LA PROCURA DI TRAPANI HA SCOPERTO UN TARIFFARIO CHE GARANTIVA PIÙ SOLDI A EQUIPAGGIO E COMANDANTE IN BASE AI MIGRANTI RACCOLTI IN MARE
IL REATO PER IL COMANDANTE È FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
INTERROTTE LE OPERAZIONI IN MARE
Fausto Biloslavo per il Giornale
Il cerchio inizia a stringersi attorno a Save the children, l' Ong salva migranti, che ha partecipato ai recuperi al largo della Libia finiti sotto inchiesta.
Ieri mattina gli agenti del Servizio centrale operativo della polizia hanno perquisito Vos Hestia, la nave che l' organizzazione umanitaria utilizza nel Mediterraneo centrale. La procura di Trapani ha scoperto un «tariffario» che garantiva più soldi all' equipaggio e al comandante della nave, se «salvavano» in mare un maggior numero di migranti. Oltre al salario era previsto un bonus mensile e 50 euro a testa per ogni natante recuperato.
Per dieci natanti, nel periodo di «punta», si poteva incassare anche 500 euro in più in pochi giorni. Un incentivo non indifferente. Save the children ribadisce, come un disco rotto, che «l' Ong non è indagata», ma si tratta di una foglia di fico.
Sotto inchiesta della procura di Trapani, per ora, è finito il comandante della nave durante i discussi recuperi in mare dei migranti, Marco Amato. Il reato ipotizzato è di favoreggiamento dell' immigrazione clandestina, anche se potrebbe esserci dell' altro. Qualche settimana fa è stato notificato ad Amato un avviso di proroga delle indagini. Il comandante avrebbe omesso di informare l' autorità giudiziaria che in un' occasione alcuni migranti portati a bordo erano stati trovati in possesso di un ingente quantitativo di droga, che sarebbe stato gettato in mare.
«La perquisizione è stata finalizzata al sequestro di materiale cartaceo e informatico allo scopo di verificare l' esistenza di foto e video che documentino gli eventi Sar (salvataggio, nda) e di comunicazioni ricollegabili al traffico di migranti» è stato precisato dalla questura di Trapani. Durante l' operazione sono stati sequestrati due computer portatili, dei tablet, i computer della nave, un telefono satellitare, un cellulare, una memoria esterna e il giornale di bordo dall' agosto 2016 a oggi.
Il materiale si trovava in plancia ed era nella disponibilità del nuovo comandante, Paolo Alfonso Russo, del team leader di Save the Children Romain Lasjuilliarias, del suo vice Javier Garcia Cortes, dell' addetta alla logistica Paloma Gonzalez Fernandez e del mediatore culturale Hassan Ali Sayed Salem.
L' Ong ribadisce che si tratta di un' operazione «relativa a una ricerca di materiale per reati che, allo stato attuale, non riguardano Save the Children, come si evince dallo stesso decreto di perquisizione». L' organizzazione umanitaria sottolinea che «la documentazione oggetto di ricerca è relativa a presunte condotte illecite commesse da terze persone». Se le terze persone sono l' ex comandante e membri dell' equipaggio è un po' arduo sostenere che l' Ong non ne sapesse nulla avendo sempre a bordo un responsabile e altro personale umanitario.
L' inchiesta è partita lo scorso anno proprio da due ex poliziotti, Lucio Montanino e Pietro Gallo, a bordo dell' unità di Save the children, che si occupavano della sicurezza. Poi sulla nave si è infiltrato un agente sotto copertura, che ha inchiodato con foto e filmati come le Ong facessero da taxi del mare dei migranti.
Il 26 giugno l' agente sotto copertura assiste all' incredibile scena di tre trafficanti che su un gommone affiancano sotto bordo nave Vos Hestia. E in arabo avvertono «che sta a arrivando gente». «Successivamente sono arrivati diversi barconi e gommoni, ognuno con centinaia di persone a bordo» si legge negli atti.
Lo scorso mese la trasmissione di Canale 5, Matrix, ha mandato in onda un filmato imbarazzante sui «salvataggi» di Vos Hestia. Il mare è piatto, nessun pericolo e i migranti a bordo dei barconi vengono frustati dagli scafisti sotto il naso del personale di Save the children arrivato a «salvarli». Anche la nave Vos Hestia potrebbe venire sequestrata per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina.
Save the children ha firmato il codice di condotta imposto dal Viminale, ma guarda caso ieri ha annunciato che sospende le operazioni in mare. La decisione «arriva dopo aver valutato attentamente la riduzione del flusso di migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo centrale per raggiungere l' Europa e le mutate condizioni di sicurezza ed efficacia delle operazioni di ricerca e soccorso nell' area».
Fonte: qui
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