Per il resto del mondo la debolezza americana ed i suoi conflitti interni sono un'opportunità unica che non devono lasciarsi sfuggire.
L'agenzia di rating americana "Moody's" ha avvertito che il giudizio sul debito sovrano degli Stati Uniti può essere soggetto a "pressioni negative" per l'enorme peso del debito pubblico e l'irresponsabilità della politica fiscale americana. "Moody's" è una delle agenzie di rating del cosiddetto "Big Three" insieme a Standard & Poor's e Fitch, caratterizzata da una grande fedeltà agli interessi nazionali degli Stati Uniti e alla stabilità economica americana, ma recentemente si è distinta nel promuovere valutazioni politicamente scorrette in contrasto con la "linea generale". Ad esempio il direttore di "Moody's" ha dichiarato pubblicamente che le sanzioni contro la Russia non funzionano e che l'economia russa reggerà ad eventuali ulteriori misure in futuro.
I commenti negativi sulle prospettive dell'economia statunitense da parte di una delle principali agenzie di rating indicano che il dogma della stabilità e dell'invulnerabilità finanziaria e degli Stati Uniti richiede una seria revisione.
Secondo gli analisti di Moody's, gli Stati Uniti conservano un rating creditizio alto grazie ai privilegi economici ottenuti da Washington dopo aver vinto la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda. Sì, l'economia ricca e diversificata degli Stati Uniti è un dato di fatto.
Ma anche un'economia così ricca e diversificata non riuscirebbe sopportare il peso del debito, come quello che ha l'America oggi.
Il segreto di questa sostenibilità è lo status privilegiato della valuta americana.
"Il ruolo del dollaro americano nei mercati finanziari globali, così come l'influenza e la liquidità del mercato del debito degli Stati Uniti, eliminano tutti i rischi legati ai modi di finanziamento del governo e della bilancia dei pagamenti, fatta eccezione per i rischi più estremi. Questi fattori proteggono gli Stati Uniti da shock esterni e cambiamenti nelle condizioni di finanziamento non paragonabile con la situazione in altri Paesi," — dicono gli esperti di "Moody's ".
È interessante notare che Moody's punta alla prospettiva di abbassare il rating del debito sovrano degli Stati Uniti anche nella condizione di mantenimento della leadership e delle condizioni di privilegio del dollaro.
Questo significa che, secondo le stime dell'agenzia, il debito pubblico degli Stati Uniti e il deficit di bilancio basteranno da soli a far esplodere l'economia del paese privandolo della possibilità di rimborsare i suoi debiti.
Dietro queste convinzioni di "Moody's", si cela un'importante conseguenza geopolitica: le azioni di altri Paesi, come la Cina o la Russia, per la de-dollarizzazione del sistema finanziario globale rappresentano una minaccia diretta per la stabilità economica degli stessi Stati Uniti, pertanto Washington continuerà a contrastare tali processi.
Di fatto "Moody's" aveva tutte le ragioni di togliere la tripla A agli Stati Uniti, tuttavia si è limitata ad un "colpo di avvertimento", che però non è solo allarmistico, ma anche mirato: "Moody's" ha nel mirino Trump. E' evidente dal testo della dichiarazione dell'agenzia ci sono riferimenti espliciti ed impliciti di critica della politica protezionistica economica di Trump, inoltre la sua riforma fiscale è uno dei motivi per il peggioramento delle condizioni finanziarie degli Stati Uniti in futuro.
Se nel momento più inopportuno Trump verrà pugnalato alla schiena dalla parte scontenta dell'establishment americano, il suo piano per riportare la "grandezza americana" diventerà irrealizzabile.
Per il resto del mondo la debolezza americana ed i suoi conflitti interni sono un'opportunità unica che non devono lasciarsi sfuggire.
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