AL MOLINETTE DI TORINO C’E’ ENTUSIASMO PER LA RIUSCITA DI UN DELICATO INTERVENTO TORACICO CON IL “DA VINCI XI"
COSTO DEL GIOIELLINO? 2 MILIONI DI EURO
MA I MEDICI SPARIRANO? - VIDEO
1 - CINA, DAL DENTISTA TI OPERA IL ROBOT
Paolo Mastrolilli per la Stampa
Sono già nelle nostre case, nei negozi, e adesso anche negli ospedali, dove possono operarci senza alcuna assistenza da parte degli esseri umani. Parliamo del robot che in Cina ha effettuato il primo impianto dentistico su una paziente, con i medici nella stanza che si limitavano ad osservare. L' intervento è avvenuto la settimana passata a Xian, ed è stato riportato dal giornale Science and Technology Daily.
Il robot è stato costruito nel corso di quattro anni da una collaborazione tra l' Ospedale Stomatologico di Xian, affiliato alle Quarta Università Medica Militare, e l' università Beihang di Pechino. Secondo il dottor Zhao Yimin, leader del progetto, la macchina unisce le migliori competenze dentistiche con l' affidabilità della tecnologia di precisione. Il tutto allo scopo di evitare gli errori che invece possono capitare ai fallaci esseri umani.
Lo staff dell' ospedale si è limitato a produrre i due denti che dovevano essere impiantati, usando una stampante tridimensionale. Quindi ha posizionato il robot nella sala operatoria, verificando che fosse pronto a compiere i movimenti necessari all' operazione. A quel punto ha somministrato un anestetico locale alla paziente, e ha avviato l' intervento. I dottori sono rimasti nella sala per osservare, supervisionare, e intervenire in caso di problemi, ma il loro aiuto non è stato necessario.
Il braccio meccanico ha infatti installato i due denti con un margine d' errore compreso fra 0,2 e 0,3 millimetri, lo standard richiesto per questo genere di impianti, adattando i propri movimenti a quelli che faceva la paziente. Alla fine dell' operazione la signora è uscita camminando sulle proprie gambe, soddisfatta per il risultato dell' esperienza.
Secondo uno studio epidemiologico condotto dalle autorità locali, circa 400 milioni di cinesi avrebbero bisogno di denti nuovi, ma non ci sono abbastanza medici per soddisfare le loro esigenze. Ogni anno nella Repubblica popolare vengono realizzati un milione di impianti, cioé troppo pochi, e spesso non all' altezza in termini di qualità.
Quindi il governo ha deciso di accelerare gli esperimenti con i robot, proprio per colmare il vuoto di personale e rispondere alle esigenze della popolazione. Nel marzo scorso la Food and Drug Administration degli Stati Uniti aveva approvato l' uso di una macchina chiamata Yomi, per assistere i chirurghi mentre effettuano gli impianti, ma finora nessuno si era spinto fino al punto di affidarle l' intera operazione.
Per ora i dentisti restano nella stanza, e così il problema dei numeri non si risolve, ma se gli esperimenti funzioneranno i robot verranno presto lasciati soli. La Cina del resto ha annunciato l' intenzione di diventare il leader mondiale nello sviluppo dell' intelligenza artificiale, e la sanità è solo uno dei molti campi in cui vuole applicarla.
2 - DOTTOR ROBOT
Alessandro Mondo per la Stampa
Evolvono le macchine, periodicamente migliorate dai produttori sulla base di un'offerta proporzionale alla domanda. E ai volumi degli interventi. Soprattutto, evolvono le chirurgie: quando raggiungono un certo livello di perfezionamento, i professionisti si accorgono che il tal apparecchio può fare al caso loro per aumentare i margini di successo. Il risultato di questo connubio è una sanità sempre più "robotizzata", dove le capacità dei medici - sempre imprescindibili - si sposano con macchine sempre più sofisticate e versatili.
L' ultima dimostrazione data a qualche giorno fa: presso la Chirurgia toracica dell' ospedale Molinette è stato effettuato il primo intervento chirurgico di asportazione del timo, ghiandola posta tra lo sterno e il cuore, su una paziente di 50 anni colpita da una grave malattia neurologica.
Protagonista l' équipe composta dai professori Alberto Oliaro ed Enrico Ruffini e dai dottori Paris Lyberis e Francesco Guerrera. Proganonista, anche, il "Da Vinci Xi", gioiello tecnologico da 2 milioni di euro finora utilizzato in urologia, chirurgia generale e per casi complicati di interventi di grandi obesi.
Un nuovo traguardo per la chirurgia toracica, all' insegna di tecniche sempre meno invasive. Un traguardo anche per il robot, che ha debuttato con successo sul fronte di una malattia rara ma grave. «Un conto è intervenire con strumenti dall' esterno, tra costola e costola, in un contesto anatomico dove c' è scarsa libertà di movimento, altra cosa muoversi all' interno del torace», riassume il professor Mario Morino, direttore della chirurgia d' urgenza universitaria. Il senso è quello di una macchina resa sempre più "flessibile": grazie alle capacità e talora all' intuito dei medici.
Così al San Luigi di Orbassano, un altro ospedale che si è dotato del "Da Vinci", a fare la differenza è stata la creazione di ricostruzioni virtuali iper-accurate in tre dimensioni del rene malato, e più ancora il loro inserimento dentro la "console robotica": cioè la "cabina di pilotaggio" del chirurgo. «In questo modo - spiegava recentemente il professor Francesco Porpiglia, primario di Urologia, l' apparecchio vede due reni: quello virtuale sovrapposto a quella reale, e le integra negli occhi del chirurgo insieme all' immagine del campo operatorio. All' Istituto dei tumori di Candiolo è stato arruolato "Apoteca", il robot farmacista: un bell' esempio di "Made in Italy" insuperabile nella preparazione dei farmaci. E quando si tratta di farmaci oncologici, con caratteristiche di tossicità inusuali rispetto ad altri prodotti, non si scherza.
Senza scomodare le previsioni di Isaac Asimov, il controllo resta saldamente nelle mani dell' uomo, anche la sanità è "colonizzata" da macchine capaci di fare la differenza: il navigatore per gli interventi della chirurgia maxillo-facciale, l' apparecchio per la colonscopia virtuale, il "casco" per proteggere dalle infezioni i pazienti in rianimazione, gli occhiali 3D per interventi in endoscopia nasale, il dispositivo per circolazione extra-corporea e quello per la rigenerazione dei tessuti. Tecnologie non ascrivibili in senso stretto alla categoria dei robot, ma sempre più adattabili. E indispensabili.
Fonte: qui
1 - CINA, DAL DENTISTA TI OPERA IL ROBOT
Paolo Mastrolilli per la Stampa
Sono già nelle nostre case, nei negozi, e adesso anche negli ospedali, dove possono operarci senza alcuna assistenza da parte degli esseri umani. Parliamo del robot che in Cina ha effettuato il primo impianto dentistico su una paziente, con i medici nella stanza che si limitavano ad osservare. L' intervento è avvenuto la settimana passata a Xian, ed è stato riportato dal giornale Science and Technology Daily.
Il robot è stato costruito nel corso di quattro anni da una collaborazione tra l' Ospedale Stomatologico di Xian, affiliato alle Quarta Università Medica Militare, e l' università Beihang di Pechino. Secondo il dottor Zhao Yimin, leader del progetto, la macchina unisce le migliori competenze dentistiche con l' affidabilità della tecnologia di precisione. Il tutto allo scopo di evitare gli errori che invece possono capitare ai fallaci esseri umani.
Lo staff dell' ospedale si è limitato a produrre i due denti che dovevano essere impiantati, usando una stampante tridimensionale. Quindi ha posizionato il robot nella sala operatoria, verificando che fosse pronto a compiere i movimenti necessari all' operazione. A quel punto ha somministrato un anestetico locale alla paziente, e ha avviato l' intervento. I dottori sono rimasti nella sala per osservare, supervisionare, e intervenire in caso di problemi, ma il loro aiuto non è stato necessario.
Il braccio meccanico ha infatti installato i due denti con un margine d' errore compreso fra 0,2 e 0,3 millimetri, lo standard richiesto per questo genere di impianti, adattando i propri movimenti a quelli che faceva la paziente. Alla fine dell' operazione la signora è uscita camminando sulle proprie gambe, soddisfatta per il risultato dell' esperienza.
Secondo uno studio epidemiologico condotto dalle autorità locali, circa 400 milioni di cinesi avrebbero bisogno di denti nuovi, ma non ci sono abbastanza medici per soddisfare le loro esigenze. Ogni anno nella Repubblica popolare vengono realizzati un milione di impianti, cioé troppo pochi, e spesso non all' altezza in termini di qualità.
Quindi il governo ha deciso di accelerare gli esperimenti con i robot, proprio per colmare il vuoto di personale e rispondere alle esigenze della popolazione. Nel marzo scorso la Food and Drug Administration degli Stati Uniti aveva approvato l' uso di una macchina chiamata Yomi, per assistere i chirurghi mentre effettuano gli impianti, ma finora nessuno si era spinto fino al punto di affidarle l' intera operazione.
Per ora i dentisti restano nella stanza, e così il problema dei numeri non si risolve, ma se gli esperimenti funzioneranno i robot verranno presto lasciati soli. La Cina del resto ha annunciato l' intenzione di diventare il leader mondiale nello sviluppo dell' intelligenza artificiale, e la sanità è solo uno dei molti campi in cui vuole applicarla.
2 - DOTTOR ROBOT
Alessandro Mondo per la Stampa
Evolvono le macchine, periodicamente migliorate dai produttori sulla base di un'offerta proporzionale alla domanda. E ai volumi degli interventi. Soprattutto, evolvono le chirurgie: quando raggiungono un certo livello di perfezionamento, i professionisti si accorgono che il tal apparecchio può fare al caso loro per aumentare i margini di successo. Il risultato di questo connubio è una sanità sempre più "robotizzata", dove le capacità dei medici - sempre imprescindibili - si sposano con macchine sempre più sofisticate e versatili.
L' ultima dimostrazione data a qualche giorno fa: presso la Chirurgia toracica dell' ospedale Molinette è stato effettuato il primo intervento chirurgico di asportazione del timo, ghiandola posta tra lo sterno e il cuore, su una paziente di 50 anni colpita da una grave malattia neurologica.
Protagonista l' équipe composta dai professori Alberto Oliaro ed Enrico Ruffini e dai dottori Paris Lyberis e Francesco Guerrera. Proganonista, anche, il "Da Vinci Xi", gioiello tecnologico da 2 milioni di euro finora utilizzato in urologia, chirurgia generale e per casi complicati di interventi di grandi obesi.
Un nuovo traguardo per la chirurgia toracica, all' insegna di tecniche sempre meno invasive. Un traguardo anche per il robot, che ha debuttato con successo sul fronte di una malattia rara ma grave. «Un conto è intervenire con strumenti dall' esterno, tra costola e costola, in un contesto anatomico dove c' è scarsa libertà di movimento, altra cosa muoversi all' interno del torace», riassume il professor Mario Morino, direttore della chirurgia d' urgenza universitaria. Il senso è quello di una macchina resa sempre più "flessibile": grazie alle capacità e talora all' intuito dei medici.
Così al San Luigi di Orbassano, un altro ospedale che si è dotato del "Da Vinci", a fare la differenza è stata la creazione di ricostruzioni virtuali iper-accurate in tre dimensioni del rene malato, e più ancora il loro inserimento dentro la "console robotica": cioè la "cabina di pilotaggio" del chirurgo. «In questo modo - spiegava recentemente il professor Francesco Porpiglia, primario di Urologia, l' apparecchio vede due reni: quello virtuale sovrapposto a quella reale, e le integra negli occhi del chirurgo insieme all' immagine del campo operatorio. All' Istituto dei tumori di Candiolo è stato arruolato "Apoteca", il robot farmacista: un bell' esempio di "Made in Italy" insuperabile nella preparazione dei farmaci. E quando si tratta di farmaci oncologici, con caratteristiche di tossicità inusuali rispetto ad altri prodotti, non si scherza.
Senza scomodare le previsioni di Isaac Asimov, il controllo resta saldamente nelle mani dell' uomo, anche la sanità è "colonizzata" da macchine capaci di fare la differenza: il navigatore per gli interventi della chirurgia maxillo-facciale, l' apparecchio per la colonscopia virtuale, il "casco" per proteggere dalle infezioni i pazienti in rianimazione, gli occhiali 3D per interventi in endoscopia nasale, il dispositivo per circolazione extra-corporea e quello per la rigenerazione dei tessuti. Tecnologie non ascrivibili in senso stretto alla categoria dei robot, ma sempre più adattabili. E indispensabili.
Fonte: qui
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