IL CASO PROFUGHI
Letizia Tortello per la Stampa
L' Austria svolta a destra. L' onda nazionalista xenofoba e anti-islam dell' Fpö di Strache, dopo il boom previsto dai sondaggi, si ferma al terzo con il 26% dei voti.
Ma guadagna 11 seggi. Vienna ieri ha votato per rinnovare il parlamento. I socialdemocratici dell' Spö che erano il primo partito e governavano, considerando gli ultimi dati di ieri sera, tengono con il 26,9%, il peggior risultato di sempre, e finiscono secondi con il cancelliere uscente Christian Kern che ammette i suoi errori. Con loro, gli austriaci hanno messo un argine allo strapotere dell' estrema destra.
Comunque vada con la coalizione di governo, la cosa certa è che il Paese senza sbocchi sul mare farà pressione su Bruxelles per il controllo delle frontiere e per fermare l' immigrazione illegale.
Nel caso di un' alleanza «nero-blu» delle destre, tra Kurz e Strache, che insieme hanno ottenuto quasi il 60%, l' Austria potrebbe diventare una spina acuminata nel fianco della Ue e per la politica di accoglienza di Merkel e Macron.
È accaduto ancora una volta quel che è capitato in Olanda prima e in Francia poi, dove l' estrema destra populista non ha sfondato. I popolari impersonati dal «Re Sole» dell' Övp, il 31enne Sebastian Kurz, staccano tutti con un risultato ben sopra il 31%.
Kurz vince, ma avrà bisogno di un partner. Martedì si apriranno le consultazioni con il presidente della Repubblica Van der Bellen, che già fa sapere: «Certi ministri non sono graditi». Si riferisce ad un' eventuale nomina del suo rivale alle presidenziali Norbert Hofer (Fpö). Se il 31enne diventerà cancelliere, sarà il leader più giovane del mondo.
Determinato a proteggere i confini del Paese d' Oltralpe dall' arrivo dei migranti e a respingere in toto quelli irregolari. Chiederà alla Ue più sussidiarietà e autonomia per gli Stati dal governo centrale di Bruxelles.
«Il nostro è un risultato storico, in 50 anni è la seconda volta che arriviamo al primo posto, non succedeva dagli anni '70», commenta contento Kurz alla tv Orf pubblica. Soprattutto se si considera il suo «miracolo»: ministro degli Esteri uscente, ha preso in mano il partito cristianodemocratico rottamando la vecchia guardia cinque mesi fa e l' ha fatto balzare in testa.
La svolta Il voto dice che la quieta e silenziosa Austria, cerniera dell' Europa, con un' economia che cresce quasi il doppio di quella dell' Italia e per la prima volta nel 2017 più della media europea, si è ribellata all' arrivo di quasi 90 mila migranti nel 2015 (più che in Germania rispetto alla popolazione). Voleva una svolta. Il vincitore Kurz, enfant prodige della politica austriaca, a 24 anni sottosegretario all' Integrazione e a 27 ministro, l' ha incarnata.
È stato scaltro a rappresentare il cambiamento. Amico del premier ungherese Orban, con lui ha gioito della chiusura della rotta balcanica. Ha interpretato l' umore di base della popolazione, caratterizzato dalla paura, la sua retorica ha messo nello stesso calderone rifugiati e terroristi islamici, è stato bravo a soggiogare tutti i temi alla questione migranti, trattandoli come il capro espiatorio di quel che non va nel Paese. Nel nuovo Nationalrat guadagnerà 15 deputati. Mentre 11 in più ne prenderanno i liberalnazionalisti di Strache.
Nazionalisti ripuliti La Fpö erede di Haider cresce rispetto a cinque anni fa. Ha quasi eguagliato il risultato del '99, quando si coalizzò con l' Ovp e l' Austria attirò su di sé le sanzioni di 14 Stati europei per i toni xenofobi del suo governo. Vienna precipitò nel peggior isolamento della sua storia. Ora l' alleanza potrebbe replicarsi. Strache gioca su due tavoli. Ha abbandonato il passato giovanile vicino ai gruppi neonazisti, i suoi toni sono diversi dall' AfD tedesca. «Siamo arrivati al cuore della società», ha commentato.
«Visto che ci hanno copiato il programma, ci sono possibilità di fare una coalizione». Con i popolari, con cui condivide la visione sull' immigrazione, o con i socialdemocratici dell' Spö, che sarebbe un' alleanza certo bipolare: Kern ha posto come condizione per collaborare una visione non euroscettica.
Ko socialdemocratico Il cancelliere uscente ammette «gli errori commessi». Sono «tempi difficili per i socialdemocratici - dice -, ma considerata la situazione europea il risultato va bene». L' Austria apre uno scenario di incertezza, che potrebbe portarla più vicina ai Paesi di Visegrad, sicuramente lontana dalla confinante Germania, con cui qualunque cancelliere dovrà fare i conti.
Fonte: qui
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