Oggi poche novità, in quanto ieri c’è stata la solita riunione della Federal Reserve, dove tra un rinfresco da qualche milione di dollari, si è discusso come sempre del nulla, l’inutilità di una banca centrale…
Partiamo da quello che accadrà realmente, ovvero visto che Powell ha dichiarato che la Fed non prevede di utilizzare tassi negativi, ora abbiamo la matematica certezza che ciò accadrà, in quanto empiricamente è sempre successo il contrario di quello che la Fed dichiara…
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O forse ha ragione, in quanto verrà licenziato prima di vedere i tassi in negativo!
Jay Powell and the Federal Reserve Fail Again. No “guts,” no sense, no vision! A terrible communicator!
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Jay Powell e la Federal Reserve falliscono di nuovo. Niente “fegato”, nessun senso, nessuna visione! Un comunicatore terribile!
Infatti quando si è trattato di spiegare quello che è successo l’altro ieri alla Fed di New York, sembrava insicuro, quasi spaesato nel raccontare l’episodio.
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Ne abbiamo già scritto due giorni fa, ma qui avete una rapida sintesi per chi non ha ancora capito cosa è in realtà successo…
E il rischio di una nuova Lehman, seppur in sedicesimi, proprio in contemporanea con la comunicazione relativa ai tassi di interesse e alla politica monetaria sarebbe stato davvero troppo. Soprattutto per Donald Trump.Ma qualcuno, almeno nelle ricostruzioni degli insiders, ci aveva ripensato, ritenendo quella mossa di intervento alla stregua dell’invio di un pessimo segnale politico ai mercati: l’asta della Fed di New York, infatti, era prevista fra le 9.30 e le 9.45 del mattino negli Usa ma quando mancavano pochi minuti, ecco apparire un comunicato. Rinviata a causa di motivi tecnici. I quali, esattamente come quelli che paiono aver colpito le infrastrutture petrolifere saudite, sono stati però risolti nell’arco di cinque minuti, quando le discussioni frenetiche in seno alla Federal Reserve sul da farsi sono state sovrastate dai sospiri di paura che giungevano da Wall Street.
Peccato che l’asta sia andata davvero male, qualcosa non ha funzionato e qualcuno sembra rimasto chiuso fuori dalla porta…
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Ma torniamo a noi, prima o poi qualcuno si pentirà della fiducia nelle banche centrali.
Ieri ben tre governatori non hanno approvato il taglio dei tassi, solo che uno, che probabilmente sarà il prossimo governatore della Fed al posto di Powell, Bullard voleva un taglio ancora più grande di 50 bp. Per il Qe tutto rinviato.
Nel frattempo sono stati ridotti i tassi di interesse che vengono pagati alle banche sulle riserve in eccesso, si è rafforzata la spesa delle famiglie, ovviamente a debito, gli investimenti delle imprese si sono indeboliti e le esportazioni sono sensibilmente scese.
Secondo le previsioni dei governatori della Fed nel 2019 non ci saranno più tagli dei tassi, noi invece vi consigliamo di prevedere nuovi ribassi dei tassi anche nel 2019, chi ha orecchie per intendere, intenda.
Siccome a noi non piace mai parlare tanto per parlare, vi facciamo vedere grazie a Mike Shedlock, quali erano le previsioni della Fed sui tassi alla fine del 2017, peraltro le previsioni di molti se non di tutti, tranne noi che abbiamo previsto in maniera puntuale cosa sarebbe successo…
Tassi addirittura al 4 % per due governatori, molti altri intorno al 3 e ora siamo in caduta libera verso lo ZERO!
Non torno sull’argomento dell’intervento straordinario della Fed di New York, perchè ormai solo gli ingenui non hanno capito cosa è successo.
Dimenticavo! se qualcuno spera in un accordo ad ottobre, auguri…
Per quanto riguarda noi, buone notizie sia dal dollaro che dai tesorucci, buona reazione alle decisioni di ieri ma non siamo ancora pronti per fare l’ultimo spettacolare balzo. Nel fine settimana in “Machiavelli: La fortuna aiuta gli audaci.” vi racconteremo per filo e per segno per quale motivo, il mercato toro obbligazionario americano è solo all’inizio.
Fonte: qui
Usa, Fed taglia i tassi di 25 punti base. La Furia di Trump
19 settembre 2019 - La Fed “non ha fegato”. Non si fa attendere il tweet al veleno del Presidente Donald Trump subito dopo la decisione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve (Fomc) di tagliare i tassi d’interesse di 25 punti base, come da attese, portandoli in una forchetta tra l’1,75% e il 2%. La sforbiciata segue quella di luglio, la prima dopo più di un decennio, sulla scia del rallentamento globale del commercio e delle incertezze legate anche all’aumento dei dazi.
Comitato monetario diviso sulla decisione: presa a maggioranza con 7 voti favorevoli e tre contrari, due dei quali si sono espressi per tassi invariati mentre Bullard invece spingeva per una riduzione di 50 punti base, come qualche analista aveva ipotizzato alla vigilia.
Powell non esclude altri tassi, se necessario – Nel corso della conferenza stampa che segue le riunioni del board della Federal Reserve, il banchiere centrale ha rimarcato come l’outlook sull’economia Usa sia favorevole ma la Fed resta alla finestra pronta a intervenire. Se le prospettive diventassero ancora più deboli, “una sequenza più estesa di tagli potrebbe essere appropriata”, ha detto. “Non lo prevediamo, non è quello che ci aspettiamo ma sicuramente seguiremo questa rotta, se dovesse risultare necessario”, ha poi aggiunto. Si è però rifiutato di confermare che la Fed è ora più orientata a tagliare i tassi. “Restiamo dipendenti dai dati”, ha ripetuto. Nessuna indicazione, quindi per il futuro. “Prenderemo le decisioni riunione dopo riunione”.
La mossa non è affatto piaciuta all’inquilino della Casa Bianca: “La Fed ha fallito ancora una volta. Non hanno fegato, non hanno buon senso, non hanno visione! Powell è un terribile comunicatore!”.
Powell ha rifiutato di commentare direttamente le critiche di Trump, limitandosi a ribadire che la Fed rimarrà indipendente nelle sue decisioni. “Io cerco di fare il mio lavoro al meglio nell’interesse degli americani” ha aggiunto spiegando poi di non credere “che la Fed ricorrerà mai a tassi di interesse negativi, anche in tempi di crisi”, come Trump vorrebbe.
Sulle prossime mosse pesa senza dubbio la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina sul cui fronte si registrano segnali positivi con il presidente Trump che avvicina la fumata bianca: proprio nelle scorse ore, ha affermato che la Cina ha iniziato ad acquistare prodotti agricoli statunitensi aggiungendo che spera che la sua amministrazione sarà in grado di firmare un accordo commerciale con Pechino prima delle elezioni presidenziali del 2020.
Fonte: qui
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