Era assolutamente scontato un “nulla di fatto” sui tassi di interesse, al FOMC chiusosi ieri sera. Anzi, un movimento sui tassi sarebbe sicuramente stato destabilizzante (mossa a questo punto attesa per fine anno). Però, attenzione, questa volta qualcosa di un po’ più sorprendente c’è stato.
Parliamo di bilancio FED. L’annuncio era atteso, ma sul quando e sul come c’erano perplessità. Ed invece la Yellen si veste da falchetto e comunica al mercato che la “storica” exit strategy può avere inizio. Da ottobre, il bilancio FED inizierà a diminuire. Quindi i 4.500 miliardi di dollari dovranno essere visti come un TOP, da contrapporre al “floor” dei 900 miliardi nel 2008, sulla scia degli acquisti di Treasury e bond ipotecari varati in risposta alla crisi.
La metodologia per diminuire il Bilancio FED è fin troppo semplice ed ovvia. I titoli in scadenza non saranno rinnovati. Quindi mancherà sul mercato un compratore MOLTO importante, fenomeno questo che potrebbe avere anche impatti psicologici sul sistema (cosa che poi potrebbe toccare un giorno anche all’Eurozona). Il ritmo della diminuzione del bilancio FED sarà pari a circa 10 miliardi di USD mensili (picco massimo previsto in area 50 miliardi al mese con un ritmo di crescita di 10 miliardi a trimestre).
Notate bene: la comunicazione è importante ed abbastanza “rivoluzionaria”, nel senso che è una rivoluzione per la politica monetaria USA. Ma allo stesso tempo la Yellen non ha voluto sorprendere troppo il mercato, disegnando in modo chiaro il percorso.
Si parte con 10 miliardi al mese ed ogni trimestre si incrementerà di 10 miliardi fino ad un massimo di 50 miliardi al mese. Tutto chiaro, programmato e trasparente. Ma pur sempre rivoluzionario.
E poi, in perfetto stile Draghi, la Yellen ammette la necessità di raffreddare l’economia che si surriscaldi (speculazione compresa?) ma allo stesso tempo, se lo scenario dovesse nuovamente deteriorarsi, nulla vieta un ritorno al QE.
Ecco fatto, tutto al contrario di tutto, non si chiudono le porte, tutto può succedere. Ed a comandare sarà ancora la congiuntura macroeconomica ed i mercati.
Ecco fatto, tutto al contrario di tutto, non si chiudono le porte, tutto può succedere. Ed a comandare sarà ancora la congiuntura macroeconomica ed i mercati.
La domanda che tutti si pongono ovviamente è questa: con la partenza della exit strategy,come risponderanno i mercati? Innanzitutto la prima reazione ce l’abbiamo con il Dollaro USA, che si rafforza partendo dal buon livello in area 1,20. E poi le borse? Beh, inutile dirlo. Essendo all’interno di un vero e proprio esperimento di politica monetaria, non è facile fare delle previsioni. Però questo grafico potrebbe darci delle interessanti indicazioni. E’ la correlazione tra il Bilancio FED e l’indice SP500.
Visto che la correlazione è così forte, diminuendo il bilancio FED, non c’è il rischio che i mercati cambino anche direzione dopo tanti anni, approfittando delle nuove tendenze della politica monetaria del FOMC? Lo scopriremo solo vivendo. Intanto non dimentichiamo che con un’economia cosi globalizzata, potrebbe essere la somma di tutte le politiche monetarie delle varie banche centrali a fare la differenza (visto che ad esempio BCE e BOJ non hanno certo mollato il tiro), ma è altrettanto vero che poi, alla fine, sono sempre gli USA il modello ed il benchmark per tutto il pianeta. Nel dubbio, quindi prendersi non troppe scommesse potrebbe anche non essere sbagliato.
STAY TUNED!
Fonte: qui
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