9 dicembre forconi: DOLLARO: La fine di una moneta rifugio

domenica 2 settembre 2018

DOLLARO: La fine di una moneta rifugio


Nel grafico sopra è raffigurata la percentuale valutaria dei pagamenti effettuati tramite circuito Swift. Proprio in questi giorni, il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha proposto di creare un circuito alternativo per l’Europa, visto che quello Swift è totalmente Americano, consentendo alle autorità Usa di impedire il buon esito delle operazioni qualora violassero accordi su sanzioni varie. La creazione di un circuito europeo di pagamenti internazionali, darebbe alla Ue quello stato di indipendenza, necessaria per un’area così importante. Qualora si concretizzasse tale scenario, l’Euro aumenterebbe senza dubbio il proprio peso negli scambi internazionali, rafforzandosi alla lunga sul Dollaro. DEDOLLARIZZAZIONE.
Ad oggi il cross Eurusd presenta sempre una configurazione ribassista e ben sottolineata dal quadro delle medie mobili. Tuttavia, un conto sono i grafici di medio-breve termine e un altro i trend macro che si vengono a delineare, alla luce delle linee geopolitiche correnti. La rivalutazione del biglietto verde è avvenuta al prezzo di un rialzo dei tassi Fed di circa il 2% in circa due anni e mezzo, ma soprattutto ad una manipolazione politico fiscale in grado di spingere i capitali verso il Paese a stelle e strisce. Questo, ben supportato da un protezionismo da fare invidia ai tenebrosi anni ’30 sta portando l’America ad un pericoloso isolamento nei confronti del Resto del Mondo. Io credo pertanto che in questi mesi siano nati seri presupposti per credere ad un ridimensionamento del ruolo del Dollaro, che per ben 100 anni è stata la moneta di riferimento indiscussa. Quanto detto precedentemente in merito al circuito swift è uno dei tanti segnali di come gli altri big del globo, si siano veramente rotti le scatole, di sottostare alla volontà americana, mirando a percorsi alternativi in grado di renderli autonomi nella cura dei propri interessi. Troppo spesso, le scelte dall’alto, infatti, sono state pro-Usa e poco pro-Resto del Mondo.
L’ultimo esempio lo stiamo vedendo con le sanzioni all’Iran, dopo aver sopportato per lungo tempo quelle imposte alla Russia. In quest’ultimo caso le esportazioni americane verso quell’area, riguardavano solo il 4% contro il 20% di quelle europee. Fonte: qui

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