L’ultima volta che i bond sono stati appetibili così come l’azionario, è iniziata la recessione. E’ quanto riporta un articolo di Bloomberg, riferendosi ai massimi della sessione che, alla vigilia, sono stati testati dai rendimenti dei Treasuries a 10 anni, saliti fino al 3,04%.
Sempre ieri, lo spread tra il dividend yield dello S&P 500 è salito a 124 punti base, al valore più alto dal 2011.
Cosa significa per gli investitori? Intanto, c’è da dire che a puntare verso l’alto, da un po’ di tempo a questa parte, sono anche i tassi della parte front della curva dei rendimenti.
Cosa significa per gli investitori? Intanto, c’è da dire che a puntare verso l’alto, da un po’ di tempo a questa parte, sono anche i tassi della parte front della curva dei rendimenti.
Basti pensare che, per la prima volta dopo la crisi finanziaria, e a seguito dell’asta dei bond Usa a quattro settimane, che ha rivelato tassi al 2,02%, al massimo dal febbraio del 2018, i rendimenti dei titoli di stato Usa a 4, 13 e 26 settimane si sono posizionati tutti attorno a valori superiori al 2%. Non solo: a balzare al record dal gennaio del 2008 sono stati anche i rendimenti dei titoli a due anni.
Fattore ancora più importante, il rapporto tra i tassi a due anni e lo S&P 500 mostra che, con uno spread pari a 36 punti base, la parte a breve della curva versa ora in una posizione, in termini di rendimenti, migliore di quella dello S&P (pari all’1,81%).
Peccato, però, come mostra anche l’ultimo grafico che, l’ultima volta che il differenziale sui rendimenti è stato così generoso a favore dei bond, è avvenuto neldicembre del 2007, anno che alcuni trader fanno corrispondere all‘inizio ufficiale della recessione.
Quanto è reale il rischio di recessione, a parte il trend di questo parametro? Per ora non è dato sapere con esattezza, anche se nelle ultime settimane diversi economisti, in occasione del decimo anniversario di Lehman Brothers, hanno paventato scenari più o meno foschi, come quello di Nouriel Roubini, che ha assegnato una data a quando esploderà la prossima crisi.
Sta di fatto che, da un recente sondaggio di BofA Fund Manager è emerso che i gestori di fondi sono sempre più pessimisti sull’outlook dell’economia mondiale: il 24% degli investitori interpellati ritiene per esempio che la crescita del Pil globale rallenterà il prossimo anno, in deciso rialzo rispetto alla percentuale netta del 7% di agosto. Si tratta del numero più alto di pessimisti sul trend dell’economia globale dal dicembre del 2011.
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