LE INDAGINI POTREBBERO ASSUMERE LE PROPORZIONI DI DISASTRO AMBIENTALE
Fabio Postiglione per www.corriere.it
Chi scava trova e alla fine la «monnezza» è salita a galla. Il tempo delle illazioni è finito: sotto la Tav di Afragola ci sono rifiuti “tombati”. Nel terreno sul quale si poggia imponente l’opera architettonica più importante degli ultimi anni realizzata nel Mezzogiorno e costata oltre 100 milioni di euro, sono state trovate scorie tossiche che lambiscono finanche la falda acquifera.
Adesso si procederà ad altri scavi per cercare di arrivare fino all’acqua, quella che irriga i campi coltivati a broccoli e cavoli, che abbevera migliaia di persone e che scorre con la forza di un fiume sotto i treni dell’Alta velocità che da Milano frecciano verso Napoli e si fermano nella «Porta del Sud».
Nulla sarà lasciato al caso e per questo saranno disposti anche esami sulla contaminazione da agenti esterni della falda che potrebbe essere inquinata, ma la cautela è d’obbligo. I carabinieri della Forestale, coordinati dal generale Sergio Costa, hanno delegato le operazioni al Nucleo investigativo del capitano Rosa Codella, che in queste ore è impegnata con i suoi uomini alle trivellazioni disposte dalla Procura di Napoli Nord per una indagine che potrebbe assumere le proporzioni di un disastro ambientale.
Un’inchiesta che prende una strada ben precisa e punta innanzitutto ad individuare quanti rifiuti siano stati occultati sotto le fondamenta di una parte della stazione progettata dall’architetto Zaha Hadid, ma soprattutto la natura e quindi la pericolosità di quegli scarti. Ieri è stata completata la quinta trivellazione arrivata fino a tredici metri di profondità, a lambire per l’appunto la falda acquifera.
Secondo i calcoli dei geologi e le loro proiezioni morfologiche del territorio è necessario ancora un altro foro che sarà praticato questa mattina in un altro punto del parcheggio finito in parte sotto sequestro su ordine del pm Giovanni Corona, coordinato dal procuratore aggiunto Domenico Airoma e dal procuratore capo Francesco Greco.
Dopodiché il lavoro si concluderà con le analisi chimiche di quanto raccolto e gli scenari, purtroppo, sono tutti aperti. Anche perché non è finita qui. C’è un’indagine parallela che nasce proprio da quella sulla Tav e quasi «per caso».
Nelle ispezioni della Forestale lungo le vie che costeggiano la stazione e che, come aveva documentato il Corriere del Mezzogiorno, erano e sono ancora piene di rifiuti di ogni genere, furono sorprese alcune persone che rimuovevano lastre di amianto. Facevano parte di «Campania Ambiente», la società in house di Palazzo Santa Lucia addetta alla raccolta di rifiuti abbandonati lungo le strade.
Secondo la Procura di Napoli Nord quella società non aveva strumenti, autorizzazioni e siti per bonificare quell’area inquinata, così ieri gli stessi uomini che si stanno occupando delle trivellazioni hanno perquisito la sede dell’azienda e gli uffici del settore ambiente del comune di Afragola, sequestrato un campo pieno di lastre di amianto e un sito di stoccaggio a San Cipriano d’Aversa.
Traffico illecito di rifiuti è l’ipotesi di reato contestata dai pm e per ora non ci sono indagati. Si sospetta che oltre allo smaltimento irregolare di scorie ci sia stato uno sperpero di milioni di euro destinati dalla regione Campania a società che si occupano delle bonifiche di comuni della Terra dei Fuochi. Oltre il danno, la beffa.
Fonte: qui
Nessun commento:
Posta un commento