9 dicembre forconi: I CARABINIERI ESCLUDONO CHE IL MAROCCHINO MORTO AD APRILIA SIA STATO VITTIMA DI UN PESTAGGIO PROLUNGATO

martedì 31 luglio 2018

I CARABINIERI ESCLUDONO CHE IL MAROCCHINO MORTO AD APRILIA SIA STATO VITTIMA DI UN PESTAGGIO PROLUNGATO

“LA SITUAZIONE E’ SFUGGITA DI MANO” 

L’UOMO E’ STATO AGGREDITO DA ALCUNI RESIDENTI CHE, A DIFFERENZA DI QUANTO SOSTENUTO ALL’INIZIO, NON FACEVANO PARTE DI UNA “RONDA PER LA LEGALITÀ”


APRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATOAPRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATO
Il marocchino morto ad Aprilia non sarebbe stato vittima di un pestaggio prolungato. Ne sono certi i carabinieri di Latina il cui comandante, Gabriele Vitagliano, esclude che lo straniero sia stato ucciso in seguito a un'aggressione violenta. L'ipotesi degli investigatori - dopo aver ascoltato alcuni testimoni - è dunque che la situazione sia «sfuggita di mano» e che l'uomo possa essere stato colpito con un calcio o con un pugno, che potrebbero essere la concausa della morte dovuta quindi anche all'incidente d'auto che il marocchino ha avuto mentre veniva inseguito da alcuni residenti.

Sarà comunque l'autopsia, i cui primi risultati dovrebbero arrivare già in serata, a dare risposte più precise. I militari, allo stato, ritengono anche che i tre che hanno inseguito l'auto con a bordo il marocchino e l'altra persona, tuttora ricercata, non facessero parte di una ronda. «Non abbiamo mai avuto notizie di ronde in quel quartiere, anche se - spiega Vitagliano - la pronta reattività di quei condomini è da capire ed è oggetto del nostro approfondimento».

APRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATOAPRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATO
I carabinieri hanno acquisito il video registrato dalle telecamere di sorveglianza di un bar a poca distanza dal luogo dell'incidente. Le immagini, attorno all'una e mezza della notte, hanno ripreso l'impatto dell'auto del marocchino contro il muro di cinta di una casa e successivamente un'altra auto che si avvicina e dalla quale scendono due persone. La vettura degli inseguitori, una Mercedes, poco dopo si ferma nel piazzale antistante il bar e si vedono tre soggetti che restano per parecchi minuti nella zona dell'incidente.

«Era verso l'una e mezza, non ho visto nulla ma ho sentito solo un gran botto contro il muro», racconta Maria Mirabilio, una donna che abita nella palazzina proprio sopra il punto nel quale si è schiantata l'auto del marocchino. La donna sostiene di essersi affacciata subito dopo l'incidente e di non aver visto nessuna colluttazione. «Non ho sentito risse né colpi - spiega - ho sentito solo una voce di donna e ho visto la macchina che era contro il muro».
APRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATOAPRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATO

La signora sostiene che neanche 10 minuti dopo l'incidente è arrivata l'ambulanza a sirene spente. «Io non ho visto nessuno per terra né qualcun altro scappare, non so cosa sia successo. Ho sentito solo quel gran botto, poi mi sono assicurata che i miei nipoti, che abitano qui sopra stessero bene, e sono tornata in casa».

Anche la signora, come altri abitanti di Campo di Carne, dice di non sapere nulla di ronde: «Io so solo - dice - che da me i ladri sono venuti sette volte e anche il bar qui accanto è stato visitato più volte». Conferma il titolare del bar: «Mi sono entrati quattro volte nell'ultimo mese - spiega - l'ultima volta con un palo lungo sei metri hanno divelto la saracinesca e mi hanno fatto un danno di settemila euro». Fonte: qui


UNA DIVERSA RICOSTRUZIONE DEI FATTI ACCADUTI AD APRILIA

Valeria Costantini per il “Corriere della Sera”

Inseguono un'auto sospetta, la raggiungono e poi picchiano quello che ritengono un potenziale ladro, che alla fine muore. Una notte di violenze ad Aprilia, comune di Latina a pochi chilometri dalla Capitale. Un episodio ancora da chiarire nei dettagli, ma che ha portato alla denuncia per omicidio preterintenzionale di due italiani.

APRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATOAPRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATO
Erano di «ronda» intorno alle 2 di sabato, una «passeggiata di legalità» con tanto di bambini al seguito, quando il gruppo di abitanti della residenziale via Guardapasso hanno notato una vettura sospetta aggirarsi per il quartiere, già oggetto di furti. La Renault Megane con a bordo due uomini (che si sono resi conto di non essere passati inosservati), ha improvvisamente accelerato e, sgommando, ha cercato di allontanarsi nella notte. Tre uomini, tutti quarantenni, sono però saliti in auto e hanno iniziato l' inseguimento.

Pochi chilometri a forte velocità e la Renault è uscita di strada, schiantandosi sulla via Nettunense. Il conducente si è dato alla fuga nei campi mentre il passeggero, un marocchino di 43 anni, appena sceso è stato raggiunto dagli italiani: non si sa se sia rimasto ferito per l'incidente, ma è certo che è stato raggiunto da un pugno e da più di un calcio, almeno stando alla prima ricostruzione dei carabinieri che indagano sul decesso dello straniero.

APRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATOAPRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATO
Il nordafricano ha piccoli precedenti per documenti falsi e nel veicolo è stato ritrovato uno zaino con arnesi da scasso. Uscito dal veicolo ha anche provato a difendersi dagli aggressori. I due, incensurati, sono finiti nei guai soprattutto per i filmati di alcune telecamere di videosorveglianza dei negozi della zona e il racconto di diversi testimoni presenti: uno degli indagati era rimasto sul luogo del fatto, l'altro era fuggito ma si è presentato nella caserma dell'Arma dopo aver saputo che lo stavano cercando. La sua testimonianza potrebbe essere fondamentale per ricostruire i movimenti nella prima fase della vicenda, quando l' auto si aggirava nella strada in cui poi l' hanno «intercettata» i residenti.

Gli investigatori hanno anche sentito gli aggressori su quello che era avvenuto. Uno di loro ha detto di essersi limitato a difendersi quando «ha visto il marocchino infilare le mani nel marsupio» e, temendo che avesse un' arma, ha reagito, colpendolo.

Il terzo italiano salito in macchina non è stato denunciato perché contro di lui non ci sarebbe alcun sospetto: secondo i carabinieri non ha partecipato al presunto pestaggio e, da quanto ricostruito, non conosceva i due denunciati. Inoltre, è stato lui a chiamare il 112 per dare l'allarme sull' inseguimento. Sarà comunque l'autopsia che verrà eseguita nelle prossime ore a chiarire le cause del decesso del marocchino.

APRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATOAPRILIA - MAROCCHINO INSEGUITO E PICCHIATO
Se siano stati insomma i colpi sferrati dagli italiani a causarne il decesso oppure le eventuali ferite riportate nell'incidente abbiano avuto un ruolo decisivo per la sua morte. L'unico elemento che finora sembra emergere con chiarezza è che dietro alla vicenda non ci sia alcun motivo razziale.

È stato invece questo il motivo scatenante per l'aggressione di venerdì scorso al diciannovenne senegalese di Partinico, in provincia di Palermo. La vittima ha riconosciuto il suo picchiatore in fotografia: è un operaio di 34 anni ad aver insultato («Sporco negro») e picchiato il giovane Dieng Khalifa.

L'uomo è stato denunciato per lesioni personali aggravate dall' odio razziale. La tensione è alta in Sicilia anche dopo un altro episodio avvenuto alla stazione dei pullman di Catania: un autista della Etna Trasporti avrebbe chiuso le porte in faccia a cinque donne di colore con biglietto pagato, partendo senza farle salire. Un fatto registrato via Facebook da alcuni testimoni, ma contraddetto dal direttore della società, Mario Nicosia, che parla di equivoco.

Fonte: qui

COME E’ MORTO HADY ZAITOUNI, IL 43ENNE MAROCCHINO, CHE DOPO UN INSEGUIMENTO AD APRILIA E’ STATO PRESO A CALCI E PUGNI DA UNA GUARDIA GIURATA E UN AUTISTA DELL'ATAC?

LA VERSIONE FORNITA AI PM E’ CHE L’AUTO DI ZAITOUNI ERA IN UNA STRADA SENZA USCITA, I DUE SI SAREBBERO AVVICINATI PER CHIEDERE COSA FACESSE LÌ E L’UOMO, CHE ERA IN COMPAGNIA DI ALTRI DUE ITALIANI (ORA RICERCATI), SAREBBE PARTITO A TUTTA VELOCITA’ 

POI L’INSEGUIMENTO, L’INCIDENTE, IL PESTAGGIO E NEI VIDEO SPUNTA ANCHE UNA PISTOLA....

LE BANDE DI BULLI, I GIUSTIZIERI FAI-DA-TE, LE NDRINE, I CRIMINALI E I TERRORISTI CHE...Giovanni Del Giaccio e Alessia Marani per “il Messaggero”

L'autopsia di Hady Zaitouni, il marocchino di 43 anni morto domenica notte dopo un inseguimento ad Aprilia, è blindata. Qualche certezza, però, emerge: sarebbe stato colpito da un violento pugno in pieno volto che potrebbe averlo ucciso. Incidente o pestaggio fatale? Il silenzio imposto dal magistrato fa propendere, dunque, per questa seconda ipotesi, anche se Giovanni Trupo, guardia giurata, e Massimo Riccio, autista dei bus Atac, entrambi 45enni, indagati per omicidio preterintenzionale si difendono attraverso i loro avvocati dicendo che lo straniero era già a terra dopo l' incidente in auto e non lo hanno toccato.

«Hanno raccontato in lacrime l' accaduto, sono molto provati», dicono i loro avvocati, Andrea Indovino e Federico Savo. La versione fornita è che la Renault Megane era parcheggiata in fondo a via De Filippo, una strada senza uscita nel complesso Trentastelle e che loro, tornati da una serata in pizzeria con le famiglie, sono andati a chiedere cosa facesse lì. A quel punto il conducente e altre due persone, ricercate dai carabinieri (si tratterebbe di italiani noti per reati contro il patrimonio) è partito a tutta velocità: «Voleva investirli e va considerato che in strada c' erano famiglie con bambini. Loro hanno chiamato il 112 e iniziato l' inseguimento sempre in contatto con i carabinieri».

Fino a Campo di Carne, dove c' è stato l' incidente ripreso dalle telecamere. I due indagati si avvicinano all' auto, una terza persona (non indagata) resta più indietro, i carabinieri sono certi che dalle immagini si vede un colpo, mentre nel video spunta anche la pistola che aveva con sé la guardia giurata. Il clima ad Aprilia è teso, pochi hanno voglia di parlare, vecchi criminali e boss potenti convivono con bande di bulli emergenti che tengono sotto scacco il territorio.

Non stupisce che possano spuntare in giro giustiziere fai-da-te. Gli inquirenti devono ancora spiegarsi, per esempio, perché Trupo, nonostante non fosse in servizio girasse con la pistola in tasca. Il sindaco Antonio Terra è sicuro che «in città le ronde non ci sono», a meno che, però, «a farle non siano pochi cittadini, in segreto».

I comitati in pratica usano il fai-da-te: comunicano i movimenti sospetti con whatsapp, se serve avvisano i carabinieri. I militari negli ultimi mesi hanno ricevuto dalla zona di via Guardapasso appena quattro segnalazioni per furto sulle auto in sosta. Ma le razzie spesso neanche vengono denunciate. Vetri infranti pure nelle vetture parcheggiate sotto il condominio dove i due indagati abitano e hanno dato il via all' inseguimento. Le telecamere danno il benvenuto all' ingresso del Trenta stelle e ai piani terra cartelli avvisano dei sistemi d' allarme. «Sì, hanno rubato nelle macchine - racconta una residente - non mi sorprenderebbe che qualcuno possa essersi organizzato da sé».

ARMATI IN CASA
«L' altra notte hanno tentato il furto in una villetta qui davanti - racconta Pino, seduto ai tavolini del bar Caracas - ma forse perché non hanno trovato nulla, i ladri si sono fermati a banchettare, svuotando il frigorifero. Giorni prima, invece, avevano portato via degli attrezzi da un altro cortile. Roba di poco conto, perché qua mica si scherza, tutti hanno un cane in casa e si spara facile».

Ricorda il «fattaccio» di maggio quando un 62enne gambizzò l'inquilino romeno che non voleva pagare l'affitto, «non ci ha pensato due volte a premere il grilletto». Ad Aprilia alle ultime elezioni la Lega è stata il primo partito con il 14% dei voti, il candidato del centrodestra, Domenico Vulcano, figlio dell' ex comandante della stazione dei carabinieri, al primo turno era stato il più votato e al ballottaggio per poco non ha spodestato l'uscente Terra.

Le ronde fino a qualche mese fa le avevano organizzate gli attivisti di Aprilia in prima linea. «Non erano ronde, ma passeggiate per la sicurezza - spiega il leader del movimento di destra, Emanuele Campilongo - le facevamo durante il mercato del sabato. E non facciamoci illusioni, con l' adesione del Comune al piano Sprar per l' accoglienza il numero degli immigrati è destinato a salire. Intanto Aprilia è piena di fantasmi che non hanno un nome e un volto finché non finiscono nella cronaca».

FANTASMI E CRIMINALI
Fantasmi come Ahmed Hanachi, l'attentatore di Marsiglia che visse a lungo da queste parti, o come Anis Amri il terrorista della strage del Natale 2016 a Berlino che aveva abitato in frazione Campoverde. Ma ad Aprilia più che gli stranieri hanno sempre fatto tremare nomi nostrani, dai tempi di Frank Tre dita Coppola, padrino siculo-americano mandato in confino negli anni 70 nella vicina Ardea, fino ai clan campani Moccia e Zaza. Soprattutto le ndrine hanno messo radici in città. Prima gli Alvaro di Sinopoli poi i Gangemi. I fratelli Giampiero e Sergio sono stati arrestati a giugno dai carabinieri per le estorsioni portate avanti a colpi di mitra e bombe a mano.

Fonte: qui

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