GLI SFIDANTI SI SONO DATI APPUNTAMENTO NEL PARCHEGGIO DELLO STADIO DI PADOVA PER CHIARIRE UNA STORIA DI TRADIMENTI A COLPI DI KATANA, RONCOLA E SCACCIACANI; UNO MUORE DISSANGUATO, L'ALTRO È INDAGATO PER OMICIDIO
Ieri il duello con le katana e il delitto, nel parcheggio dello stadio Euganeo di Padova, e immediato il fermo del principale indiziato, un 37enne residente in città: Melvin Arca. Sarebbe stato lui a uccidere il connazionale di 51 anni, Walter Crispin Samiento Sahagun, e poi a togliersi la maglietta per esultare come fanno i calciatori in campo.
LA VITTIMA È MORTA DISSANGUATA
Walter Crispin Samiento Sahagun è morto per dissanguamento, dopo aver subito tra l'altro anche la semiamputazione di un polso. I colpi mortali - secondo quanto accertato dal medico legale e riferito dalla Questura, gli sono stati inferti con una roncola, trovata intrisa di sangue poco lontano dal luogo del delitto.
Ferite sono state localizzate nelle gambe e ai polsi, uno dei quali quasi mozzato per il tentativo di difendersi. Le katana sono ancora sottoposte a esami per verificare se siano state utilizzate per uccidere, anche se non presentano tracce ematiche.
L'ARRESTO DEL PRESUNTO ASSASSINO
Il presunto responsabile del delitto, Melvin Arca, che lavora come collaboratore domestico, è stato bloccato da una pattuglia delle Volanti, grazie al numero di targa della sua auto, segnalata al 113 da alcuni cittadini. Melvin Arca è stato sentito per ore, fino alle prime ore del mattino, e poi è stato portato in carcere.
Stando alle prime ricostruzioni, i due si erano dati appuntamento allo stadio per discutere: la vittima infatti era convinta che la sua ex compagna avesse una relazione con Arca. All'arrivo all'Euganeo, Sahagun avrebbe colpito Arca con una pistola scacciacani, poi i due si sarebbero affrontati a colpi di katana, che entrambi si erano portati.
Dopo un primo scontro con le spade, però, Arca ha colpito Sahagun con una roncola. Mentre la vittima era agonizzante in terra, è scappato e si è diretto in casa di alcuni parenti dove si è cambiato e ha cercato di eliminare le tracce di sangue. Portato in Questura, Arca ha ammesso di essersi dato appuntamento con la vittima e di essere stato aggredito, ma poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Fonte: qui
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