L'A24 ROMA-L'AQUILA ''CADE A PEZZI'' SECONDO CHI CE L'HA IN CONCESSIONE (CHE SPERA DI FARE BEI LAVORI ALTERNATIVI), E POI LA BASENTANA, LA PALERMO-AGRIGENTO, LA LOMBARDIA, E POI LE FRANE MARCHIGIANE NEI DINTORNI DI ANCONA, C'È IL VIADOTTO CROLLATO A LECCO , E QUELLI INDEBOLITI LUNGO TUTTA LA LIGURIA
Antonello Caporale per il “Fatto quotidiano”
Scorciavacche, Himera, Annone, Camerino, La Reale. La Spoon River dei ponti andati al Creatore, da Lecco a Palermo, dovrebbe far vergognare chi per anni ha inchiodato l' Italia alla fantasticheria del Ponte dello Stretto, impegnando soldi solo per propaganda, oppure alla scelta di spendere miliardi per bucare le spalle di Genova con il cosiddetto terzo valico (grande e necessaria opera, sic!) mentre la città dorme sotto le croste di cemento alleggerito dall' età e con le armature corrose dal tempo. Da anni - senza che nessuno gli dia retta - Piergiorgio Malerba, docente del Politecnico di Milano, ci ricorda che i ponti d' Italia hanno quasi concluso "il loro ciclo naturale di vita". Cadranno, cioè. Ed è solo questione di tempo.
Carlo Toto, che ha in concessione l' A24 , il tratto che collega Roma a Pescara , non ha dubbi: "Quest' autostrada se ne cade a pezzi, col terremoto i ponti sono tutti indeboliti come fuscelli al vento, il cemento è farina, il ferro è ruggine. Lo sa il governo, lo sapeva il ministro Delrio. Lui preferiva riparare quel po' che si può. Ma il cemento nuovo sul cemento vecchio è come saliva sulla ferita. Pulisce ma non disinfetta. Fra dieci anni staremo di nuovo a rattoppare. Piloni tarlati e soldi sprecati".
Vero che Toto vorrebbe bucare le montagne e realizzare decine di chilometri di gallerie per evitare i ponti, e raddoppiare, da grande talpone d' Abruzzo, l' interesse industriale che ha e il profitto che renderebbe l' investimento (sei miliardi). Resta però intatta la verità: i ponti sono rimasti indeboliti dalla prova da sforzo del terremoto. E un' altra prova non la reggerebbero.
Due miliardi e mezzo servirebbero da subito per tenere in piedi quel che sta cascando o raddrizzare quel che è già a terra. Neanche la metà è disponibile mentre uno dopo l' altro, come birilli di un gioco che si va facendo crudele, avanzano gli infarti, i cedimenti improvvisi.
La Basentana , che taglia la Lucania e la porta a Taranto , è una lingua di asfalto incrostata. Sfidando la scienza l' Anas per mesi ha lasciato percorrere alcuni tratti affidandosi allo spirito santo: ha ridotto la larghezza delle corsie per ridurre il carico e ha confidato in Dio compassionevole.
Ed è sotto sequestro, in quanto costruito in totale difformità dal progetto originario, un tratto di otto chilometri tra gli svincoli di Mileto e Rosarno. Un viadotto, lungo l' autostrada Salerno-Reggio Calabria appena ristrutturata, poggia su piloni immersi a un palmo dal fiume Messina.
Frana la strada panoramica che teneva unita Enna . La frana è del 2009. E che si fa?
Nell' attesa dell' appalto ha ceduto il 1 novembre del 2015 anche il secondo troncone della panoramica.
Ci sono almeno venti cantieri nei duecento chilometri della A19 , l' autostrada che congiungendo il capoluogo a Catania, attraversa la pancia della Sicilia. Uno smottamento portò via il viadotto in località Scillato , facendolo adagiare sul costone opposto.
Stessa fortuna, diciamo così, ha avuto la superstrada veloce che collega Gela a Caltanissetta . Era il 21 maggio del 2009. Quel giorno cede un giunto del viadotto lungo ben 1.480 metri e che corre a circa 90 metri di altezza.
Sempre a maggio, ma del 2011, crolla una campata di un ponte ferroviario sulla linea Caltagirone-Gela . Da allora niente più treno, si prende il bus. Cinque anni fa, era il 2 febbraio del 2013, crolla - ricordate - il viadotto Verdura lungo la statale che da Agrigento conduce a Sciacca. Non ci sono morti neanche in quel caso: un automobilista si accorge per tempo, mette di traverso la sua auto e chiama i soccorsi.
Anche lì, come ovunque, un cimitero di iniziative.
A Calascibetta , che è un luogo meraviglioso, un paese magico, smotta un enorme costone di roccia sulla strada che la collega ad Alimena, in provincia di Palermo. È una statale trafficata, essenziale per chi lì abita. È il 2013. C' è uno studio di fattibilità e due diverse ipotesi in campo: realizzare il nuovo tratto nelle immediate vicinanze di una necropoli preistorica oppure farlo passare in un campo di grano?
7 luglio 2014, statale 626 in contrada Putrella di Licata, provincia di Agrigento. Crolla all' improvviso, infartuato e morente, un viadotto per cedimento strutturale. Sprofonda - all' altezza di Mezzojuso - la strada che congiunge Agrigento a Palermo. Metà della carreggiata, inaugurata pochi giorni prima, scompare alla vista. Il buco è lì, un by-pass consente la circolazione a passo di lumaca.
Il 27 maggio del 2015 gli automobilisti si accorgono che il viadotto Cinque Archi , tra i comuni di Santa Caterina Villermosa (Catania) e Villarosa (Enna) si sostiene su pilastri che appaiono paurosamente in balia della corrente del fiume dove sono immersi.
Si interrompe al chilometro 222 la Palermo-Agrigento . Poi i carabinieri chiudono un viadotto sulla Palermo-Sciacca . Un pilone paurosamente sbanda e s' inclina.
Prontamente l' Anas interviene e provvede al cerotto, cioè riduce la carreggiata e amen.
Poi c' è la Lombardia, e poi le frane marchigiane nei dintorni di Ancona , c' è il viadotto crollato a Lecco , e quelli indeboliti lungo tutta la Liguria. Incrociamo le dita.
Fonte: qui
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