E’ chiaro che la frase di Matteo Renzi sull’aiutiamoli a casa loro abbia un obiettivo tutto elettorale. Sulla questione dei migranti si deciderà infatti il voto alle politiche del 2018 e l’ex premier intende inseguire Lega Nord e Forza Italia sul loro terreno. Renzi, che non è uno stupido, l’ha capita insomma benissimo l’importanza di lanciare messaggi di pancia agli italiani su un tema così delicato. Peccato che anche in questo caso, l’originale sia sempre meglio della copia sbiadita. Del resto, la destra, sui profughi sono anni che mena duro e con precisione chirurgica.
Il nuovo corso renziano, sempre più di destra, tenta dunque di rubare voti a quelli che potrebbero diventare tra qualche mese i suoi alleati. Una maionese impazzita, che di giorno in giorno rischia di impazzire sempre di più. Intendiamoci: in sè e per sè aiutare sudanesi e yemeniti, siriani e somali a casa loro, non è un concetto sbagliato. Chiunque, potendo scegliere tra una vita decorosa che affondi le proprie radici nei posti in cui è nato e i maledetti viaggi della speranza nei quali si va incontro all’ignoto, non avrebbe dubbi: sceglierebbe di starsene tra le quattro mura domestiche. Peccato che quella casa, per molti migranti, non esista più: distrutta da guerre e carestie, provocate da rapaci multinazionali occidentali, principalmente americane, tedesche, francesi, inglesi.
Per dire: l’avidità e il calcolo politico di Sarkozy in Libia, nel 2011, lo stiamo pagando ancora con gli interessi. L’obiettivo riuscito era mettere in ginocchio l’economia italiana. E dunque quella miseria endemica che vivono le popolazioni africane ha un solo colpevole: il mondo occidentale, che nei secoli ha depredato le enormi ricchezze del continente nero. Per cui, va bene ed è giusto ripeterlo, aiutarli a casa loro. Ma innanzitutto il mondo occidentale dovrebbe restituire con gli interessi quanto rubato finora. E allora sì che con quel denaro, montagne di denaro, davvero si potrebbero aiutare gli africani e il mondo arabo più povero a raddrizzare economie e società guidate da governi fantoccio al soldo delle multinazionali.
Certo, adesso la Germania, dopo aver costretto alla fame la Grecia, parla di aiuti concreti , di cooperazioni internazionali, parla di investimenti seri per sviluppare un mondo che si sta riversando in massa in Europa. Si: investimenti seri, in tutta L’Africa, dice la Merkel. Continente sul quale anche i cinesi hanno messo gli occhi addosso, puntando sui prodotti del sottosuolo e dell’agroalimentare. Ma per fermare questo esodo biblico ormai è decisamente tardi. Serviranno generazioni per invertire la rotta. L’Africa è in macerie e dare una mano per far diventare competitive le sue nazioni, non conviene certo alle multinazionali che da secoli considerano il continente nero popolato solo da bingo bongo, cioè braccia a costo zero o quasi da trasferire nel mondo più progredito. Il tutto per abbassare il costo dei salari , scatenando così una guerra tra poveri, proprio come hanno protestato pacificamente in questi giorni centinaia di migliaia di persone al G20 di Amburgo.
Già, perchè uno dei nodi cruciali è proprio questo. Dopo aver depredato e creato volutamente il caos, le multinazionali occidentali hanno deciso che il passo successivo sarebbe stato quello di alimentare il mercato degli schiavi. Prova ne sia che, se a piccole e grandi aziende si imponessero per i migranti veri contratti di lavoro, identici salari indirizzati verso l’alto e lotte sindacali senza cedimenti, nessuno proverebbe più ad incentivare questi esodi di massa. Scafisti e organizzazioni mafiose poi, che sul mercato degli schiavi hanno costruito un solido business, a partire dai centri di accoglienza, perderebbero tutto l’entusiasmo per l’operazione .
Renzi dice: “Dobbiamo avere uno sguardo d’insieme uscendo dalla logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi. Se qualcuno rischia di affogare in mare, è ovvio che noi abbiamo il dovere di salvarlo. Ma non possiamo accoglierli tutti noi” .Caro Renzi, qui non si tratta di essere buonisti. Si tratta di essere concreti e gestire al meglio l’ accoglienza. Assodato che fermare questa massa di persone è praticamente impossibile, l’unica è trovare un accordo serio con la pallida copia dell’Europa unita. Se davvero nel 2014 l’Italia ha accettato di accogliere migranti in cambio di un occhio di riguardo sullo sforamento del 3 per cento, allora ci siamo fregati con le mani nostre. Se invece cosi non fosse, l’Italia deve battere i pugni sul tavolo di Bruxelles e trovare con la decrepita Europa una soluzione condivisa. Riaprire il corridoio dei balcani , ad esempio, e distribuire i migranti in maniera equa. A costo anche di azioni eclatanti. Perché la Ue e il mondo Occidentale non possono lavarsene le mani. Stiamo parlando di esseri umani, non di numeri. E il valore della solidarietà non si può vendere al cinico mercato della politica. Lo dobbiamo alle migliaia di bambini che sbarcano sulle nostre coste. Avrebbero tutto il diritto di chiedere una sacrosanta redistribuzione della ricchezza, dopo secoli di furti in casa loro. Si accontentano di sognare almeno un futuro migliore, in casa dei loro aguzzini.
LUCIO GIORDANO
9 Luglio 2017
9 Luglio 2017
Fonte: qui
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