9 dicembre forconi: FOMC: parte la exit stra­te­gy. Quali rea­zio­ni per i mer­ca­ti fi­nan­zia­ri?

sabato 23 settembre 2017

FOMC: parte la exit stra­te­gy. Quali rea­zio­ni per i mer­ca­ti fi­nan­zia­ri?


Era as­so­lu­ta­men­te scon­ta­to un “nulla di fatto” sui tassi di in­te­res­se, al FOMC chiu­so­si ieri sera. Anzi, un mo­vi­men­to sui tassi sa­reb­be si­cu­ra­men­te stato de­sta­bi­liz­zan­te (mossa a que­sto punto at­te­sa per fine anno). Però, at­ten­zio­ne, que­sta volta qual­co­sa di un po’ più sor­pren­den­te c’è stato.
Par­lia­mo di bi­lan­cio FED. L’an­nun­cio era at­te­so, ma sul quan­do e sul come c’e­ra­no per­ples­si­tà. Ed in­ve­ce la Yel­len si veste da fal­chet­to e co­mu­ni­ca al mer­ca­to che la “sto­ri­ca” exit stra­te­gy può avere ini­zio. Da ot­to­bre, il bi­lan­cio FED ini­zie­rà a di­mi­nui­re. Quin­di i 4.500 mi­liar­di di dol­la­ri do­vran­no es­se­re visti come un TOP, da con­trap­por­re al “floor” dei 900 mi­liar­di nel 2008, sulla scia degli ac­qui­sti di Trea­su­ry e bond ipo­te­ca­ri va­ra­ti in ri­spo­sta alla crisi.
La me­to­do­lo­gia per di­mi­nui­re il Bi­lan­cio FED è fin trop­po sem­pli­ce ed ovvia. I ti­to­li in sca­den­za non sa­ran­no rin­no­va­ti. Quin­di man­che­rà sul mer­ca­to un com­pra­to­re MOLTO im­por­tan­te, fe­no­me­no que­sto che po­treb­be avere anche im­pat­ti psi­co­lo­gi­ci sul si­ste­ma (cosa che poi po­treb­be toc­ca­re un gior­no anche al­l’Eu­ro­zo­na). Il ritmo della di­mi­nu­zio­ne del bi­lan­cio FED sarà pari a circa 10 mi­liar­di di USD men­si­li (picco mas­si­mo pre­vi­sto in area 50 mi­liar­di al mese con un ritmo di cre­sci­ta di 10 mi­liar­di a tri­me­stre).
No­ta­te bene: la co­mu­ni­ca­zio­ne è im­por­tan­te ed ab­ba­stan­za “ri­vo­lu­zio­na­ria”, nel senso che è una ri­vo­lu­zio­ne per la po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria USA. Ma allo stes­so tempo la Yel­len non ha vo­lu­to sor­pren­de­re trop­po il mer­ca­to, di­se­gnan­do in modo chia­ro il per­cor­so.
Si parte con 10 mi­liar­di al mese ed ogni tri­me­stre si in­cre­men­te­rà di 10 mi­liar­di fino ad un mas­si­mo di 50 mi­liar­di al mese. Tutto chia­ro, pro­gram­ma­to e tra­spa­ren­te. Ma pur sem­pre ri­vo­lu­zio­na­rio.
E poi, in per­fet­to stile Dra­ghi, la Yel­len am­met­te la ne­ces­si­tà di raf­fred­da­re l’e­co­no­mia che si sur­ri­scal­di (spe­cu­la­zio­ne com­pre­sa?) ma allo stes­so tempo, se lo sce­na­rio do­ves­se nuo­va­men­te de­te­rio­rar­si, nulla vieta un ri­tor­no al QE.
Ecco fatto, tutto al con­tra­rio di tutto, non si chiu­do­no le porte, tutto può suc­ce­de­re. Ed a co­man­da­re sarà an­co­ra la con­giun­tu­ra ma­croe­co­no­mi­ca ed i mer­ca­ti.
La do­man­da che tutti si pon­go­no ov­via­men­te è que­sta: con la par­ten­za della exit stra­te­gy,come ri­spon­de­ran­no i mer­ca­ti? In­nan­zi­tut­to la prima rea­zio­ne ce l’ab­bia­mo con il Dol­la­ro USA, che si raf­for­za par­ten­do dal buon li­vel­lo in area 1,20. E poi le borse? Beh, inu­ti­le dirlo. Es­sen­do al­l’in­ter­no di un vero e pro­prio espe­ri­men­to di po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria, non è fa­ci­le fare delle pre­vi­sio­ni. Però que­sto gra­fi­co po­treb­be darci delle in­te­res­san­ti in­di­ca­zio­ni. E’ la cor­re­la­zio­ne tra il Bi­lan­cio FED e l’in­di­ce SP500.

Visto che la cor­re­la­zio­ne è così forte, di­mi­nuen­do il bi­lan­cio FED, non c’è il ri­schio che i mer­ca­ti cam­bi­no anche di­re­zio­ne dopo tanti anni, ap­pro­fit­tan­do delle nuove ten­den­ze della po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria del FOMC? Lo sco­pri­re­mo solo vi­ven­do. In­tan­to non di­men­ti­chia­mo che con un’e­co­no­mia cosi glo­ba­liz­za­ta, po­treb­be es­se­re la somma di tutte le po­li­ti­che mo­ne­ta­rie delle varie ban­che cen­tra­li a fare la dif­fe­ren­za (visto che ad esem­pio BCE e BOJ non hanno certo mol­la­to il tiro), ma è al­tret­tan­to vero che poi, alla fine, sono sem­pre gli USA il mo­del­lo ed il ben­ch­mark per tutto il pia­ne­ta. Nel dub­bio, quin­di pren­der­si non trop­pe scom­mes­se po­treb­be anche non es­se­re sba­glia­to.
STAY TUNED!
Fonte: qui

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