9 dicembre forconi: SOVRANISTI SUONATI - BAGNAI (LEGA) AMMETTE LA SCONFITTA SULLA MANOVRA: ''AVER ACCETTATO RICHIESTE CHE IN TERMINI ECONOMICI SONO DEL TUTTO SURREALI, VIENE VISTA DA MOLTI DI VOI COME UNA RESA. PUÒ DARSI."

venerdì 14 dicembre 2018

SOVRANISTI SUONATI - BAGNAI (LEGA) AMMETTE LA SCONFITTA SULLA MANOVRA: ''AVER ACCETTATO RICHIESTE CHE IN TERMINI ECONOMICI SONO DEL TUTTO SURREALI, VIENE VISTA DA MOLTI DI VOI COME UNA RESA. PUÒ DARSI."


''MA ORA IL SIGNOR MOSCOVICI È IN LIEVE DIFFICOLTÀ. SE CONTINUA A DIRE CHE NON GLI BASTA MAI, CERTIFICHERÀ IL FATTO CHE "L'EUROPA" HA COME RAGION D'ESSERE QUELLA DI IMPORRE POLITICHE PROCICLICHE A CHI SE LE LASCIA IMPORRE, CIOÈ FARÀ CAMPAGNA ELETTORALE PER NOI, ANCHE NEGLI ALTRI PAESI…''

AI CONFINI DELLA SURREALTÀ

Alberto Bagnai per il suo blog,

saldo di bilancio pubblico dal blog di bagnaiSALDO DI BILANCIO PUBBLICO DAL BLOG DI BAGNAI
Questo grafico riporta, per ogni anno, il valore del saldo di bilancio pubblico del nostro paese rinvenibile nello scenario tendenziale calcolato nel DEF dell'anno precedente (in blu), dello scenario programmatico proposto dalla NADEF sempre dell'anno precedente (in arancione), e effettivo, tratto dall'ultima edizione del World Economic Outlook (in grigio: il dato del 2018 è stimato, visto che l'ultima edizione del WEO è di ottobre 2018, cioè di quando ancora non si poteva sapere come sarebbero andate a finire le cose, e il dato del 2019 non l'ho proprio riportato, perché le proiezioni dell'IMF fanno già sufficientemente schifo per l'anno in corso).

Tanto per capirci, cominciando da sinistra per finire a destra (un percorso naturale): con riferimento all'anno 2014 vedete che ad aprile 2013 il DEF (varato da Monti) supponeva che a politiche invariate il saldo sarebbe stato negativo per -1.8 (percentuale del Pil), poi la NADEF (redatta da Enrico "stai sereno" Letta) ipotizzava che si sarebbe fatta una politica espansiva fino al -2.3% del Pil, ma a conti fatti il risultato fu un -3.0% tondo (peggiore di 1.2 rispetto al tendenziale e di 0.7 rispetto al programmatico).

In ogni singolo anno questa dinamica si ripete in modo più o meno accentuato. Il saldo programmatico è peggiore del tendenziale (e ci sta, perché il programmatico incorpora gli effetti della manovra, che, laddove sia espansiva, prevederà un maggior deficit rispetto allo scenario tendenziale o "a politiche vigenti"), e, soprattutto, l'effettivo è peggiore del programmatico, il che significa che i governi tendono a sottostimare sistematicamente l'impatto delle loro politiche sul deficit, cioè dichiarano di fare meno deficit con le loro manovre di quanto poi effettivamente ne facciano.

saldo di bilancio dal blog di bagnaiSALDO DI BILANCIO DAL BLOG DI BAGNAI
In questo grafico ho aggiunto alle variabili già descritte lo scarto fra deficit programmatico e deficit tendenziale, che misura lo sforzo espansivo dichiarato dalle singole manovre (questa affermazione necessita di una precisazione che faccio più avanti, nell'ultimo grafico). Se consideriamo, ad esempio, il 2018, vediamo che nel DEF 2017 Gentiloni si aspettava per il 2018 un deficit di -1.2, portato nello scenario programmatico della NADEF a -1.6: un -0.4 che si riflette nella barra gialla.

Vi faccio vedere solo le barre gialle, così capiamo di cosa stiamo parlando:

Il DEF del quale sono stato relatore prevedeva un tendenziale di 0.8 (non so se ve lo ricordate). Ora siamo finiti al 2, cioè a -1.2 di deficit addizionale. Fra il 2014 e il 2018 lo scarto fra tendenziale DEF e programmatico NADEF è stato in media di -0.4. Nel 2019, dopo la "ritirata" del Governo, è tre volte tanto.

La mia dichiarazione di voto è qui:

scarto tra il programmatico e il tendenziale nel bilancio pubblicoSCARTO TRA IL PROGRAMMATICO E IL TENDENZIALE NEL BILANCIO PUBBLICO
ed ho quindi detto in modo sufficientemente chiaro cosa ritenevo auspicabile. Rispetto a quanto ho dichiarato in quella sede pare che le cose stiano andando in modo diverso. Il Presidente del Consiglio, che è stato così gentile da apprezzare il mio discorso, pare abbia ritenuto di comportarsi in modo diverso, più affine a quanto sembrava anche a me opportuno fare quando vedevo emergere "le contraddizioni di un progetto articolato sulla svalutazione del salari", ma queste contraddizioni non erano ancora esplose. Voi, che avete meno informazioni di me, siete liberi di leggere questo risultato come una mia sconfitta: quando si dà un parere, può darsi che non venga ascoltato, e questo, certo, in linea di principio potrebbe ulcerare la vanità di qualche eguccio debole. D'altra parte io, che ho meno informazioni di Conte, non me la sento di esprimere un giudizio sulla sua scelta.

Come ho detto in un'altra occasione, suscitando i lazzi della nostra stampa più autorevole, per me essere in squadra significa portare a termine il compito che mi è stato assegnato senza pretendere di avere l'immediata visione d'insieme e senza volermi sostituire né fare lezioncine a chi ne sa più di me.

So bene che molti di voi immaginano che io passi, o debba passare, il tempo a dare lezioni di politica a Salvini: lo so, perché per sette anni avete dato su questo blog lezioni di economia a me. Ora, non è che Salvini abbia un carattere peggiore del mio, anzi! Ha semplicemente meno tempo, e io, che me ne rendo conto, vedendo quanto sia scarso il tempo di cui dispongo da quando rivesto una carica infinitamente meno impegnativa della sua, cerco di limitare allo stretto essenziale le interazioni. Lo stesso vale, con maggior forza, per il Presidente Conte.

goofy 7 alberto bagnai claudio borghiGOOFY 7 ALBERTO BAGNAI CLAUDIO BORGHI
L'acquiescenza a richieste che in termini economici sono del tutto surreali (lo confermo, perché, come detto in dichiarazione di voto, lo confermano gli uffici tecnici della Commissioni) viene vista da molti di voi come una inopportuna arrendevolezza. Può darsi. D'altra parte, ora il signor Moscovici è politicamente in lieve difficoltà. Se continua a dire che non gli basta mai, certificherà il fatto che "l'Europa" ha come ragion d'essere quella di imporre politiche procicliche a chi se le lascia imporre, cioè farà campagna elettorale per noi, non solo qui, ma anche negli altri paesi europei (e infatti le ultime agenzie dicono che abbia smesso, anche perché alla Francia, che ora ha alle calcagna la Germania, non conviene isolarsi politicamente dall'Italia, ma il contrario non è necessariamente vero, finché un francese ci spara addosso!).

Se la mossa del Governo eviterà la procedura di infrazione, permetterà di portare a casa i risultati della manovra in termini sostanzialmente invariati (per i dettagli, come ha ricordato Claudio Borghi, dobbiamo aspettare le carte), confinando la Francia nel ruolo del cattivo. Se invece ci sarà procedura d'infrazione, si confermerà quell'atteggiamento bullistico del quale parlavo in dichiarazione di voto.

paolo savona alberto bagnaiPAOLO SAVONA ALBERTO BAGNAI
Mi direte che non c'era bisogno di questa ulteriore dimostrazione, e potrei anche concordare con questa analisi: di Nein! è costellata la storia di questo blog. Mi direte che non esiste solidarietà europea, che abbiamo visto macellare nazioni nella totale indifferenza degli elettori (soprattutto progressisti) delle nazioni altrui, e vi potrei anche dare ragione. Tuttavia, sono stati quei macelli a far sorgere in molti di voi la consapevolezza che vi ha spinto a sostenere politicamente chi contrastava questo sistema iniquo, e ogni giorno si allarga sui media internazionali il fronte di chi critica il modus operandi della Commissione.

Onestamente, non sappiamo che cosa avrebbe fatto il PD se fosse rimasto al potere. Se dobbiamo imparare dal passato, forse avrebbe fatto uno 0.8+0.4=1.2 di deficit. Per scrupolo aggiungo che se il confronto fra tendenziale DEF e programmatico NADEF ha un senso quest'anno (per il semplice motivo che noi il DEF l'abbiamo ereditato), l'entità della manovra va correttamente valutata confrontando il tendenziale NADEF (aggiornato rispetto a quello DEF) con il programmatico NADEF. Il confronto lo trovate qui:
borghi salvini bagnaiBORGHI SALVINI BAGNAI

Notate che nel 2013 (per il 2014) e nel 2014 (per il 2015) le manovre rispettivamente di Letta e Renzi prevedevano un deficit programmatico NADEF inferiore al tendenziale NADEF, cioè una stretta di bilancio rispetto al quadro a legislazione vigente. E così, nel 2014 la crescita del Pil fu dello 0.1%, e nel 2015 dello 0.9%. Poi, negli anni successivi, i saldi programmatici della NADEF divennero lievemente più espansivi di quelli tendenziali. In media, nel favoloso quinquennio del PD lo scarto fra programmatico e tendenziale NADEF fu di -0.2. Quest'anno, dopo la mediazione del governo, di -0.8 (da -1.2 a -2.0), cioè quattro (4) volte tanto. Diciamo che il sentiero stretto di Piercarlo "sparecchiavo" Padoan è diventato a quattro corsie: diminuisce il rischio di cadere di sotto.

saldo di bilancio dal blog di bagnaiSALDO DI BILANCIO DAL BLOG DI BAGNAI
Intrendiamoci: in squadra ci sono entrato io, non voi. Quindi io me ne sto zitto e lavoro, e voi, giustamente, dovete esprimere le vostre critiche. Tutti, me compreso, stiamo aspettando i risultati. Io devo anche concorrere ad essi per la mia parte. Il meraviglioso mondo dei social fa da lente di ingrandimento del nostro scontento, ma ci offre anche l'opportunità di condividere quello che avete trovato e vi ha trattenuto qui: i dati. Il mondo di prima, del quale vi parlai a suo tempo, era un mondo in cui l'IVA sarebbe aumentata, nessuno avrebbe usufruito di quota 100, nessuno avrebbe avuto né reddito né pensione di cittadinanza, non era stata rafforzata la detassazione dell'IMU sugli immobili strumentali, non era stato esteso il regime forfetario (sì, lo so, non è la "vera" flat tax: non ricordo di aver mai detto che avremmo fatto tutto il primo anno, e se l'ho detto lapidatemi pure), ecc.

Certo che dobbiamo volere di più!

Però, perdonatemi, una cosa devo dirvela: così come mi sembrano surreali le richieste "europee" di fare una politica meno espansiva all'inizio di un ciclo recessivo (richieste che si sbricioleranno quando la recessione globale colpirà i buoni come i cattivi), altrettanto surreali mi sembrano certe rampogne che vedo circolare sui social. Per giustificarle, per carità, le giustifico: i grafici di questo post sono una spiegazione sufficiente! Ma per capirle dovrei pensare che abbiate la memoria di un moscerino, o che siate atterrati oggi in Italia provenendo dall'iperuranio dei testi di macroeconomia keynesiana, dove, in effetti, è scritto che bisognerebbe fare ben altro (credo di saperlo, ma ringrazio comunque chi me lo ricorda).

Il fatto è che nel mondo reale non basta che capiamo noi qual è la cosa giusta. Devono capirlo anche loro. Alla fine lo capiranno, perché i fatti hanno la testa dura e qui avete imparato ad apprezzarlo. Cerchiamo di non dimenticarceli, questi fatti: altrimenti la testa ce la romperemo noi.

Con immutato affetto e riconoscenza.

claudio borghi matteo salvini alberto bagnaiCLAUDIO BORGHI MATTEO SALVINI ALBERTO BAGNAIIn KATZARI

DAVVERO LA MANOVRA CORRETTA A BRUXELLES DA TRIA E CONTE CONTIENE LE STESSE MISURE DI QUELLA FESTEGGIATA AL BALCONE DA DI MAIO? 

I PALETTI DI CONTE, CHE HA DISERTATO IL MINUTO DI SILENZIO PER LE VITTIME DI STRASBURGO PER ANDARE A CENA CON I SUOI DUE BADANTI, E LE MODIFICHE A REDDITO E QUOTA 100. 

MA PER CONVINCERE L’EUROPA MANCANO ANCORA 4 MILIARDI 


BRUXELLES, C’È UNA SEDIA VUOTA: IL PREMIER CONTE SALTA FOTO DI FAMIGLIA E MINUTO DI SILENZIO

LA SEDIA VUOTA DI CONTE AL CONSIGLIO EUROPEO DI STRASBURGOLA SEDIA VUOTA DI CONTE AL CONSIGLIO EUROPEO DI STRASBURGO
Spicca una sedia vuota nella roundtable dattorno a cui sono radunati i leader europei: le immagini mostrano l’assenza del premier italiano Giuseppe Conte che avrebbe dovuto raggiungere Bruxelles per le 13.00, invece è arrivato al Consiglio poco prima delle quattro, saltando foto di famiglia e minuto di silenzio per le vittime di Strasburgo. Secondo Antonio Tajani, intorno all’Italia, in questo momento, a livello di capi di Stato e di governo, si registra «una sorta di gelo» (Fonte Ebs)

LA DISTANZA DI 4 MILIARDI I PALETTI DEL PREMIER AI VICE PER LIMARE LE MISURE SIMBOLO
Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

conte salvini di maioCONTE SALVINI DI MAIO
«Abbiamo lo stesso prodotto, ma costa meno». Quello che a Palazzo Chigi descrivono come «il capolavoro» di Giuseppe Conte non è tanto essere riuscito a riportare su binari istituzionali il confronto con la Commissione, sino ad una chiusura positiva che ormai appare quasi a portata di mano (anche se la distanza fra le parti sarebbe ancora di oltre 4 miliardi di euro), ma è essere riuscito a convincere i due vicepremier, che fino all' ultimo hanno litigato fra loro e al contempo preteso di essere rassicurati su numeri, dettagli, modalità diverse, delle due misure bandiera.

Al ministro Giovanni Tria è stato dato il mandato di chiudere la trattativa, di stare al tavolo ad oltranza, forse sino a domenica, sino a quando non uscirà con un accordo chiuso e lo spauracchio di una procedura per debito come lontano ricordo, ma la realtà è che ieri pomeriggio è andata in frantumi la narrazione sovranista dei due azionisti di maggioranza: per chiudere sui saldi è dovuto arrivare da Roma anche il direttore generale del Tesoro; in sintesi, la manovra, forse per la prima volta, è stata modificata, limata e corretta negli uffici di Bruxelles e non nelle sedi deputate di Roma.

Quasi un' umiliazione, certamente non casuale, visti i conflitti mediatici degli ultimi mesi.
CONTE JUNCKERCONTE JUNCKER
Ma al contempo va in frantumi anche un altro canovaccio, quello di un capo del governo senza spazi di manovra, una controfigura rispetto agli azionisti di maggioranza: nel suo staff certamente enfatizzano, ne parlano come di «uno statista» in grado di riacciuffare per i capelli una trattativa che appariva, appena due settimane fa, naufragata più che in alto mare.

Eppure è vero che Conte è riuscito a convincere sia Di Maio che Salvini che possono sventolare le bandiere del reddito di cittadinanza e di quota 100 sulle pensioni nonostante i tanti paletti, finestre, clausole di controllo della spesa che hanno fatto scendere il saldo finale della manovra.
TRIA E MOSCOVICITRIA E MOSCOVICI

La narrativa di un' unità di squadra non è mai stata in piedi, e neanche il comunicato congiunto di ieri del leader dei 5 Stelle e del leader della Lega, con la fiducia piena a Conte, ha cambiato le apparenze. Negli ultimi giorni Conte ha dovuto prendere un aereo per andare da Bruxelles a Roma per rassicurare a cena i due vicepremier, per poi riprenderne un altro e tornare a Bruxelles.

Negli ultimi giorni sono volate parole grosse fra Palazzo Chigi e il ministero dell' Economia, sul filo di una sfiducia reciproca che per fortuna è restata sottotraccia, ma che non è passata inosservata negli uffici dei tecnici della Commissione. Per non parlare delle frizioni fra i due vicepremier, che sembra abbiano avuto strascichi anche ieri pomeriggio quando da Bruxelles cercavano Salvini, per le limature sulle pensioni, senza trovarlo.

Il telefono squillava, a vuoto. Ovviamente per tutta la giornata, fra Roma e Bruxelles, fra Palazzo Chigi e il Consiglio europeo, la parola d' ordine è stata quella di vendere la nuova manovra come identica a quella vecchia, solo meno cara: peccato che ora la stima dei poveri, per il reddito di cittadinanza, sia scesa a 4,5 milioni, non più 5, si calcola dunque che mezzo milione di cittadini che prima avevano diritto non lo eserciteranno. Così si scenderebbe dai 9 miliardi previsti a 7,5 nel 2019 e a 8 per ciascuno dei due anni successivi.

CONTE SALVINI DI MAIOCONTE SALVINI DI MAIO
E anche per le pensioni finestre e clausole temporali ridurranno impatto e costi.
Non è un inedito invece qualche problema con il protocollo: ieri Conte doveva atterrare a Bruxelles alle 13, è arrivato al Consiglio poco prima delle quattro, dopo aver saltato la foto di famiglia e il minuto di silenzio per le vittime di Strasburgo. Per Antonio Tajani, che ha un giudizio interessato, intorno all' Italia, in questo momento, a livello di capi di Stato e di governo, si registra «una sorta di gelo».

Fonte: qui

Gli studenti indossano i gilet gialli. E bruciano un fantoccio di Salvini

La protesta arriva anche in Italia: in piazza a Milano collettivi e centri sociali coi gilet gialli invocano la ghigliottina per Salvini e Macron

Il centro di Milano è stato preso d'assalto, ancora una volta, dagli studenti di sinistra che, a sostegno delle proteste in Francia, hanno indossato i gilet gialli



Ma la manifestazione contro il governo gialloverde si è trasformata, per l'ennesima volta, un attacco ferocissimo contro Matteo Salvini e il Carroccio. Un fantoccio con il volto del vicepremier leghista è stato, infatti, dato alle fiamme davanti alla sede di Unicredit di piazza Cinque Giornate. Sulla felpa del pupazzo si leggeva la scritta "Ladropoli". Sul marciapiede altri esagitati hanno scritto con la vernice Lega Ladrona.
"Lega merda". Gli slogan della manifestazione, organizzata dai collettivi studenteschi milanesi insieme ad esagitati dei centri sociali come il Cantiere, sono violentissimi. "Liberi di protestare - scandiscono - legittimati a ribellarci". Nei giorni scorsi più di un esponente del governo aveva esternato i propri timori di un eventuale contagio dalla Francia. E così sta succedendo: a alla manifestazione di Milano diversi studenti hanno indossato i gilet gialli in solidarietà ai colleghi francesi e hanno invocato per Salvini, come per Emmanuel Macron, la ghigliottina (garda la gallery). "Dalla Francia all'Italia - si legge su uno striscione portato in corteo dagli antagonisti - cacciare la Casta, cambiare il sistema".
Il nemico numero uno dei collettivi e dei centri sociali è sicuramente Salvini. A lui rinfacciano il pugno duro per fermare l'immigrazione clandestina e il decreto Sicurezza e arrivano addirittura a paragonare i centri per i rimpatri ai lager nazisti. Al Carroccio, invece, rinfacciano le inchieste sui fondi del partito. "Dove sono i soldi?", hanno urlato alcuni studenti davanti alle banche. "Lì la Lega nasconde il suo tesoretto - hanno tuonato per le vie di Milano - leghisti ladroni ridateci i milioni""Le stesse banche armate - hanno spiegato i collettivi in una nota - reinvestono poi a loro volta i soldi in armi e guerre da cui poi scappano le persone che Salvini usa come capro espiatorio per tenersi i 49 milioni e la poltrona".
Ai violenti Salvini ha risposto, ancora una volta, con un cinguettio. "Studenti o nazisti rossi? - si è chiesto su Twitter - sicuramente idioti a cui farebbe bene l'educazione civica obbligatoria a scuola (e, forse, anche ai genitori). Agli insulti e all'odio rispondiamo con il sorriso. Io vado avanti".



Fonte: qui

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