteplici, vanno validate tutte dall'Ecofin, che si riunisce soltanto una volta al mese, e quelle per arrivare alle sanzioni sono ancora di più. Tutto il procedimento, insomma, non durerebbe meno di 5-6 mesi. La decisione finale andrebbe quindi presa praticamente a ridosso delle europee.
Fonte: qui
P.S. L'Unione Europea è morta e sepolta!
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