PADOAN PER INCENTIVARE I CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO VUOLE ALZARE LE IMPOSTE SU QUELLI A TERMINE (GENIALE)
PRODI E VISCO RIEMERGONO DAGLI ANNI '90 COME CLAUDIA SCHIFFER PER PARLARE DI PATRIMONIALE E TASSA SULLA SUCCESSIONE.
UN PRELIEVO NOTTURNO NO?
1. IDEA DEL GOVERNO: TASSARE IL LAVORO PADOAN VUOLE AUMENTARE I CONTRIBUTI SUI TEMPI DETERMINATI PER INCENTIVARE I CONTRATTI STABILI
Antonio Castro per 'Libero Quotidiano'
Un rincaro delle tasse sul lavoro. Per invitare "spintaneamente" le imprese a dirottare le assunzioni sul tempo indeterminato, sterzando decisamente dai contratti precari che vanno per la maggiore.
Nei primi 7 mesi del 2017 circa il 70% dei contratti attivati sono ristati a tempo parziale. E ora spunta l' ipotesi che per correggere questa rotta si voglia agire sulla leva fiscale. L' ultima trovata che galleggia tra Palazzo Chigi, via Flavia e via XX Settembre - in attesa di allestire una legge di Stabilità per il 2018 - è di favorire le assunzioni a tempo indeterminato con un ulteriore salasso sui contratti a termine.
Un disincentivo, insomma, già previsto - tra l' altro - per i contratti precari, che potrebbero lievitare dall' 1,4% attuale a un tondo 2,8% in più Ma siamo ancora nel campo delle ipotesi. Se passasse questa linea si arriverebbe ad un un netto rialzo dell' aliquota contributiva aggiuntiva (1,4%) oggi prevista nei contratti a tempo determinato e destinata ad alimentare in parte la cassa per pagare i periodi di disoccupazione, vale a dire la Nuova assicurazione sociale per l' impiego (Naspi).
Dal governo, al momento, non c' è conferma. Perdipiù giusto l' altro ieri il viceministro all' Economia, Enrico Morando (che solitamente segue i lavori d' Aula della legge di Stabilità), aveva ipotizzato agevolazioni - forse per un plafond di 1/2 miliardi - per favorire le assunzioni dopo il periodo di apprendistato anche dei lavoratori ultre i 29 anni. Il problema è che oggi le regole europee non consentono di applicare il bonus giovani a chi ha più di 29 anni.
Secondo la tesi di Morando se l' assunzione a tempo indeterminato facesse seguito al contratto di apprendistato si potrebbe ottenere un po' di flessibilità da Bruxelles. E concedere quindi l' agevolazione contributiva (aliquota è al 10% che resta all' 11,65% in caso di stabilizzazione per 12 mesi).
Un 29enne assunto con contratto di apprendistato può rimanere in azienda fino a 34 anni con uno sgravio triennale. Proprio il contratto da apprendista ha avuto nel primi 7 mesi 2017 una crescita esponenziale (+31%). E questo allargamento dei parametri di precettazione potrebbe aprire le porta alla stabilizzazione di migliaia di lavoratori. Tra gennaio e luglio sono stati assunti - stando ai dati dell' Osservatorio sul precariato diffusi dall' Inps - in 52mila.
L' ipotesi che venga aumentato il prelievo contributivo per scoraggiare i contratti a termine sembra trovare consenso in gran parte del fronte sindacale. La Cisl dichiara apertamente il proprio sostegno, mentre la Uil va oltre.
E fa di conto: «L' attuale contribuzione aggiuntiva dell' 1,4%, non è sufficiente a rendere il tempo indeterminato concorrenziale rispetto al contratto a termine. Se l' idea», scandisce il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, «è quella di incentivare contratti stabili, intanto occorrerebbe partire da un aumento sostanziale e strutturale del costo dei contratti temporanei». La Uil ha calcolato che su un rapporto di lavoro l' aggravio «del tempo determinato non va oltre 1.750 euro».
Attualmente, sempre secondo la Uil, il costo del lavoro, annuo, per un contratto a tempo determinato è mediamente di 35.938, contro i 34.187 di un contratto a tempo indeterminato, senza esoneri contributivi (preso a riferimento un lavoratore con reddito medio lordo di 24 mila euro annui, 1.846 euro mensili).
A dirla tutta con l' introduzione del Jobs Act i famosi contratti "a vita" non esistono più. O meglio sopravvivono solo per i vecchi assunti che nel frattempo non abbiano cambiato lavoro e tipologia contrattuale. Ma se ben 3 nuovi contratti su 4 sono precari c' è da interrogarsi, piuttosto, sul clima di incertezza del Paese.
Non a caso anche il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, proprio ieri ha incoraggiato i governi più che a concedere incentivi a «creare occasioni di lavoro». Soprattutto per i giovani che non vogliono, ha puntualizzato Draghi intervenendo al Trinity College di Dublino, «vivere di sussidi. Vogliono lavorare e ampliare le proprie opportunità di vita», spiega l' ex governatore di Bankitalia che cita tra i Paesi più indietro proprio l' Italia, il cui tasso di disoccupazione per gli under 25 a luglio era al 35,5% per gli under 25 (in media 11,3%).
2. IL CENTRO-SINISTRA(PD) DEI VAMPIRI: VOGLIONO LA PATRIMONIALE E DISTRIBUIRE LE EREDITÀ
Antonio Signorini per 'il Giornale'
Metti una mattinata alla Camera dei deputati con Romano Prodi e Vincenzo Visco a parlare di tasse e futuro.
Quello che viene fuori è un film horror per i contribuenti. Tanta nostalgia del passato, esorcizzata dalla proposta di una tassa sui robot e due mazzate sempreverdi quali patrimoniale e tassa di successione. L'ex premier e l'ex ministro delle Finanze, si sono dati appuntamento per presentare il «Manifesto contro la disuguaglianza» del Nens e di Etica ed economia.
Il pensatoio che fa riferimento a Visco ha elaborato una proposta pronta all'uso: imposta progressiva sul patrimonio complessivo, mobiliare e immobiliare, che escluda i patrimoni di minore consistenza, e con aliquote basse non superiori all'1%.
Poi la riforma delle imposte di successione con l'esenzione dei piccoli patrimoni fino a un milione e aumentando le aliquote sugli altri, con consistenti incentivi alla distribuzione dei patrimoni trasmessi in eredità anche fuori dalla cerchia familiare. In altre parole, il governo sognato da Visco, dovrebbe incentivare i padri a non dare i soldi ai figli. Non spiega a chi dovrebbe distribuirli.
Seguono proposte per tassare le società tipo Amazon. Linea sposata da Romano Prodi, che si è chiesto come mai certe idee facciano perdere le elezioni. «Avviene in modo sistemico». Tutto lineare e chiaro nella sala di Montecitorio. Fuori un po' meno. «I lupi perdono il pelo ma non il vizio», ha commentato Daniele Capezzone.
Potrebbe passare per la boutade di una sinistra che sta scomparendo, ma non è così. Prodi si è riguadagnato una visibilità e un ruolo politico tra gli oppositori di Renzi. Visco non ha mai smesso di dettare la linea a quell'area, della quale fa parte Mdp, partito determinante in questa fase.
Oggi il consiglio dei ministri presenterà la nota di aggiornamento del Def. Visto che cambia la correzione del deficit, al Senato serve la maggioranza assoluta dei componenti e il voto della sinistra è indispensabile. Il rischio è che il governo, vista l'impossibilità di accontentare la sinistra con provvedimenti di spesa, faccia qualche concessione agli ex Pci a spese dei contribuenti. Magari con la promessa di una patrimoniale.
Le pressioni sul governo sono forti. Nei giorni scorsi il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è andato in visita alla Cgil. Ma il sindacato della sinistra vuole segnali precisi già nel Def, ad esempio sulle pensioni. Posizione tanto politica da fare tornare sulla difensiva la Cisl, che ieri al Consiglio generale ha rinviato ogni protesta a dopo il confronto.
Sull'altro fronte, quello del rispetto dei vincoli di bilancio, ieri si è fatto sentire il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che ha chiesto non posticipare la riduzione del debito. Obiettivo difficile visto che ieri è stata posticipato l'unico barlume di riduzione della spesa, la riforma Madia delle società partecipate. Una tempesta perfetta, dalla quale potrebbe uscire la patrimoniale che sognano Visco, Prodi, Mario Monti e un pezzo di Pd.
Fonte: qui
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