‘IL DIALOGO CON I NEMICI DELLA DEMOCRAZIA NON È TOLLERABILE’. LA BASE SI ECCITA, DI MAIO RISPONDE: ‘NON MI CONTAMINO, MI FACCIO CONOSCERE’
Mauro Favale per La Repubblica
Un anno fa, nel bel mezzo del primo ciclone che sconvolse la giunta di Virginia Raggi a Roma (5 dimissioni in un giorno solo tra assessori, staff e dirigenti di partecipate), Luigi Di Maio declinò l' invito. Quest' anno, invece, quando mancano pochi mesi alle elezioni politiche, la sua presenza al Forum Ambrosetti di Cernobbio, tempio dell' economia e della finanza internazionale, è confermata: «Un Movimento che si candida a governare il Paese - scrive su Facebook il vicepresidente della Camera - deve farsi conoscere, deve raccontare all' esterno l' idea di Italia che intende realizzare, non può commettere l' errore di rimanere chiuso nel proprio guscio per paura di "contaminarsi"».
Una spiegazione quasi superflua, visto che, in un modo o nell' altro, l' M5S è presente a Cernobbio dal 2013, quando Gianroberto Casaleggio, fondatore e "guru" del Movimento, venne invitato per la prima volta a parlare al think tank che si svolge sul lago di Como.
Una spiegazione che, però, diventa necessaria perché stavolta, attorno al debutto di Di Maio a Cernobbio, tra i 5 Stelle emerge più d' una perplessità.
A dare voce ai malumori c' aveva pensato, nel pomeriggio di ieri, Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Corte di Cassazione, un simbolo per il mondo grillino che lo volle candidato al Quirinale nel 2015. «Che tristezza - scrive su Facebook il giudice - che il candidato premier del M5S Luigi di Maio sieda a Cernobbio con un esponente della Trilaterale, che voleva la riforma della Costituzione. Il dialogo con i nemici della democrazia non è tollerabile. È la fine dell' alternanza ».
Un post al quale Di Maio è costretto a replicare 5 ore dopo. Già, perché le parole di Imposimato scatenano un dibattito nella base M5S che commenta (e si divide) sulla bacheca dell' ex giudice istruttore. «Credo che dovremmo riflettere sul monito del presidente Imposimato - scrive un attivista - magari la politica del "parlare con tutti" andrebbe rivista: esistono soggetti la cui vicinanza finisce per ledere l' immagine dell' M5S». Ma sono in tanti che, al contrario, criticano le parole di Imposimato che già a giugno aveva definito Di Maio «non all' altezza della situazione » e si schierano dalla parte del vicepresidente della Camera.
Dai parlamentari 5 Stelle, invece, pubblicamente non arriva nemmeno una parola: né da parte di Roberto Fico (probabile avversario nella sfida per la candidatura alla premiership) né da chi aveva con forza criticato questi consessi (l' ex membro del direttorio, Carlo Sibilia definì la Trilaterale «un sodalizio paramassonico »).
Eppure, quando mancano tre settimane alla proclamazione del candidato premier dell' M5S, Di Maio è costretto a un chiarimento: «Racconterò a una platea di interlocutori italiani e stranieri cos' è il M5s e con che programma intende cambiare l' Italia. Chi mi ascolterà potrà farsi un' idea più autentica di ciò che siamo rispetto a quello che leggono sui giornali e credo sarà un' occasione preziosa per il Movimento e per loro».
A Cernobbio, Di Maio troverà mezzo governo ma anche Matteo Salvini che, proprio come lui, un anno fa declinò l' invito definendo il Forum Ambrosetti «il concerto sul Titanic» e, invece, quest' anno non mancherà. Prima del lago di Como, però, il leader dei 5 Stelle ci tiene a far sapere che sarà a Venezia, alla mostra del Cinema, e domenica pomeriggio, dopo il suo intervento al think tank, a Monza per il gran premio di Formula Uno. «Per tifare Ferrari ovviamente, e di tasca nostra, a differenza dei consiglieri della Regione Lombardia degli altri partiti che hanno a disposizio- ne 6 biglietti omaggio».
Fonte: qui
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