Dopo aver ridotto al minimo gli investimenti nei buoni del Tesoro statunitensi, la Russia intende intraprendere il passo successivo: dire addio all'uso del dollaro nelle transazioni petrolifere.
Come affermato dal ministro delle Finanze Anton Siluanov, la valuta statunitense sta diventando uno strumento troppo rischioso.
Quanto realistico e fattibile è questo scenario e perché il club dei Paesi che cercano di liberarsi dalla dipendenza dal dollaro cresce sempre più nell'articolo di Sputnik.
Lo scorso giugno gli economisti della Banca Mondiale hanno dichiarato: il processo di de-dollarizzazione nel mondo è stato avviato e non può essere fermato. Ora il 70% di tutte le transazioni nel commercio mondiale utilizza il biglietto verde, il 20% l'euro, il resto è diviso tra le valute asiatiche, in particolare lo yuan cinese, la terza moneta più importante nel paniere del FMI. A marzo Pechino, sullo sfondo dell'inizio della guerra commerciale con gli Stati Uniti, ha sferrato un duro colpo al dollaro sul mercato energetico globale, aprendo alla negoziazione dei futures di petrolio calcolati in yuan. Si è rivelata una misura preventiva tempestiva.
La Cina ha intenzione di andare avanti: passare al pagamento in yuan delle forniture reali di petrolio.
Il discorso non riguarda solo gli idrocarburi: nelle relazioni commerciali bilaterali dei maggiori partner finanziari di Mosca e Pechino il dollaro trova sempre meno spazio. Già a dicembre 2014 sono entrati in vigore gli accordi russo-cinesi sul commercio diretto in rubli. Questi pagamenti non implicano il coinvolgimento di banche statunitensi, britanniche o europee. Di conseguenza, la dipendenza dei sistemi finanziari di Russia e Cina dai Paesi occidentali si è indebolita.
In risposta alla ripresa delle sanzioni, l'Iran ha voltato le spalle al dollaro. Ad aprile Teheran ha abbandonato la valuta statunitense ed ha convertito tutti i pagamenti internazionali in euro.
Da tempo la Turchia ha in serbo piani per rinunciare al dollaro ed ora le probabilità sono più grande che mai.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato di essere pronto a passare alla monetizzazione con le valute nazionali delle transazioni commerciali con i principali partner — Cina, Russia, Iran.
Il ministro dell'Energia russo Alexander Novak ha già detto che il governo sta valutando la possibilità di effettuare le transazioni nelle valute nazionali, in particolare con la Turchia e l'Iran per aggirare la valuta americana.
Gli analisti sono sicuri: il rifiuto del dollaro è raccomandabile non solo nella monetizzazione delle transazioni petrolifere, ma in generale per tutti gli scambi commerciali. La Russia dovrebbe iniziare con i Paesi dell'Unione Eurasiatica.
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