PINOTTI: ‘RISULTA QUALCHE FONDATEZZA RISPETTO ALLE ACCUSE MOSSE’
Simone Innocenti per http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze
Il ministro Pinotti: se vero di gravità inaudita
«Gli accertamenti sono ancora in corso ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse». Così il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervenuta a Milano al «Tempo delle Donne» del Corriere delle Sera, sul caso delle due ragazze.
«Si tratterebbe, e usiamo ancora il condizionale, di un episodio gravissimo - ha aggiunto l’esponente del governo -. Lo stupro è sempre qualcosa di grave, ma è di gravità inaudita se viene commesso da carabinieri in uniforme perché i cittadini si rivolgono loro e a quella divisa per avere rassicurazioni e sicurezza. Non abbiamo ancora ricevuto comunicazioni, abbiamo appreso tutto dai media, ma qualora l’accusa dovesse essere ufficializzata, i due carabinieri verranno immediatamente sospesi e seguiremo le indagini».
Il dipartimento di Stato Usa: prendiamo accuse seriamente
«Prendiamo queste accuse molto seriamente»: così il dipartimento di Stato Usa ha commentato all’Ansa la vicenda delle due studentesse universitarie statunitensi che hanno accusato due carabinieri in servizio di averle violentate dopo averle accompagnate a casa da una discoteca.
Il console da carabinieri e questore
Il console generale Usa a Firenze, Benjamin Wohlauer, si è recato questa mattina presso il comando provinciale dei carabinieri di Firenze, su invito degli stessi militari. Dal comando provinciale di Firenze si fa sapere che il console è stato rassicurato sulla massima «trasparenza, rigore e sforzo dell’Arma per arrivare alla verità». Durante l’incontro è stata inoltre sottolineata da parte dei carabinieri la volontà «di rassicurare tutti i cittadini stranieri che l’Arma è a fianco alla gente da sempre e continuerà ad esserlo. Questo episodio — è stato precisato —, non deve minare l’impegno di donne e uomini che ogni giorno mettono a repentaglio la loro vita per i cittadini». Nel corso della mattinata il console Usa ha avuto anche un incontro col questore Alberto Intini.
LE DUE RAGAZZE ERANO ASSICURATE ANCHE CONTRO IL FURTO
Marco Gasperetti per www.corriere.it
Sono stati indagati i due carabinieri accusati di violenza carnale da due studentesse universitarie americane. Sono i componenti dell’equipaggio di una delle tre “gazzelle” che mercoledì notte erano intervenute a piazzale Michelangelo, uno dei belvedere più suggestivi di Firenze, per sedare l’inizio di una rissa alla discoteca Flo. Sono due militari toscani, il primo poco più che trentenne, il secondo è un 45enne e le indagini saranno condotte dalla procura militare di Roma.
Non sono stati ancora interrogati e nei loro confronti non è stato preso alcun provvedimento. «Si aspetta il risultato del dna prelevato dai vestiti delle due studentesse», spiegano gli investigatori. La sensazione è che i due carabinieri abbiano effettivamente dato un passaggio alle due studentesse che alle 2.30 di mercoledì erano uscite dalla discoteca entrambe in stato di ebbrezza e una di loro sotto l’effetto della cannabis. «Ci hanno offerto un passaggio, ci hanno accompagnato a casa in auto. Poi ci hanno violentato», hanno raccontato le due ragazze in stato di choc alla polizia.
Il passaggio verso casa
I due militari avrebbero realmente accompagnato le due studentesse nella loro casa di via Tornabuoni, una delle vie più lussuose del centro storico di Firenze. Poi la storia si perde nella nebbia e a fare testo sono i racconti delle due giovani americane, giudicati attendibili dalla procura anche se con diverse incongruenze. I due militari, sempre secondo la versione delle studentesse, avrebbero accompagnato le ragazze a casa e poi le avrebbero violentate in ascensore e sulle scale del palazzo. Reazione della dipartimento di Stato Usa: «Prendiamo queste accuse molto seriamente».
La presunta violenza e tante ombre
E’ una storia che fa rabbrividire quella che si sta consumando in queste ore a Firenze. Ancora oscura, strampalata, piena di dubbi e incongruenze, messaggera di verità o di menzogna e che rischia di gettare ombre e fango su un’istituzione, i carabinieri, simbolo di legalità e giustizia.
In attesa dell’esame del Dna, che fugherà ogni dubbio, l’unica cosa certa, è che le ragazze hanno bevuto molto e una di loro aveva fumato cannabis: lo hanno confermato i test alle quali sono state sottoposte giovedì pomeriggio e il loro stato, se la violenza fosse confermata, aggraverebbe la posizione dei carabinieri perché le “vittime” non sarebbero state in grado di intendere e di volere e anche se i presunti violentatori dichiarassero che erano consenzienti l’accusa di violenza sessuale non cadrebbe e anzi ci sarebbero delle aggravanti. Le due ragazze avevano un assicurazione che prevede anche una copertura in caso di stupro.
Le due studentesse a Firenze frequentano i corsi di una famosa università statunitense, un locale all’aperto a Piazzale Michelangelo, la terrazza più bella e romantica per guardare dall’alto di una collina la città e i suoi monumenti straordinari.
Le incongruenze
Anche la cronaca di quella notte è piena di incongruenze. Alle 2.30 i carabinieri ricevono una chiamata. «C’è una rissa, venite, si stanno massacrando di botte». Tre gazzelle, con a bordo sei carabinieri, raggiungono in pochi minuti il locale. Ma gli animi si sono già calmati e i più violenti sono fuggiti. Tutto sembra essere tornato tranquillo e le auto dei militari tornano alla base. Secondo le studentesse però non tutte e tre. Una “gazzella” si ferma mentre le americane, che probabilmente barcollano un po’ per qualche bicchiere di troppo, stanno camminando ai lati della strada. E, secondo le testimonianze delle presunte vittime, i carabinieri si offrono di accompagnarle a casa. E qui, nell’androne del palazzo (sempre secondo le testimonianze delle studentesse) si sarebbe consumata la presunta violenza.
Le deposizioni in Procura
Le due studentesse sono state ascoltate al lungo in procura e hanno visionato anche alcune delle foto dei carabinieri di servizio sulle gazzelle quella notte. Sugli abiti che indossavano la notte del presunto stupro sono stati eseguiti gli esami del Dna. E probabilmente solo da lì potrà arrivare la verità. Il consolato non ha voluto fornire dettagli per motivi di privacy ma ha fatto sapere che sta seguendo il caso e dando assistenza alle due connazionali.
Al comando provinciale dei carabinieri di via Ognissanti si segue con apprensione l’evolversi delle indagini seguite dagli stessi carabinieri insieme alla polizia. Il comandante provinciale, Giuseppe De Liso, è stato ricevuto dal console americano a Firenze Benjamin V. Wohlauer. Il diplomatico ha espresso tutta la sua fiducia nell’Arma dicendosi convinto che si farà chiarezza su questo episodio.
Fonte: qui
“LE BEVUTE E LE CANNE POI IL PASSAGGIO A CASA. QUEI MINUTI TERRIBILI SENZA RIUSCIRE A URLARE”: IL RACCONTO DEL PRESUNTO STUPRO DELLE STUDENTESSE AMERICANE A FIRENZE
ACCUSATI DI VIOLENZA SESSUALE DUE CARABINIERI IN SERVIZIO QUELLA NOTTE
LA TESTIMONIANZA DI UNA DELLE DUE DONNE: “L'UOMO IN DIVISA ENTRA CON ME E QUANDO LA PORTA SI CHIUDE MI VIOLENTA. E' UN RAPPORTO COMPLETO MA NON HO LA FORZA DI REAGIRE”
RITROVATE TRACCE DI MATERIALE BIOLOGICO SULLE SCALE E NELL'ASCENSORE
Marco Gasperetti per il Corriere della Sera
Sono le 2.30. Due studentesse universitarie, poco più che vent' anni, americane, da un paio di mesi in Italia per studiare arte e design, escono dalla discoteca Flo di piazzale Michelangelo, il belvedere di Firenze. Una di loro tira fuori lo smartphone e chiama un taxi. «Non stavamo bene, avevamo bevuto troppo», avrebbero ammesso qualche ora più tardi davanti all' agente di polizia che, accanto a due psicologhe, avrebbe ascoltato il loro racconto.
Una di loro si è fatta una «canna», racconta che fa fatica a camminare. «A un tratto vediamo lampeggiare qualcosa. È una «gazzella» dei carabinieri - raccontano nella loro testimonianza, che è ancora tutta da verificare -. «Si avvicinano, sono due militari in divisa. Ci dicono che se vogliamo possono darci un passaggio». Accettano, perché di notte è meglio così. Appena arrivate in Italia hanno partecipato a un incontro, organizzato dalla questura, durante il quale alcuni poliziotti hanno spiegato loro come comportarsi.
«Ci hanno detto di stare attente alle regole, di non bere e non passeggiare da sole di notte in luoghi isolati e soprattutto di non fare l' autostop agli sconosciuti. Ma quei carabinieri non sono sconosciuti, sono friends , amici». Le studentesse dicono agli investigatori di aver accettato di salire in macchina. «Sono gentili, ci accompagnano a casa», raccontano. Dall' appartamento del centro storico della città, dove le studentesse abitano insieme ad altre compagne di studi, ci sono poco meno di otto chilometri. Una quarantina di minuti a piedi se si va di buona lena, meno di dieci minuti in auto.
A questo punto il loro racconto, vero o presunto, diventa drammatico. «Arriviamo a casa, i carabinieri parcheggiano l' auto (risulterà poi che i due militari hanno avvisato la centrale che stanno effettuando un controllo, ndr ) e si offrono di accompagnarci sino a casa». Ci sono telecamere nella zona, riprendono la scena, l' auto dei carabinieri presumibilmente resta ferma lì per 23 minuti. Camminano a fatica, sono sorrette dai due carabinieri. Nella denuncia, che presenteranno poche ore dopo in questura, le due ragazze spiegano che una di loro, quella che ha bevuto di più, decide di prendere l' ascensore.
È la parte più controversa del racconto, ma anche quella decisiva, se sarà confermata. «L' uomo in divisa entra con me e quando la porta si chiude mi violenta - ricorda la più giovane -. Si avvicina, mi mette le mani addosso, è un rapporto completo, che subisco perché non ho la forza di reagire. Non riesco a gridare, non chiedo aiuto. Dura pochi minuti. Terribili». L' amica - raccontano le due studentesse - sale le scale sorretta dal secondo militare. Si muove a fatica e a un certo momento - continuano - sembra che si fermi esausta appoggiandosi al muro di un piano. «E lui mi stupra», racconta in lacrime all' agente di polizia. Sulle scale e nell' ascensore restano tracce biologiche. Poi le due ragazze sarebbero entrate nell' appartamento.
«Le nostre amiche capiscono subito il dramma. Ci chiedono spiegazioni. Le rispondiamo in lacrime che ci hanno violentato, sono stati i carabinieri». Una delle inquiline chiama la polizia. Scatta il protocollo rosa contro le violenze. Visite in due ospedali, psicologi, residenza protetta dove ieri le ragazze sono state raggiunte dai familiari. È l' alba, la notte fiorentina adesso è proprio finita. Ma l' incubo no. Dall' androne della scuola delle ragazze ieri mattina due compagne delle ragazze quasi si commuovono. «Firenze è la Bellezza nel mondo. Adesso deve splendere di verità», sussurrano per poi scomparire dietro uno dei vicoli del centro storico.
Fonte: qui
IL CARABINIERE CONFESSA: “ABBIAMO FATTO SESSO. NESSUNA VIOLENZA. LEI ERA CONSENZIENTE”
SVOLTA NELLE INDAGINI SUL PRESUNTO STUPRO DELLE DUE RAGAZZE AMERICANE A FIRENZE. NEI SUOI CONFRONTI L’ARMA HA GIÀ AVVIATO IL PROCEDIMENTO PER LA SOSPENSIONE DAL SERVIZIO
IL CARABINIERE CONFESSA: “ABBIAMO FATTO SESSO. NESSUNA VIOLENZA. LEI ERA CONSENZIENTE”
SVOLTA NELLE INDAGINI SUL PRESUNTO STUPRO DELLE DUE RAGAZZE AMERICANE A FIRENZE. NEI SUOI CONFRONTI L’ARMA HA GIÀ AVVIATO IL PROCEDIMENTO PER LA SOSPENSIONE DAL SERVIZIO
LA CONFESSIONE NON ATTENUA LA RESPONSABILITA' DI CHI PORTA UNA DIVISA IN NOME DEL PAESE
Fiorenza Sarzanini per www.corriere.it
Uno dei due carabinieri indagati avrebbe confessato di aver avuto un rapporto sessuale con una delle ragazze. Avrebbe raccontato che si è trattato di un rapporto consenziente. «Mi ha invitato a casa e siamo stati insieme». Il militare si è presentato dal magistrato con il suo avvocato. «Nessuna violenza», ha dichiarato.
Adesso sono in corso le verifiche per ricostruire la reale dinamica della vicenda e soprattutto per capire il ruolo dell’altro carabiniere, anche lui indagato. In ogni caso nei suoi confronti l’Arma ha già avviato il procedimento per la sospensione dal servizio e poi si valuteranno gli altri provvedimenti.
Fonte: qui
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