9 dicembre forconi: IL PETROLIO POTREBBE ARRIVARE A 100 DOLLARI A BARILE GIÀ ENTRO NATALE

venerdì 12 ottobre 2018

IL PETROLIO POTREBBE ARRIVARE A 100 DOLLARI A BARILE GIÀ ENTRO NATALE


A PESARE NON CI SONO SOLO LE NUOVE SANZIONI ALL’IRAN DA PARTE AMERICANA, E LA CONSEGUENTE CONTRAZIONE DELL’OFFERTA, MA L’AUMENTO INCONTROLLATO DELLA DOMANDA: DAL 2014 E’ CRESCIUTA DI 8 MILIONI DI BARILI AL GIORNO

Estratto dell’articolo di Luigi Grassia per “la Stampa”
DONALD TRUMP IRANDONALD TRUMP IRAN

[…] La lunga corsa al rincaro […] può portare il barile nel 2019, o addirittura già entro Natale, a 100 dollari. […] Intanto sull'onda del caro-petrolio la benzina ha toccato in Italia un prezzo medio di 1,667 euro al litro (nella modalità self-service) secondo il ministero dello Sviluppo economico; per il gasolio auto il costo medio è di 1,554 euro.

Invece i distributori «no-logo» propongono la benzina a una media di 1,648 euro e il gasolio a 1,538. Il Codacons calcola che nel 2018 la stangata sulle famiglie italiane sarà di 8,1 miliardi di euro per i maggiori costi legati al carburante e alle bollette energetiche, senza contare i rincari indotti su tutti gli altri beni e servizi.
PETROLIOPETROLIO

[…] In queste settimane i mercati del greggio si fanno condizionare soprattutto dall' Iran: Donald Trump non solo ha stracciato l'accordo sul nucleare ma ha anche annunciato nuove sanzioni al regime di Teheran […]

[…] gli analisti avvertono che sono all'opera tendenze di mercato ben più potenti del dossier iraniano. Così Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia: «Dal 2014 a oggi il consumo mondiale di greggio è aumentato di 8 milioni di barili al giorno, fino a raggiungere quest' anno i 100 milioni di barili.

GIACIMENTO DI PETROLIOGIACIMENTO DI PETROLIO
Nel frattempo la produzione non è aumentata in misura adeguata, nonostante l'afflusso dello "shale oil", cioè del petrolio da scisto americano, perché gli investimenti mondiali in ricerca e sviluppo di nuovi giacimenti convenzionali, scoraggiati dai prezzi bassi, sono crollati da 860 miliardi di dollari all' anno nel momento di picco 2012-2014 ad appena 300 miliardi negli anni immediatamente successivi». […]

Fonte: qui


Edison, Snam e non solo. Chi ha incontrato a Milano (e cosa ha detto) il ministro russo dell’Energia

Russia Novak
Dalle nuove e possibili rotte per il gas ai progetti in corso di realizzazione, dal prezzo del petrolio ai tweet di Donald Trump: il punto su quello che ha detto in queste ore a Milano il ministro russo dell’energia, Alexander Novak, che ha incontrato i vertici di Snam e Edison
Anche il ministro russo dell’Energia Alexander Novak partecipa, a Milano, alla World Energy Week, la settimana dedicata al settore energetico a cui prenderanno parte oltre 100 Paesi che rientrano nel network del World Energy Council (WEC), dove ha visto anche i vertici di Snam e Edison.
L’obiettivo della quattro giorno internazionale (8-11 ottobre) è promuovere un confronto per rendere l’industria energetica più sostenibile e inclusiva.
La presenza di Novak, oltre a ricordare l’importanza della Russia nello scacchiere energetico mondiale, sottolinea la vicinanza tra Roma e Mosca e rinnova, in un certo senso, gli intenti di collaborazione firmati lo scorso luglio tra i due Paesi.
Novak ha già toccato numerosi argomenti e fatto il punto su diversi progetti: dal Turkish Stream al Nord Stream, da Tap al petrolio. Ma andiamo per gradi.

IL PROGETTO DEL TURKISH STREAM

Partiamo dalla rotta sud del gas russo verso l’Europa. “Per Turkstream i lavori stanno andando avanti secondo i programmi”, ha detto il ministro. “La prima linea, con una portata di 15,75 miliardi di metri cubi l’anno, è completa e ora stiamo costruendo la seconda. Per la parte sottomarina l’85% è fatto e le prime forniture commerciali di gas dovrebbero arrivare come previsto a fine 2019”.

IL RADDOPPIO DEL NORD STREAM

E a fine 2019 dovrebbe essere completato anche il Nord Stream 2, che a fine lavori, dovrebbe vantare una capacità totale di 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Il percorso dovrebbe affiancare quello dell’attuale Nord Stream, attraversando la Federazione russa, la Finlandia, la Svezia, la Danimarca (non ha ancora dato l’ok alla costruzione) e la Germania. Il percorso bypassa l’Ucraina e tutti i problemi che Mosca ha con Kiev: ed è proprio questo che non convince. Il taglio dell’Ucraina ha lasciato perplessi diversi paesi europei e gli Usa.
Ma questo, e le minacce di sanzioni a stelle e strisce per il progetto, non sembrano spaventare la Russia. “Le sanzioni addizionali non ci sono ancora. E in ogni caso il progetto lo realizzeremo comunque. Faremo tutto nei tempi giusti, entro la fine del prossimo anno”.

LA RUSSIA POTREBBE SFRUTTARE ANCHE IL TAP?

Sul fronte gas, per le rotte Sud, la Russia non esclude poi che in futuro si possa sfruttare anche il gasdotto che porterà il gas dell’Azerbaigian fino alle coste salentine. “Tutte le opzioni sono ancora in considerazione” per far arrivare il metano russo in Europa, avrebbe detto al Sole 24 Ore Novak, facendo anche riferimento al Tap.

IL PREZZO DEL PETROLIO

Alla Settimana dell’energia, il ministro ha anche parlato di petrolio. “A settembre abbiamo prodotto in media 11,3 milioni di barili al giorno (un record post sovietico, ndr) e possiamo incrementare di altri 300mila bg. Per mantenere la capacità produttiva stiamo investendo molto e nella Siberia Occidentale, dove c’è un graduale declino dei giacimenti, stiamo studiando meccanismi di incentivazione fiscale”, ha spiegato Novak.
Ed in riferimento al prezzo, il ministro ha parlato ai microfoni di Russia24. “Qui bisogna discutere cosa fare in futuro. Perché in teoria è vero che più i prezzi del petrolio sono alti, meglio è per i paesi esportatori. Il budget di Stato aumenta e i ricavi della compagnie anche. Ma le stesse compagnie russe oggi sul mercato dicono che il prezzo del petrolio potrebbe anche essere basso, ma che fondamentalmente la cosa più importante è che sia stabile. È il primo fattore”.
Un prezzo alto non gioverebbe a Mosca: “Ora c’è una crescita molto alta della domanda di petrolio ogni anno, circa 1,6 milioni di barili al giorno, ma se i prezzi sono troppo alti la domanda potrebbe diminuire e diventerebbe non redditizia per i produttori come il nostro paese, non per i consumatori”.

IL RIFERIMENTO A  DONALD TRUMP

Ai microfoni di Russia24, poi, Novak ha accennato anche ai tweet di Donal Trump: “Quelle esplosioni emotive, dichiarazioni, tweet che provengono dal presidente degli Stati Uniti portano confusione nel mercato e, in linea di principio, il mercato non capisce come agire e cosa accadrà in futuro. Il prezzo che oggi si forma il mercato, a mio avviso, è in qualche modo sovrastimato rispetto a quello che effettivamente si sarebbe formato se non fosse per queste esplosioni emotive”, ha commentato Novak. “Tra l’altro, alla sessione durante la World Energy Week, alla quale hanno partecipato sia il Ministro dell’Arabia Saudita sia il segretario generale dell’OPEC, tutti hanno detto che oggi non è tanto l’equilibrio tra offerta e domanda a formare i prezzi dei mercati petroliferi mondiali, quante le emozioni tra i partecipanti al mercato”, ha aggiunto il ministro.

GLI INCONTRI PRIVATI DI NOVAK

A Milano non sono mancati gli incontri privati di Novak. E ieri, come racconta il Sole24Ore, Novak ha incontrato Marco Alverà, ceo di Snam, e Pierre Vergerio, executive vice president Gas Midstream di Edison, società che promuove l’Igi Poseidon, pipeline che si candida a diventare il tratto finale dell’Eastmed.

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