9 dicembre forconi: A BRESCIA UN 43ENNE ISTRUTTORE DI KARATE E’ ACCUSATO DI ABUSI SESSUALI NEI CONFRONTI DI MINORENNI

sabato 7 ottobre 2017

A BRESCIA UN 43ENNE ISTRUTTORE DI KARATE E’ ACCUSATO DI ABUSI SESSUALI NEI CONFRONTI DI MINORENNI

ALMENO SEI LE VITTIME CHE, PER GLI INQUIRENTI, “VENIVANO PLAGIATE E MANIPOLATE DA UN INDIVIDUO MANIACALE E INSAZIABILE” 
IL DRAMMATICO RACCONTO DI UNA MADRE E DELLA FIGLIA 16ENNE INNAMORATA DEL CARNEFICE 
Mara Rodella per il Corriere della Sera

gluteo palestratoGLUTEO PALESTRATO
Le faceva sentire donne. Le esortava a lavorare duramente con gli attrezzi e i pesi, perché «nella vita bisogna sempre puntare in alto per raggiungere i propri obiettivi», a partire dalla forma fisica. Le convinceva che potevano bastare a se stesse: sole e sfrontate. Ma una aveva appena 12 anni. Tanto c' era lui, al loro fianco («e ci sarò sempre» scriveva loro su Facebook). E il mondo poi era tutto lì: in una palestra sul Garda, in provincia di Brescia. Con la musica a palla e le luci strobo. Dove l' infermeria diventava un' alcova per consumare il peggiore dei mali: «Va tutto bene, sarà bellissimo». Avrebbe dovuto tutelarle, le sue allieve.

SESSO CON MINORENNISESSO CON MINORENNI
E invece per violenza sessuale aggravata o di gruppo, atti sessuali con minorenni e detenzione di materiale pedopornografico (le filmava, le «sue ragazze») è finito in manette C. C., un istruttore di karate di 43 anni, sposato e titolare della palestra che tutte frequentavano assiduamente. Altri tre complici, che agli abusi avrebbero partecipato su suo invito, sono stati iscritti nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, titolare del fascicolo. Le indagini hanno riavvolto il nastro addirittura fino al 2003.

Almeno sei le vittime (anche se un caso risulta prescritto e in un altro la querela è stata depositata oltre i termini): ragazze molto spesso plagiate, manipolate da una figura che gli inquirenti definiscono maniacale e che secondo il gip che ne ha firmato l' ordinanza di custodia cautelare in carcere «mostrava un' assoluta noncuranza per le conseguenze della sua condotta, passando da una ragazza all' altra in modo insaziabile». In alcuni casi si è presentato anche a casa, dai genitori (disperati): «Sono innamorato di vostra figlia. Farei di tutto per lei. Non posso farci nulla se più grandi non mi piacciono». Dicono pure che la moglie sapesse.
ABUSI SESSUALIABUSI SESSUALI

Una delle allieve, tra le prime «prede» ad aver subito violenze nel 2008 e ormai maggiorenne, nei mesi scorsi ha trovato il coraggio di parlare e denunciare: prima confidandosi con il fidanzato, poi confermando tutto alla magistratura. «L' ho visto appartarsi con una ragazzina, è minorenne», ha detto. «Non deve fare ad altre ciò che ha fatto a me: quell' uomo mi ha rovinata. E va fermato», lo sfogo disperato. Non era l' unica, però. Le ragazze sono state convocate in Procura e interrogate. Le più grandi hanno (a fatica e grazie a un difficile percorso psicologico) maturato la consapevolezza di essere state «vittime»: «Di chi ha rubato loro l' adolescenza e la dignità convincendole che fosse tutto normale», commenta l' avvocato di parte civile Michela Marchesi, che ne assiste tre.

VIOLENZA DONNEVIOLENZA DONNE
Non tutte, però. L' ultima in ordine di tempo, abbordata l' anno scorso quando ancora non aveva compiuto 16 anni, non parla quasi più con sua madre: «Mi avete tolto l' uomo della mia vita, lui era il meglio per me, voi non lo capite». Sotto sequestro sono finiti anche i suoi pc, tablet e telefonini (c' erano 75 mila messaggi). La mamma si logora, ma non ha alcuna intenzione di arrendersi. «Ho visto mia figlia cambiare, allontanarsi da tutto. Un giorno mi chiamò un' altra ragazza, un po' più grande, che frequentava la palestra: "La porti via da lì, non voglio che le succeda quello che è capitato a me. Quell' uomo mi ha rovinata". E così ho fatto. Ma è una battaglia durissima, spero solo si renda conto prima o poi di cosa è successo». Perché lei è ancora una ragazzina. E non la donna che lui, il suo allenatore, le diceva di essere per adescarla.

Fonte: qui

MI DICEVA TI AMO E MI SENTIVO BELLA MA LUI HA ABUSATO DI ME” 
IL DRAMMATICO RACCONTO DI UNA DELLE VITTIME DELL’ISTRUTTORE DI KARATE, 43ENNE, ACCUSATO DI VIOLENZA SU MINORI 
“L'HO VISTO APPARTARSI CON UNA RAGAZZINA, ANCHE LEI MINORENNE. QUELL' UOMO MI HA ROVINATA”
Ferruccio Pinotti per il Corriere della Sera

ABUSIABUSI
Francesca - ti chiameremo con un nome di fantasia per ovvie ragioni processuali e di protezione della tua identità - come hai trovato la forza per denunciare l' istruttore di karate che ha abusato di te e di altre ragazze?
«È stato un percorso difficile e doloroso, iniziato a gennaio. Soltanto a dicembre dell' anno scorso ho smesso di frequentare quella palestra dell' orrore e ho trovato il coraggio di parlare e di denunciare: prima confidandomi con il mio fidanzato, poi con la mia famiglia, quindi con una psicologa e con la onlus Prometeo per la lotta alla pedofilia, infine raccontando tutto alla magistratura».

Qual è stata la molla ?
MAESTRO KARATE BRESCIAMAESTRO KARATE BRESCIA
«L' ho visto appartarsi con una ragazzina, anche lei minorenne. E allora mi sono detta: non deve fare ad altre ciò che ha fatto a me: quell' uomo mi ha rovinata. Va fermato. L' ultima sua vittima aveva 15 anni, ci assomigliavamo sia fisicamente che psicologicamente. Ho iniziato a dirmi: cosa sta succedendo? Ho cominciato a rendermi conto, a ricordare. Il cammino è stato difficile, ero titubante. Poi tutte queste persone mi hanno convita ad andare dai magistrati».

L' argomento decisivo?
«Una frase molto semplice, la stessa che ripeterò a ogni ragazza che incontrerò: pensa se succedesse a tua figlia».

Con quale tecnica l' istruttore ha coinvolto te e le altre ragazze?
«Aveva molta confidenza con me e con molte ragazzine che frequentavano la palestra. Inizialmente ti faceva sentire più forte e più bella, poi diventava morboso».
violenza sessualeVIOLENZA SESSUALE

A che età sono iniziati gli abusi su di te?
«Ci siamo conosciuti quando avevo dodici anni, abbiamo avuto i primi rapporti quando ne avevo tredici e sono andati avanti fino a diciassette. Con me e le altre ragazzine usava tecniche di manipolazione raffinata, a ognuna faceva credere che era innamorato, diceva che si era separato dalla moglie. Era abile e pericoloso: anche quando ha smesso di abusare di me ha mantenuto un rapporto di amicizia, davo una mano in palestra. Solo nel dicembre scorso mi sono staccata da quell' ambiente».

Ti è capitato, come avviene a tante vittime di abusi, di rimuovere i fatti, di nasconderli in un angolo della tua coscienza?
VIOLENZA SESSUALEVIOLENZA SESSUALE
«Sì, mi è successo spesso. Quando provavo a ricordare avevo dei buchi. Alcune cose mi tornavano in mente ma mi venivano crisi pesanti, piangevo a lungo. Poi riaffioravano altri ricordi o ritrovavo una foto. Altri episodi sono emersi perché li sognavo e così ne prendevo coscienza. Era come un puzzle, ricostruito con lentezza».

Come hai capito che altre ragazzine erano cadute nella sua trappola?
«Mi ha raccontato lui di un' altra ragazzina della palestra. Poi ha detto: mi sono innamorato di lei, ha quindici anni».

La sua era una specie di tecnica per irretirvi?
«Persone così ti fanno sentire speciale, sostituiscono i genitori, ti allontanano da loro e dagli amici, giocano sui sensi di colpa. Se uscivo con gli amici, me lo faceva pesare».
STUPROSTUPRO
Una delle ragazze abusate dopo di te ancora lo difende. L' ultima in ordine di tempo, abbordata l' anno scorso quando ancora non aveva compiuto sedici anni, non parla quasi più con sua madre: «Mi avete tolto l' uomo della mia vita».

«Anche a me diceva che ero la prima e l' unica, mi faceva sentire importante ma intanto mi isolava da famiglia e amici. Una manipolazione terribile, sottile ma efficace».

Che rapporti avevi con i tuoi genitori, in quegli anni di abusi?
«Mi vedevano strana, ma non avevano modo di capire. Più mi chiedevano che cosa avessi e più diventavo cattiva con loro. Tornavo a casa dopo gli abusi e piangevo. Ma non mi aprivo. A peggiorare le cose c' era il fatto che lui aveva creato un rapporto di fiducia con la mia famiglia. Uno schema che penso abbia ripetuto anche con altre. Purtroppo non avevo la forza per parlare, ero come impietrita, prigioniera di un incubo che non finiva mai».

Come convivi con il dolore?
«Ho le mie crisi, dei momenti di debolezza.
PALESTRAPALESTRA
Anche i miei genitori vivono un forte senso di colpa. Ma ci sono. E spero che insieme sapremo recuperare».

Il tuo istruttore è stato definito dagli inquirenti un uomo «dalla totale assenza di freni inibitori e incapace di contenere l' impulso sessuale». È emerso che ha coinvolto anche altri uomini. È stato così anche per te?
«Purtroppo sì».

Odi gli uomini, ora?
«No. Certo, non è stato facile ma ho superato. Se ce l' ho fatta io se ce la possono fare altre. Mi ha sostenuto anche la onlus Prometeo. Ho contattato il suo presidente Massimiliano Frassi su Facebook e mi ha subito aiutata. Mi ha dato un fantastico supporto. Quando le indagini e la vicenda processuale saranno in una fase più avanzata collaborerò con Prometeo, farò conferenze per aiutare altre persone a denunciare».

Nonostante questa brutta esperienza sei ottimista?
poliziaPOLIZIA
«Dopo aver denunciato ho ricominciato a vivere. Sono sempre stata positiva. Non voglio essere quella che si piange addosso, non voglio far pesare la mia storia. Voglio invece aiutare altre ragazze come me, dopo il processo. Sarà il mio impegno».

Fonte: qui

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