Se i dazi ci spaventano, la Cina risponde con quella che potrebbe essere una era svalutazione competitiva, una guerra valutaria a risposta della guerra commerciale.
Anche se un po’ in sordina (i media danno la massima precedenza alla questione “migranti”) il commercio mondiale continua a subire le minacce e l’azione del neo protezionismo, con i dazi di Trump in primo piano. E non solo di Trump.
Infatti anche l’Unione Europea inizia a prendere posizione, ma non in modo effettivo ma solo (per fortuna) tramite minacce, proprio perché l’obiettivo è arrivare ad un tavolo di trattative con gli USA e mediare il tutto per evitare una guerra commerciare che rischia di creare solo grandi danni a TUTTI, USA compresi.
E cosa ha fatto Bruxelles? Ha minacciato di imporre dazi doganali sulle importazioni dei prodotti statunitensi per un valore di 300 miliardi di dollari. È questa sarebbe la risposta alle possibili tariffe di Washington sulle importazioni di automobili dall’Europa. Onde evitare di farsi trovare impreparati, quindi, l’UE minaccia e si dice pronta. Un pochino più diplomatico l’approccio invece di BMW e Hyundai, che hanno esortato il governo statunitense a non imporre tariffe doganali sulle importazioni di automobili.
Trump al momento latita, per fortuna. Tante parole e pochi fatti, e prende tempo anche con Canada e Messico, dicendo di aspettare le elezioni di Midterm di novembre.
Si compra quindi tempo. Ma il mondo non si fida di Trump, tanto che forse QUALCUNO già sta agendo. E quel qualcuno è proprio chi manca all’appello in questo post e che rappresenta il nemico numero UNO per il protezionismo commerciale USA, ovvero la Cina.
MA attenzione, qui la cosa si fa interessante. La Cina è conscia del fatto che se ci fosse un’imposizione di dazi paritetica su Import/export, ne uscirebbe con le ossa rotte in quanto l’export supera di gran lunga l’import. E allora cosa succede?
Nulla di ufficiale ma è una mia presunzione vedendo che succede sul mercato. E ve lo spiego con questo grafico.
Chart Yuan USDCNH via Tradingview
Avete capito? Il rischio è che la Cina risponda alla guerra commerciale con la guerra valutaria, ovvero la svalutazione competitiva. Magari facendo che cosa? Vendendo US Treasury, che di certo non mancano alla banca centrale cinese.
Per carità, al momento non si vedono su mercato grandi scossoni soprattutto nei prezzi del T Note, ma se così fosse, i cinesi avrebbero trovato uno strumento per contrastare Trump. E proprio come nel caso dei dazi, anche questo fatto comporta, per forza di cose, il cambiamento degli equilibri economico finanziari globali. E tutto questo continuerà a lasciare indifferenti i mercati che, quando sentono odore di volatilità, reagiscono di conseguenza?
Fonte: qui
Global Times
Più pericolosamente, tale adeguamento determinerà, in una certa misura, il risorgere della legge della giungla e determinerà varie incertezze e rischi.
Cina, Global Times: La guerra commerciale probabilmente porterà il mondo nel caos
La guerra commerciale globale minacciata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump è diventata sempre più probabile
Global Times
Il mondo è alla vigilia del caos? Sembra così. La guerra commerciale globale minacciata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump è diventata sempre più probabile. Ciò cambierà la percezione del mondo sull'ordine globale e le relazioni internazionali del XXI secolo e alla fine causerà una serie di effetti domino.
La guerra commerciale ha le sue origini e Trump non è l'unico dietro. La globalizzazione a guida occidentale ha portato a cambiamenti inattesi, tra cui l'ascesa di mercati emergenti come Cina e India. Washington crede che questi cambiamenti abbiano indebolito i suoi vantaggi assoluti e quindi vuole riscrivere unilateralmente le regole economiche globali su larga scala. La minaccia di Trump di una guerra commerciale accarezza le insoddisfazioni e le ansie di alcuni statunitensi.
Washington è ostinata nel trasformare il mondo. Le idee diplomatiche radicali di Trump hanno recentemente preso il sopravvento nella politica USA, specialmente dopo che il presidente ha ottenuto un controllo effettivo sul Partito Repubblicano. Le tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio possono essere considerate la mobilitazione della Casa Bianca da parte del pubblico americano per una vera e propria guerra commerciale.
I nuovi obiettivi di Washington sono: trasformare gli Stati Uniti in un paese con surplus commerciale, ripristinare il suo status di potenza manifatturiera globale, assicurare il dominio della tecnologia statunitense, escludere qualsiasi possibilità di essere sfidati e mantenere i vantaggi e la forza senza precedenti delle sue forze armate.
Il piano di Washington darà un duro colpo al sistema commerciale internazionale incentrato sulle regole dell'OMC, sconvolgerà la divisione internazionale del lavoro formata dopo decenni di sviluppo e inciderà sulla distribuzione globale degli interessi.
Controffensiva è la prima reazione delle principali economie alla guerra commerciale di Washington. È difficile prevedere dove queste mosse porteranno il mondo, ma Washington inevitabilmente pagherà pesanti prezzi per i suoi tentativi di trasformare il mondo intero in un suo affluente economico. L'UE ha avvertito che circa 300 miliardi di dollari di esportazioni statunitensi dovrebbero essere contrastati con misure di ritorsione, la più forte contro-risposta alla minaccia tariffaria di Trump finora.
Se la guerra commerciale sarà portata a una tale scala, eserciterà influssi negativi irreversibili e potrebbe evolversi in una guerra commerciale mondiale. Se questo è il caso, il mondo sarebbe bloccato in una lotta aggrovigliata, e il combattente più ambizioso molto probabilmente diventerebbe un obiettivo di tutte le parti. Gli Stati Uniti si sono messi in una posizione del genere.
La Cina dovrebbe prepararsi al peggio. Essendo il mercato emergente di maggior successo, la Cina dovrà sopportare una pressione più pesante rispetto ad altri paesi. Dobbiamo accettare questo fatto. Forza resistente è un talismano e la Cina ha una maggiore capacità di resistere alla guerra commerciale rispetto ad altri paesi.
La Cina ribadisce i principi. Non accelera le tensioni né fa concessioni senza principi. È impossibile per la Cina proteggersi completamente dalla guerra commerciale, ma il paese non sarà l'unica vittima e non sarà un obiettivo comune. La Cina dovrebbe mettere sotto serio controllo i maggiori rischi in modo da superare la crisi e ridurre i costi nel percorso di ringiovanimento della nazione cinese.
(Traduzione de l’AntiDiplomatico)
Nessun commento:
Posta un commento