Nel post di prima abbiamo parlato della grande sfida che vede di fronte il governo italiano, le agenzie di rating e Unione Europea.
All’interno di questa sfida, come vi ho detto, ci sono quelli che ne pagheranno le conseguenze. In primi i cittadini. Ma non possiamo dimenticare chi invece sta “a metà”, ovvero le banche. Che ne sarà delle banche?
Beh, ovvio. Ce lo dice Fitch…
All’interno di questa sfida, come vi ho detto, ci sono quelli che ne pagheranno le conseguenze. In primi i cittadini. Ma non possiamo dimenticare chi invece sta “a metà”, ovvero le banche. Che ne sarà delle banche?
Beh, ovvio. Ce lo dice Fitch…
(…) Fitch avverte che un eventuale declassamento del rating dell’Italia (che nel suo caso verrà eventualmente deciso solo a inizio 2019) avrebbe con ogni probabilità ricadute immediate sui rating delle sei banche che ha messo in outlook negativo, quando a fine agosto ha abbassato l’outlook sul Paese a tripla B dopo la formazione della nuova coalizione di governo e le prospettive di ulteriore allentamento fiscale. Si tratta di Bnl (BBB+), Credem , Intesa Sanpaolo , Mediobanca e Unicredit (tutte tripla B) e Unipol Banca (BB+). Un declassamento del Paese, dice ancora l’agenzia, con le banche molto esposte sui titoli di Stato, renderebbe più tese le condizioni finanziarie, più impegnativi i costi di finanziamento e finirebbe per erodere la redditività. (…) [Source]
Gli effetti collaterali. Ma qualcuno al Governo ha pensato agli effetti collaterali e a come questi si ribalteranno sulla popolazione e sul tessuto economico? Temo di no.
Intanto curioso il fatto che il CDS dell’Italia resta sempre sopra a quello delle banche italiane più importanti. Quindi il mercato oggi vede le stesse più affidabili del rischio governativo Italia, malgrado il fatto che la maggior parte delle banche italiane ha ancora una significativa esposizione al debito sovrano”.
Le ultime news mi danno possibili gli aggiornamenti dei giudizi sull’Italia da parte di S&P il venerdì 26 ottobre e di Moody’s verso il 31 ottobre.
Intanto curioso il fatto che il CDS dell’Italia resta sempre sopra a quello delle banche italiane più importanti. Quindi il mercato oggi vede le stesse più affidabili del rischio governativo Italia, malgrado il fatto che la maggior parte delle banche italiane ha ancora una significativa esposizione al debito sovrano”.
Le ultime news mi danno possibili gli aggiornamenti dei giudizi sull’Italia da parte di S&P il venerdì 26 ottobre e di Moody’s verso il 31 ottobre.
CDS a confronto: Italy vs banks
Fonte: qui
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