I PRESIDI AVVERTONO: “RISCHIAMO DI CHIUDERE LE SCUOLE A CAUSA DEI RIFIUTI”
PER I MEDICI SIAMO ALLA VIGILIA DI UN’EMERGENZA SANITARIA
VIRGINIA RAGGI E ZINGARETTI DEVONO TROVARE UN'INTESA PER EVITARE CHE LA SITUAZIONE PRECIPITI: IN QUEL CASO L'ARRIVO DI UN COMMISSARIO SAREBBE SCONTATO
PD E M5S VOGLIONO EVITARE DI REGALARE IL CAMPIDOGLIO A SALVINI…
EMERGENZA RIFIUTI A ROMA: RISCHIO COLLASSO IN 10 GIORNI ALLARME DI MEDICI E PRESIDI
Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
I presidi avvertono: a Roma rischiamo di chiudere le scuole a causa dei rifiuti. L'ordine dei medici aggiunge: siamo alla vigilia di un'emergenza sanitaria, con la spazzatura che resta sui marciapiedi. Ci sono dieci giorni per evitare il caos, visto che il 14 ottobre scade l'ordinanza regionale che obbliga tutti gli impianti del Lazio a farsi carico dei rifiuti romani. Già oggi l'unico tmb di Ama, a Rocca Cencia, è allo stremo, mentre la municipalizzata è allo sbando, affidata dalla sindaca Raggi a un attivista M5S che non conosce l'azienda e che non si è mai occupato di rifiuti.
IL NEO AD
Ieri il nuovo amministratore unico dell'Ama, Stefano Zaghis, fedelissimo del Movimento 5Stelle voluto dalla Raggi per guidare un'azienda con quasi ottomila dipendenti, ha spiegato che «la priorità ora è pulire la città». Non proprio una idea rivoluzionaria, anche perché è da tre anni che i romani si aspettano questo risultato dall'amministrazione Raggi di cui Zaghis è espressione.
Ma la situazione è destinata a peggiorare fin dalle prossime settimane, il piano che il vecchio Cda, costretto a dimettersi, aveva messo in campo per uscire dalla fase di criticità è stato fermato. «Ci hanno lasciati soli, così è impossibile lavorare» hanno spiegato Paolo Longoni e Luisa Melara, ex ad ed ex presidente dell'Ama. Ieri parlando a RadioRadio, la dirigente della Direzione rifiuti di Roma Capitale, Laura D'Aprile, ha replicato: «Non c'è stato alcun tipo di abbandono».
LA PAURA
Abbandonati per strada sono i rifiuti a Roma e con l'Ama allo sbando c'è il timore che si ripeta la grande crisi vissuta a giugno e luglio. «A Roma si rischia l'emergenza sanitaria per i rifiuti» dicono Antonio Magi e Pierluigi Bartoletti, presidente e vice presidente dell'Ordine provinciale dei medici-chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Roma.
«Occorre evitare che in breve tempo si creino nella Capitale cumuli di immondizia in ogni strada, nei pressi di scuole, ospedali, luoghi pubblici e che un simile degrado diventi attrattivo per gli animali». Non c'è tempo da perdere, il caos in cui versa l'Ama con le ennesime dimissioni dell'ennesimo Consiglio d'Amministrazione e la nomina di un nuovo responsabile preoccupa l'Ordine dei medici di Roma e provincia che continua a monitorare costantemente la situazione. La raccolta dei rifiuti nella Capitale d'Italia si regge, e male, su un fragilissimo equilibrio basato principalmente sulla buona volontà delle Regioni vicine ad accogliere, seppur a caro prezzo, i nostri residui. Non c'è spazio dunque per improvvisi blackout del ciclo di raccolta e smaltimento».
C'è un altro punto di vista, quello dei presidi delle scuole romane che addirittura ventilano l'ipotesi della sospensione delle lezioni a causa delle montagne di spazzatura sui marciapiedi. «Come segnalato da molti presidi di istituti comprensivi e scuole superiori romane, sia in zone centrali della città sia in periferia la situazione dei rifiuti abbandonati presso gli edifici scolastici o all'interno dei cortili sta aggravandosi di giorno in giorno» si legge in una nota dell'Associazione nazionale presidi di Roma.
«Qualora non venga preso in attenta considerazione organizzativa l'appello dei medici e delle scuole chiediamo che ogni Asl di zona si attivi per verificare lo stato igienico-ambientale ed eventualmente proceda alla richiesta di chiusura degli istituti. Ci associamo all'appello dell'ordine dei Medici affinché venga risolta al più presto una situazione di degrado e di pericolosità che mette a repentaglio la salute».
COMMISSARIAMENTO PIU’ VICINO
Simone Canettieri per “il Messaggero”
Il caso della spazzatura della Capitale e della paralisi dell'Ama l'azienda dei rifiuti sta mettendo sulla graticola anche il governo rosso-giallo. Per la prossima settimana il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, ha convocato la sindaca Virginia Raggi e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
SUMMIT
Il vertice avverrà mentre Roma sta vedendo crescere di nuovo i cumuli di spazzatura ed il lavoro di messa in sicurezza del sistema, iniziato dal Cda formato da Melara, Longoni e Ranieri - tutti scelti dalla Raggi - si è bruscamente interrotto dopo tre mesi e mezzo, per la rottura con il Campidoglio. Costa sa che una Roma di nuovo ricoperta dai rifiuti sarà una bomba a orologeria che metterà a rischio anche gli equilibri di governo.
Costa e Zingaretti tenteranno di convincere la Raggi da una parte a fare uscire dalla paralisi Ama, il cui ultimo bilancio approvato è quello del 2016, dall'altra faranno pressione perché finalmente la sindaca accetti la realizzazione di impianti che a Roma mancano, come anche l'ex consigliere di amministrazione di Ama, Massimo Ranieri, ha denunciato, inascoltato. In una intervista il ministro dell'Ambiente ha insistito sulla necessità di realizzare un centro di stoccaggio per i rifiuti della durata di due o tre anni; il piano regionale dei rifiuti, sul quale entro domani Roma Capitale deve inviare le osservazioni, spiega che serve una discarica, visto che a fine anno chiuderà quella di Colleferro dove ogni giorno vanno mille tonnellate di scarti.
Raggi e Zingaretti devono trovare un'intesa per evitare che la situazione precipiti: in quel caso l'arrivo di un commissario sarebbe scontato. Un'eventualità ventilata nelle stanze del governo, ma sempre allontanata: il danno d'immagine per la Capitale sarebbe enorme, al di là delle ricadute per la grillina, a meno di un anno e mezzo dalla fine del mandato. Fonti M5S spiegano: «Virginia e Nicola devono trovare un'intesa per bloccare l'opa di Salvini sul Campidoglio».
Il patto è tutto da costruire, ma potrebbe materializzarsi già la prossima settimana durante la cabina di regia. Il Comune punta a una proroga dell'ordinanza fino al 30 gennaio. Il provvedimento firmato da Zingaretti obbliga tutti gli impianti del Lazio a ricevere i rifiuti romani (ma c'erano anche delle prescrizioni nei confronti che Ama non ha rispettato, a partire dall'approvazione del bilancio) e ha giù avuto una proroga, ma soltanto fino al 14 ottobre, secondo la sindaca Virginia Raggi una data troppo ravvicinata.
SANZIONI
Non solo: la sindaca vorrebbe fare in modo di riscrivere le prescrizioni per far inserire penali nei confronti degli impianti che non accolgono tutta la quantità di rifiuti stabilita. In questo modo si eviterebbe l'ennesimo Natale tra i rifiuti: un selfie che Salvini è pronto a scattarsi per lanciare l'assalto al Campidoglio. Ecco perché gli sherpa del Pd e del M5S sono pronti a trovare una soluzione che blocchi sul nascere qualsiasi aggressione (politica della Lega).
SINTESI
Il primo passo concreto da fare passa da una nuova ordinanza. Che arrivi al primo mese del 2020 e che nel merito modificata. Ma per arrivare a questo traguardo occorre che ci sia una sintesi politica. Che potrebbe funzionare proprio in virtù del meccanismo già visto per la formazione del nuovo governo: meglio un'intesa giallorossa che la riscossa della Lega. Un fattore che chiaro a tutti. A partire dal premier Giuseppe Conte che per il momento non sta intervenendo. Così come Luigi Di Maio che da giorni continua a tirarsi fuori dalle cose romane che lo hanno scottato troppe volte.
Adesso starà a Sergio Costa, titolare dell'Ambiente e grillino doc, cercare di ricucire i rapporti con il Campidoglio. In questa fase il ruolo di Max Bugani torna più che comodo: il nuovo capo-staff lavora a tutto campo per ricostruire i ponti. E si prende l'onere, tutto politico di attaccare Salvini: «Matteo, fatti un favore, smetti di rompere le scatole a Virginia Raggi. A volte il silenzio è la cosa migliore. Ti ricordo solo che molti sindaci leghisti sono stati arrestati per reati gravi e che il vostro sindaco n.1, citato come esempio di buon governo, si chiama Bitonci ed è crollato miseramente». La questione come sempre è tutta politica. Ma servono subito soluzioni tecniche visto che Ama è sull'orlo del baratro e già ci sono i rifiuti sui marciapiedi. Fonte: qui
L’AMMINISTRATORE DELEGATO DIMISSIONARIO DELL’AZIENDA DEI RIFIUTI DI ROMA(AMA) ATTACCA LA RAGGI A “CIRCO MASSIMO”: “L’EMERGENZA ROMANA SI RISOLVE FACENDO IMPIANTI.
MA DALLA SINDACA ABBIAMO AVUTO COME RISPOSTA SOLO NO.
NON SONO IN GRADO DI DIRE SE È ALL’ALTEZZA DEL RUOLO.
SO CHE NOI ABBIAMO SFIDUCIATO IL SOCIO (IL COMUNE) PERCHÉ NON SAPEVA FARE IL SOCIO”
L'emergenza rifiuti di Roma continua. E il consiglio di amministrazione della municipalizzata Ama si è dimesso pochi giorni fa. "Dei sei consigli di amministrazione che si sono succeduti l'uno dopo l'altro, noi siamo i primi che si sono dimessi revocando la fiducia al socio, mentre tutti gli altri sono stati revocati dal socio. C'è una differenza fondamentale", dice a Circo Massimo, su Radio Capital, l'ad dimissionario Paolo Longoni.
Come si risolve il problema dei rifiuti a Roma? "Facendo impianti. Ma dalla sindaca abbiamo avuto come risposta no agli inceneritori, no alle discariche, solo raccolta differenziata, e in più ci ha detto che devono diminuire i rifiuti. Tre di queste quattro cose", spiega il manager, "non sono nella possibilità di Ama, perché gli impianti non può farli Ama - potrebbe se fosse destinataria di risorse per gli investimenti - e perché far diminuire i rifiuti non è un'attività che può svolgere la società che fa la raccolta". Però si possono togliere i rifiuti dalle strade: "Sì, e metterli dove?"
"Il problema si risolve nel breve termine continuando a operare sotto emergenza, cioè costringendo gli impianti ad accettare rifiuti anche in maniera coercitiva", continua Longoni, "Ci sono state ordinanze della regione Lazio che ci hanno consentito a luglio e ad agosto di ripulire per intero la città nel giro di 4 giorni. E nel medio termine bisogna incentivare il più possibile e portare la differenziata ai livelli massimi possibili delle grandi città - Milano e Venezia sono virtuose e sono al 56%, Roma è attorno al 40 - e poi dotare la città e la regione di impianti.
Non c'è una strada terza. E Ama deve al suo interno diventare efficiente, perché non lo è, visto che ha una serie di problemi interni consolidati di inefficienza e malfunzionamenti che derivano da trascuratezze del passato, derivate anche dalle gestioni". Dopo questa esperienza, il giudizio sulla sindaca di Roma non è positivo: "Se Raggi è all'altezza del ruolo? Non sono in grado di rispondere. So che noi abbiamo tolto la fiducia al socio perché non sapeva fare il socio", chiude Longoni.
Fonte: qui
L'emergenza rifiuti di Roma continua. E il consiglio di amministrazione della municipalizzata Ama si è dimesso pochi giorni fa. "Dei sei consigli di amministrazione che si sono succeduti l'uno dopo l'altro, noi siamo i primi che si sono dimessi revocando la fiducia al socio, mentre tutti gli altri sono stati revocati dal socio. C'è una differenza fondamentale", dice a Circo Massimo, su Radio Capital, l'ad dimissionario Paolo Longoni.
Come si risolve il problema dei rifiuti a Roma? "Facendo impianti. Ma dalla sindaca abbiamo avuto come risposta no agli inceneritori, no alle discariche, solo raccolta differenziata, e in più ci ha detto che devono diminuire i rifiuti. Tre di queste quattro cose", spiega il manager, "non sono nella possibilità di Ama, perché gli impianti non può farli Ama - potrebbe se fosse destinataria di risorse per gli investimenti - e perché far diminuire i rifiuti non è un'attività che può svolgere la società che fa la raccolta". Però si possono togliere i rifiuti dalle strade: "Sì, e metterli dove?"
"Il problema si risolve nel breve termine continuando a operare sotto emergenza, cioè costringendo gli impianti ad accettare rifiuti anche in maniera coercitiva", continua Longoni, "Ci sono state ordinanze della regione Lazio che ci hanno consentito a luglio e ad agosto di ripulire per intero la città nel giro di 4 giorni. E nel medio termine bisogna incentivare il più possibile e portare la differenziata ai livelli massimi possibili delle grandi città - Milano e Venezia sono virtuose e sono al 56%, Roma è attorno al 40 - e poi dotare la città e la regione di impianti.
Non c'è una strada terza. E Ama deve al suo interno diventare efficiente, perché non lo è, visto che ha una serie di problemi interni consolidati di inefficienza e malfunzionamenti che derivano da trascuratezze del passato, derivate anche dalle gestioni". Dopo questa esperienza, il giudizio sulla sindaca di Roma non è positivo: "Se Raggi è all'altezza del ruolo? Non sono in grado di rispondere. So che noi abbiamo tolto la fiducia al socio perché non sapeva fare il socio", chiude Longoni.
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