9 dicembre forconi: PERCHE’ BORIS JOHNSON SARA’ UN SALVINI DI SUCCESSO

venerdì 16 agosto 2019

PERCHE’ BORIS JOHNSON SARA’ UN SALVINI DI SUCCESSO

Secondo i sondaggi,  i cittadini britannici sostengono Boris Johnson nella sua decisione di andare al Brexit anche senza accordo negoziato, fino al punto di essere d’accordo se Boris Johnson chiudesse il parlamento per impedire (ai deputati) di bloccare il Brexit senza accordo, come vorrebbero fare la maggioranza.

Il giorno prima, appena insediato, il nuovo premier  britannico ha riunito le varie personalità responsabili dell’ordine pubblico, ed ha annunciato il piano  per una stretta di vite contro i delitti di sangue perpetrati per strada dalle minoranze etniche. “”Il tasso di omicidi è il più alto dal 1946”, ha detto. “Abbiamo visto un aumento del 34  per cento  nelle coltellate fra giovani, una crescita dell’82  in accoltellamenti, e un valoroso agente subire un’aggressione da  parte di un tizio armato di un machete da 40centimetri”. Per  cui, ha annunciato l’assunzione di  20 mila poliziotti,  10 mila nuovi posti nelle carceri, e soprattutto di dare agli agenti il potere di “stop and search” (fermare e perquisire)   senza dover chiedere l’autorizzazione ad un funzionario di grado elevato, o a un giudice. “So che è una misura controversa”, ha detto: “Ma voglio che ad aver  paura siano delinquenti, non i cittadini”.
Il fatto che dopo questa  decisione sulla sicurezza i cittadini (al 54%) siano disposti ad accettare che il biondo chiuda anche il parlamento,  pur di applicare il Brexit “ad ogni costo”,  insomma a conferirgli “pieni poteri”,   vuol dire qualcosa.
Di fronte ai previsti contraccolpi sull’economia nazionale in seguito al Brexit senza accordo (contraccolpi amplificati  dai media e dalle opposizioni una gigantesca operazione  di terrorismo psicologico,  bollato come “Project Fear”,  Operazione Paura)  Boris ha annunciato un  piano di  rilancio economico.  L’abbandono delle politiche di austerità che anche in Gran Bretagna erano state inaugurate  oltre 20 anni fa  da Toni Blair (il “socialdemocratico”  della “terza via” per avvicinarsi  alla UE)  e mantenuta, passivamente, dai governi conservatori di Cameron e  Teresa May.
Per adesso, i punti di questo rilancio li ha appena abbozzati. Per sbloccare il mercato  della  casa  vuole  alzare  l’esenzione dell’imposta di registro, attualmente applicata alle proprietà del valore  da 125 mila sterline  a 500 mila, abbassandone contemporaneamente l’aliquota dal 12 al 7%. Ciò esenterebbe dall’imposta il 70% delle compravendite immobiliari.
Vuol tagliare l’imposta sulle società, da lui giudicata una “tassa sulla produttività”  che danneggia lavoratori ed azionisti. Fin qui, siamo nel classico liberismo anglosassone , con le ricette che sta applicando anche Trump: meno tasse ai ricchi.

Scoperta:  “Più  occupazione  rende la società  più  dinamica e creativa”

Ma in più  BJ ha annunciato impegni di spesa pubblica che sicuramente incontreranno l’opposizione dei liberisti dogmatici,  che nel Regno Unito hanno la loro culla storica: “Scuole migliori, migliori trasporti, strade più sicure, banda larga”:  con lo scopo di “migliorare  la produttività di tutti”.
La teoria economica a cui fa riferimento è quella descritta nel volume “Mass Flourishing”  (Prosperità  di Massa) del Nobel americano (oggi 86enne) Edmund Phelp:  un  monetarista critico, nel senso che –  è una delle sue asserzioni fondamentali – insegna che aumentare i posti di lavoro non serve solo a dare più salari, non ha solo un effetto monetario: serve anche e soprattutto a creare “un effetto di dinamismo creativo”  fra  i lavoratori,   e  il dinamismo di un’economia in crescita che rende  più vivaci intere popolazioni mentre le arricchisce.


Phelp ha denunciato come in Europa persistano  e vengano imposti modelli che ostacolano “lo spirito di scambio creativo”  di massa, ossia delle  classi lavoratrici, accettando una disoccupazione strutturale  troppo alta , per cui ”manca lo spirito d’iniziativa”  nella popolazione generale; ha criticato i “sistemi educativi che restringono l’attività ludica”.  Dice che il monetarismo va coniugato con un vitalismo che insegni a  “considerare le conseguenze impreviste di un avanzare verso l’ignoto non come un disturbo, ma  una esperienza preziosa”.
Insomma è proprio  la teoria economica di cui ha bisogno Boris Johnson in vista del Brexit: che giustificherà  l’aumento della spesa pubblica  in  opere che aumentino la produttività del popolo,  in una nazione da rendere più dinamica e aperta al cambiamento. “Chi scommette contro la Gran Bretagna perderà la camicia”,  ha detto.
A  fare la differenza con Salvini non è solo il livello culturale del  personaggio. E’ che il popolo britannico lo segue invece di  deriderlo  e stroncarlo.  Che  nessuno   in GB  – nemmeno l’opposizione – , quando ha annunciato l’assunzione di 20 mila poliziotti, lo ha chiamato “boia”  “inumano”,   criminale e fascista; e nessun economista del Principe, a proposito dell’ampliamento delle carceri,  e  l’aumento della spesa pubblica  che  ha chiesto con  aria di sfida: “Non si può, dove trovi le coperture?”.  Certo, il Regno Unito può spendere creando moneta (non facendosela prestare) perché ha la sua valuta sovrana per il progetto di rilancio.
Forse dobbiamo cominciare a chiederci come mai non  abbiamo  visto il branco dei procuratori gettarsi a intercettare le telefonate del politico del cambiamento  e dei suoi amici e collaboratori, in  cerca di un qualunque reato  in  modo da trascinarlo in tribunale – e bloccare il cambiamento. Non abbiamo viso la muta feroce dei media organizzare  talk show di dozzine di ore, esclusivamente aperta ad  avversari politici, dediti a bollare come folle e impossibile tutte le proposte di “cambiamento”  perché “i mercati ci puniranno”,  “Lo spread”,  “è contro la UE”, “non avete le corperture”, “il debito pubblico secondo al mondo”, eccetera. Ossia tutti e solo gli argomenti contro  il minimo cambiamento possibile.
In Italia, appena emerge dal voto popolare un personaggio sgradito dai favoriti dello Status quo, la  magistratura  gli si avventa contro come un gruppo criminale da intercettare senza limiti, e di cui bisogna impedire ad ogni costo l’azione perché sospetta.  La stessa magistratura che ha archiviato come suicidio la caduta dalla finestra di David Rossi da Montepaschinonostante tutti gli indizi contrari, è quella che indaga  ostinata e instancabile  all’estero alla ricerca dei “soldi di Putin” che Savoini avrebbe trattato al Metropol, benché sia chiaro che nessuna trattativa  ha avuto  buon fine , e la fonte delle rivelazioni sia un organo dell’intelligence (britannica) che ha come scopo di  gettare sospetti di pro-putinismo  anche su Trump.

Buzzfeed, da cui vengono le  rivelazioni su Savoini,  è parte di una rete nota  come  “Integrity Initiative”, “una rete di spie, giornalisti e  think tank finanziata dal governo britannico nel Regno Unito che prendono sistematicamente  di mira politici  e personaggi pubblici che si presume siano troppo filo-russi” 
(vedere Andrew Spannaus, “Russiagate Comes To Italy”, https://consortiumnews.com/2019/08/05/russiagate-comes-to-italy/.
Vogliamo considerare il caso Siri, di cui “il partito dell’onestà” ha  preteso ed ottenuto le dimissioni perché due siciliani, forse contigui alla  mafia, hanno detto al telefono d volergli pagare 30 mila euro che  poi non hanno pagato?
Peggio:  l’altro ieri Il Fatto Quotidiano è apparso con questo titolo:
Lega, i segreti sui soldi e i rapporti Salvini-Bannon nei pc di Siri. Ma i pm non li possono analizzare per colpa della crisi di governo
In cui il giornale manettaro si dispiace che “ il leader della Lega ha tolto l’appoggio al governo: e l’iter per sequestrare il computer di Siri si è bloccato. Cosa c’è dentro quei pc? Dai mutui di San Marino al caso Arata: tutte le accuse al braccio destro del ministro dell’Interno”
Ora,  mi scuso:  ma se un sottosegretario deve consegnare il suo pc privato perché la magistratura vi cerchi dei reati – fra cui sembrano essere  per dei  crimini eventuali “rapporti Salvini-Bannon” – vuol dire che qualunque azione  politica è reato.  E siamo già arrivati qui:
(Ci siamo già fino al collo)
Certo,bisogna indagare Siri per i 30 mila euro. E’ giusto. Ma pochi  giorni fa abbiamo visto “il capo degli ultrà della Lazio” ucciso in pieno giorno nella capitale,  da un sicario professionista – ed abbiamo saputo che  Diabolik  aveva subito due anni fa il sequestro di 2 milioni di euro –  non certo  guadagnati  come ultrà della Lazio –  e aveva continuato nella lucrosa attività  criminale (droga)  fino a provocare la vendetta di bande rivali: e  le procure non   avevano intercetto il telefono suo e degli amici?  Se richiediamo dai procuratori lo stesso zelo che usano per i 30 mila euro di cui incolpano Siri o del (mancato) finanziamento russo alla Lega, rischiamo  di commetter noi stessi  reato di vilipendio.
Questa mi pare la differenza fondamentale tra Salvini e Boris Johnson.  La differenza sta  in qualcosa che si chiama patriottismo, per cui nessun avversario là  pensa mai di chiamare lo straniero perché  lo liberi dal nemico interno…”Right or wrong, my country”.
Ragion per cui , ancora una volta, non saremo noi col “governo del cambiamento” ad imporre alla UE la fine del programma di austerità tedesco, che sta  rovinando la stessa Germania ed  ha devastata una generazione di Europei del Sud senza occupazione né prospettiva di averla – sarà come al solito l’Inghilterra a liberarci dalla Germania.
Ricordiamo brevemente: a giugno, la Germania ha visto la sa produzione industriale contrarsi del 5,2%  e le  sue esportazioni  – su cui si basa esclusivamente il  “successo tedesco” – dell’8. Un collasso che Berlino s’è procurata da sé, puntando tutto sull’export e la riduzione dei consumi interni – che ha imposto anche a tutti noi,  attraverso i suoi Quisling italiani  – nel momento in cui lo scoppio delle guerre commerciali e il Brexit  la ridurranno in difficoltà sempre peggiori: Londra e Washington da soli assorbono 100 miliardi dell’eccedente commerciale tedesco, “è una rivolta del consumatore anglosassone contro un fornitore troppo avido”; commenta l’economista francese Nicolas Goetzmann,  il quale si rallegra  sul Figaro per questo strano motivo:

Trump et Johnson fragilisent le modèle allemand: tant mieux pour la France et l’Europe!

“Ora la zona euro deve assolutamente sostenere la domanda interna perché raggiunga il suo potenziale: la Banca centrale europea deve, come la Federal Reserve,  aggiungere al suo mandato quello della massima occupazione insieme a quello  della bassa inflazione”, dice Goetzmann  – che coraggio,  sta  sfidando Berlino  con  le stesse proposte che abbiamo sentito dai Savona, dai Bagnai.. .
Se vuole salvare l’euro,  Francia e Germania devono “renderlo vitale poggiandolo sulle forze interne (e non solo sull’export) sulla sua popolazione e  il suo livello di vita. La disoccupazione a lungo termine deve  avvicinarsi agli standard occidentali attuali: Stati Uniti 3,7, Regno Unito 3,8, contro il 7,5% della zona euro. Si può fare aumentando l’investimento pubblico”.-
Come  per caso, qui si delinea la teoria di Phelp sul dinamismo creativo da creare per  avere la “prosperità di massa”. Goetzmann  indica il prossimo G7 di fine agosto a  Biarritz  il momento in cui il governo francese dovrà proporre agli altri europei la nuova formula . O almeno che  questa riforma  della BCE venga messa sul tavolo quando alla testa della banca entrale arriva la Lagarde, il novembre prossimo. Che potrebbe già essere troppo tardi, data  la rapidità con cui la crisi recessi si fa globale e  sincronizzata: basta  dire che in Corea del Sud   l’esportazione  di  semiconduttori (di cui il paese è quasi il solo produttore mondiale con Taiwan) è crollato del  -22% e del -28 con la Cina,  per avere una pallida idea della depressione che incombe.
Le idee che hanno animato il  “governo  del cambiamento”  stanno  per essere accettate dal mondo –   e noi non ci saremo. Avremo  la magistratura che addenta ai polpacci Siri , Savoini, Salvini –  e   i talkshow dei media che ci spiegano come fossero disonesti, e le loro proposte  economiche arroganti, fasciste e folli –  e “senza le coperture”. Fonte: qui

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