LA GIOVANE, DOPO UNA SERATA CON LE AMICHE, È STATA AVVICINATA DAL RAGAZZO CHE SI È OFFERTO DI ACCOMPAGNARLA A CASA
(ANSA) - Ha stuprato, picchiato e rapinato una turista finlandese nel centro di Roma. Per questo un bengalese di 22 anni è stato arrestato sabato scorso dagli agenti della Polizia di Stato. La violenza nella notte tra venerdì e sabato quando la giovane, dopo una serata con le amiche, è stata avvicinata dal bengalese che si è offerto di accompagnarla a casa. Il cittadino bengalese è in possesso di un regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ha svolto diversi lavori nella Capitale.
"Mi diceva se ti muovi o provi a scappare t'ammazzo, mi minacciava con una grossa pietra", così è quanto avrebbe raccontato la ragazza finlandese tra le lacrime agli agenti che l'hanno soccorsa nella notte tra venerdì e sabato. "Ho avuto paura di morire, è stato terribile", ha aggiunto la ragazza sotto choc che poi è stata portata in ospedale.
La giovane, circa 20anni, era arrivata da pochi giorni a Roma per lavorare come baby sitter. La ragazza aveva passato la serata in pub nei pressi della stazione Termini con alcune amiche. Uscita è stata avvicinata dal bengalese che le ha offerto un passaggio: lei ha accettato ma una sua amica no. Durante il tragitto lui si è fermato e ha tentato approcci sessuali poi sfociati nello stupro.
E, su twitter, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha scritto: "Vicina alla ragazza finlandese aggredita nei pressi della stazione Termini. Roma non accetta alcun tipo di violenza"
“MI HA PICCHIATA, COLPITA PIÙ VOLTE CON UN SAMPIETRINO E ALLA FINE MI HA VIOLENTATA”
LA 21ENNE FINLANDESE RACCONTA LO STUPRO SUBITO DA UNA GIOVANE BENGALESE NEL CENTRO DI ROMA: “MI HA MESSO UNA MANO SULLA BOCCA. NON POTEVO PIÙ URLARE. LUI MI TOCCAVA E IO HO CERCATO DI REAGIRE. SPERAVO CHE QUALCUNO SI ACCORGESSE DI ME”
UNA DONNA HA SENTITO LE GRIDA, SI E' AFFACCIATA ALLA FINESTRA E HA STRILLATO MA LUI HA CONTINUATO. LA SIGNORA HA PROVATO A CHIAMARE IL 112 MA LO STUPRATORE HA TRASCINATO VIA LA RAGAZZA
LA RAGAZZA: "MI HA MESSO UNA MANO SULLA BOCCA, NON POTEVO URLARE"
Giuseppe Scarpa per “la Repubblica”
«Mi ha picchiata, colpita più volte col sampietrino e poi mi ha violentata». Chi indaga sullo stupro della 21enne finlandese parla di «decisione, ferocia sconvolgente». La ricostruzione dell' aggressione ne è la dimostrazione. Una violenza che inizia con un approccio: «O mi dai un bacio oppure io non ti accompagno da nessuna parte». Una frase buttata così all' improvviso mentre i due camminavano uno affianco all' altra.
«Io non ti bacio e dove è la macchina?», ha chiesto la 21enne insospettita. A questo punto il bengalese l' ha aggredita. L'ha scaraventata su un' auto posteggiata. «Vattene, vattene», ha strillato disperata lei. «Ha raccolto un sampietrino e mi ha minacciata. Poi mi ha detto: "Mi devi seguire"». La ragazza è terrorizzata e non dice nulla. Fa solo quello che le ordina l' uomo, cameriere 22enne, che lavora in un locale distante un chilometro dalla zona in cui si trovano.
«Mi ha messo una mano sulla bocca. Non potevo più urlare. Lui mi toccava e io ho cercato di reagire. Speravo che qualcuno si accorgesse di me». Una donna sente le grida, si affaccia dalla finestra e strilla: «Lasciala stare». Niente, lui continua. «Chiamo la polizia», a questo punto il bengalese sì sposta solo di qualche decina di metri. La signora che si era sporta dalla finestra, nel frattempo, era rientrata per comporre il 112. Secondi preziosi che l'uomo utilizza per dileguarsi con la giovane.
Di quello che accade dopo la ragazza ha un ricordo confuso. Lui la picchia. Le rifila diversi schiaffi, la colpisce più volte al petto col sampietrino. Lei è completamente in balia del bengalese e agli investigatori spiega: «Io non sapevo più cosa fare. Ero terrorizzata ». Lui invece ha le idee chiare. Dopo averla stuprata pretende perfino il portafoglio. «Devi darmelo subito».
La 21enne non vuole consegnarglielo perché dentro ci sono i documenti. «Ti do i soldi », lui accetta e scappa con 40 euro in tasca mentre lei, libera dal suo carnefice, scoppia in lacrime, si rialza e barcollante si dirige verso il locale dove aveva iniziato la serata con un'amica. Quando gli agenti della squadra mobile hanno arrestato il bengalese ha negato.
«Non sono io quello che cercate », ha detto.
Ma le telecamere della zona lo incastrerebbero. In più c'è la descrizione minuziosa, da parte della vittima e della sua amica, di come era vestito. Abbigliamento che la polizia ha trovato nel suo appartamento. E pensare che per 21enne doveva essere una serata all' insegna del divertimento. Come altre ne aveva «Non era la prima volta che andavo al Yellow bar o che frequentavo quella zona». A Roma era venuta dalla Finlandia per amore dell' Italia. Voleva imparare la lingua. Per mantenere il suo soggiorno nella capitale faceva la babysitter. Adesso la procura, il pubblico ministero Cristiana Macchiusi, attende la convalida dell' arresto. Il gip l' ha fissata per oggi.
TURISTE STUPRATE A TERMINI "QUI, RINCASARE DI SERA È DIVENTATO UN INCUBO"
Anna Dichiarante per “la Repubblica - Edizione Roma”
Il triangolo della paura. Nell' arco di una sola giornata, nei quartieri che gravitano intorno alla stazione Termini, tra Colle Oppio, San Lorenzo e Castro Pretorio, si sono consumati tre episodi di violenza su donne. Fino all' ultimo, quello ai danni di una giovane finlandese arrivata a Roma per motivi di lavoro, stuprata nella notte tra venerdì e sabato nei pressi di via Monzambano.
«In questa zona ogni notte si rischia di essere aggredite - racconta Vanessa, una ragazza argentina che è nella Capitale per studio e che abita a pochi passi dal luogo in cui è avvenuto lo stupro - Ho paura a camminare da sola, quand' è buio. Di fronte all' ateneo non c' è nemmeno una luce, non è affatto rassicurante».
Sono state le immagini registrate da alcune telecamere a incastrare il responsabile, un bengalese di 23 anni arrestato poi dagli agenti della Squadra mobile e del Commissariato Viminale. I video sembrano confermare il racconto della vittima. Quella zona, infatti, è piena di impianti di videosorveglianza. Ma ciò non è bastato a salvare la ragazza dalla violenza. Come lamenta chi vive qui, quello non è un posto sicuro di sera.
Basta lasciare via Palestro, dove la finlandese era stata per trascorrere una serata in un pub, e svoltare in una delle traverse che formano questo reticolato di strade per ritrovarsi in angoli isolati e bui. Bar e ristoranti affacciano solo sulle vie principali e chiudono dopo una certa ora, mentre le reception degli hotel spesso non affacciano sulla strada. Ci sono un paio di benzinai, ma non sono custoditi dopo le 22.
Non c' è voluto molto al bengalese per avvicinare la giovane con la scusa di offrirle un passaggio e convincerla a seguirlo nel punto in cui sarebbe stata parcheggiata la sua auto. L' area di via Monzambano, di notte, è deserta. Nonostante ci siano la caserma dell' Aeronautica e la sede dell' Anas, non c' è molta illuminazione. In alcuni punti ci sono cumuli di immondizia e bottiglie vuote.
«Ho una figlia di 18 anni e, quando rientra la sera, sono sempre preoccupata. Scendo ad aspettarla fuori dal portone», racconta Patrizia, che vive in uno dei palazzi affacciati sulla via. E anche altri due condomini confermano che la zona è isolata, senza negozi e senza locali. Poco più avanti, si arriva all' Università, ma pure lì non va meglio. Solo in pochi hanno sentito dell' episodio di violenza, qualcuno reagisce male di fronte alle domande, ma nessuno si stupisce per la notizia.
«Come in tutti i quartieri a ridosso delle grandi stazioni, c' è passaggio continuo di gente, anche di gente poco raccomandabile», spiega un ristoratore di via Palestro. «Ci sono molti hotel e ostelli. Qui alloggiano soprattutto turisti stranieri, vista la vicinanza a Termini. Il fatto che ci siano tante ragazze di sera nei locali attira personaggi malintenzionati », racconta invece il cameriere di un' altra trattoria: «A San Lorenzo ci sono più giovani, ma qui la movida finisce prima». Alla fine, nella notte di via Monzambano è stata una donna che, sentite le grida della giovane finlandese, si è affacciata alla finestra e ha dato l' allarme.
Fonte: qui
LA RAGAZZA: "MI HA MESSO UNA MANO SULLA BOCCA, NON POTEVO URLARE"
Giuseppe Scarpa per “la Repubblica”
«Mi ha picchiata, colpita più volte col sampietrino e poi mi ha violentata». Chi indaga sullo stupro della 21enne finlandese parla di «decisione, ferocia sconvolgente». La ricostruzione dell' aggressione ne è la dimostrazione. Una violenza che inizia con un approccio: «O mi dai un bacio oppure io non ti accompagno da nessuna parte». Una frase buttata così all' improvviso mentre i due camminavano uno affianco all' altra.
«Io non ti bacio e dove è la macchina?», ha chiesto la 21enne insospettita. A questo punto il bengalese l' ha aggredita. L'ha scaraventata su un' auto posteggiata. «Vattene, vattene», ha strillato disperata lei. «Ha raccolto un sampietrino e mi ha minacciata. Poi mi ha detto: "Mi devi seguire"». La ragazza è terrorizzata e non dice nulla. Fa solo quello che le ordina l' uomo, cameriere 22enne, che lavora in un locale distante un chilometro dalla zona in cui si trovano.
«Mi ha messo una mano sulla bocca. Non potevo più urlare. Lui mi toccava e io ho cercato di reagire. Speravo che qualcuno si accorgesse di me». Una donna sente le grida, si affaccia dalla finestra e strilla: «Lasciala stare». Niente, lui continua. «Chiamo la polizia», a questo punto il bengalese sì sposta solo di qualche decina di metri. La signora che si era sporta dalla finestra, nel frattempo, era rientrata per comporre il 112. Secondi preziosi che l'uomo utilizza per dileguarsi con la giovane.
Di quello che accade dopo la ragazza ha un ricordo confuso. Lui la picchia. Le rifila diversi schiaffi, la colpisce più volte al petto col sampietrino. Lei è completamente in balia del bengalese e agli investigatori spiega: «Io non sapevo più cosa fare. Ero terrorizzata ». Lui invece ha le idee chiare. Dopo averla stuprata pretende perfino il portafoglio. «Devi darmelo subito».
La 21enne non vuole consegnarglielo perché dentro ci sono i documenti. «Ti do i soldi », lui accetta e scappa con 40 euro in tasca mentre lei, libera dal suo carnefice, scoppia in lacrime, si rialza e barcollante si dirige verso il locale dove aveva iniziato la serata con un'amica. Quando gli agenti della squadra mobile hanno arrestato il bengalese ha negato.
«Non sono io quello che cercate », ha detto.
Ma le telecamere della zona lo incastrerebbero. In più c'è la descrizione minuziosa, da parte della vittima e della sua amica, di come era vestito. Abbigliamento che la polizia ha trovato nel suo appartamento. E pensare che per 21enne doveva essere una serata all' insegna del divertimento. Come altre ne aveva «Non era la prima volta che andavo al Yellow bar o che frequentavo quella zona». A Roma era venuta dalla Finlandia per amore dell' Italia. Voleva imparare la lingua. Per mantenere il suo soggiorno nella capitale faceva la babysitter. Adesso la procura, il pubblico ministero Cristiana Macchiusi, attende la convalida dell' arresto. Il gip l' ha fissata per oggi.
TURISTE STUPRATE A TERMINI "QUI, RINCASARE DI SERA È DIVENTATO UN INCUBO"
Anna Dichiarante per “la Repubblica - Edizione Roma”
Il triangolo della paura. Nell' arco di una sola giornata, nei quartieri che gravitano intorno alla stazione Termini, tra Colle Oppio, San Lorenzo e Castro Pretorio, si sono consumati tre episodi di violenza su donne. Fino all' ultimo, quello ai danni di una giovane finlandese arrivata a Roma per motivi di lavoro, stuprata nella notte tra venerdì e sabato nei pressi di via Monzambano.
«In questa zona ogni notte si rischia di essere aggredite - racconta Vanessa, una ragazza argentina che è nella Capitale per studio e che abita a pochi passi dal luogo in cui è avvenuto lo stupro - Ho paura a camminare da sola, quand' è buio. Di fronte all' ateneo non c' è nemmeno una luce, non è affatto rassicurante».
Sono state le immagini registrate da alcune telecamere a incastrare il responsabile, un bengalese di 23 anni arrestato poi dagli agenti della Squadra mobile e del Commissariato Viminale. I video sembrano confermare il racconto della vittima. Quella zona, infatti, è piena di impianti di videosorveglianza. Ma ciò non è bastato a salvare la ragazza dalla violenza. Come lamenta chi vive qui, quello non è un posto sicuro di sera.
Basta lasciare via Palestro, dove la finlandese era stata per trascorrere una serata in un pub, e svoltare in una delle traverse che formano questo reticolato di strade per ritrovarsi in angoli isolati e bui. Bar e ristoranti affacciano solo sulle vie principali e chiudono dopo una certa ora, mentre le reception degli hotel spesso non affacciano sulla strada. Ci sono un paio di benzinai, ma non sono custoditi dopo le 22.
Non c' è voluto molto al bengalese per avvicinare la giovane con la scusa di offrirle un passaggio e convincerla a seguirlo nel punto in cui sarebbe stata parcheggiata la sua auto. L' area di via Monzambano, di notte, è deserta. Nonostante ci siano la caserma dell' Aeronautica e la sede dell' Anas, non c' è molta illuminazione. In alcuni punti ci sono cumuli di immondizia e bottiglie vuote.
«Ho una figlia di 18 anni e, quando rientra la sera, sono sempre preoccupata. Scendo ad aspettarla fuori dal portone», racconta Patrizia, che vive in uno dei palazzi affacciati sulla via. E anche altri due condomini confermano che la zona è isolata, senza negozi e senza locali. Poco più avanti, si arriva all' Università, ma pure lì non va meglio. Solo in pochi hanno sentito dell' episodio di violenza, qualcuno reagisce male di fronte alle domande, ma nessuno si stupisce per la notizia.
«Come in tutti i quartieri a ridosso delle grandi stazioni, c' è passaggio continuo di gente, anche di gente poco raccomandabile», spiega un ristoratore di via Palestro. «Ci sono molti hotel e ostelli. Qui alloggiano soprattutto turisti stranieri, vista la vicinanza a Termini. Il fatto che ci siano tante ragazze di sera nei locali attira personaggi malintenzionati », racconta invece il cameriere di un' altra trattoria: «A San Lorenzo ci sono più giovani, ma qui la movida finisce prima». Alla fine, nella notte di via Monzambano è stata una donna che, sentite le grida della giovane finlandese, si è affacciata alla finestra e ha dato l' allarme.
Fonte: qui
Nessun commento:
Posta un commento