9 dicembre forconi: Il GRANDE BLUFF TEDESCO

domenica 22 luglio 2018

Il GRANDE BLUFF TEDESCO


Deutsche Bank: trimestrale BOOM, ma forse i motivi sono molto più profondi di quanto possiate pensare. Derivati e titoli illiquidi nel mirino.

Sempre in contrasto, con il beneficio del dubbio.
Quale sarà la realtà? Una banca che realmente è “fuori controllo” e che quindi è destinata al default o quantomeno al salvataggio pubblico, oppure stiamo sopravvalutando il problema?
Io continuo ad essere convinto del fatto che Deutsche Bank rappresenta una mina vagante, una banca che ha accelerato su tutta la finanza più estrema per tenere il passo delle più importanti banche USA.
Spesso, come è giusto che sia, critichiamo le nostre banche. Ma cari lettori, sappiate che anche nei paesi considerati totalmente sicuri, come la Germania, ci sono delle storie che di sicuro hanno ben poco. E la vicenda USA di Deutsche Bank ce ne ha dato la prova.
(…)Deutsche Bank ha fallito gli stress test della Federal Reserve, che per motivare la sua bocciatura ha fatto riferimento a una “debolezza materiale nei piani relativi al capitale” del colosso bancario tedesco. I risultati sono la seconda parte degli esami annuali della banca centrale americana, nei quali questa approva o meno i piani degli istituti di credito per aumentare i buyback o pagare i dividendi. Deutsche Bank e’ stata l’unica banca a fallire il secondo round degli stress test. La Fed ha detto che la banca tedesca non e’ capace di prevedere correttamente i ricavi e le perdite delle linee chiave di business e ha mostrato lacune nei controlli sulla gestione del rischio. (…) [Source
La controllata americana di DB gestisce asset per 133 miliardi di dollari, non ha passato la seconda parte degli stress test annuali della Federal Reserve per carenze ampie e critiche. Questo lo ritengo essere solo la punta di un iceberg, visto che le banche tedesche oltre ad avere in pancia ancora moltissimi derivati, hanno mantenuto un modello di business poco efficiente. Per motivi di spazio e tempo non vi parlo di Commerzbank e delle varie Sparkasse, ma se ben ricordate, in passato già vi ho detto molto sull’argomento.
Intanto però il faro sui derivati e sui titoli illiquidi deve sempre restare ben acceso sul problema. Infatti il fenomeno è ancora più grave di quello che emerge, considerato che gli stessi derivati in pancia alle banche teutoniche sono circa un terzo del totale detenuto dalle banche europee e che i titoli più opachi e rischiosi, quelli definiti di livello tre (titoli illiquidi), sono circa il 40% del capitale netto tangibile, contro circa il 9% delle banche italiane.
Quindi motivi per restare tranquilli, insomma, ce ne sono pochi. Ma ecco che un illuminante news cerca di ribaltare tutto.
Utile lordo (700 milioni) e netto (400 milioni), ricavi (6,6 miliardi), spese al netto degli interessi (5,8 miliardi), CET1 (13,6%) e leva finanziaria (3,9%): i dati preliminari di Deutsche Bank nel secondo trimestre dell’anno sono andati tutti «considerevolmente» meglio delle previsioni di mercato e del consensus. E questo gap, tra quanto atteso e quanto realizzato, è stato tale da far scattare ieri un trigger, l’obbligo, imposto dall’autorità di vigilanza bancaria tedesca BaFin, di pubblicazione dei dati trimestrali in via preliminare. Le regole della compliance questa volta hanno giocato a favore della banca, da tempo messa sotto osservazione dai suoi azionisti, dagli investitori internazionali e dalle agenzie di rating per migliorare redditività e strategia. I risultati a sorpresa infatti sono stati graditi dal mercato che li ha premiati con un rialzo di DB alla Borsa di Francoforte del 7,36 per cento. (…) Nel comunicato Deutsche Bank ieri ha sottolineato che la performance del secondo trimestre conferma la stabilità della banca. Ma c’è di più. Gli azionisti, gli analisti, gli stakeholders e le agenzie di rating attendevano da tempo un segnale che posizionasse la banca al suo giro di boa, con le peggiori notizie archiviate e il nuovo piano strategico e di ristrutturazione operativo a pieni giri e dunque finalmente implementato a passo spedito. Questo trimestre potrebbe segnare la svolta, ma il mercato attenderà conferme nel secondo semestre dell’anno. (…) Deutsche bank ha avviato lo smantellamento di quelle attività negli Usa che l’hanno vista perdente contro la concorrenza delle rivali statunitensi: ma in Germania e in Europa non cederà terreno ma al contrario continuerà a rafforzarsi, tenendo sotto controllo e riducendo i costi delle attività meno redditizie ma investendo di più nell’alta tecnologia per tenersi al passo con i tempi. (…) [Source
Incredibile. Anzi no.
Tutto fila, bisogna fare il possibile per far tornare fiducia su DB per evitare il fuggi fuggi di investitori e clienti. Bisogna dare segnali tangibili di un miglioramento che a conti fatti sembra illuminante. Però non possiamo anche dimenticarci del resto.
Parlo proprio e sempre di loro. 48 mila miliardi di euro lordi – 14 volte il Prodotto interno lordo della Germania – di DERIVATI in pancia all’istituto.
Ve lo ripeto.
14 volte il PIL tedesco.
Se non è una bomba atomica innescata questa…

E anche un potenziale aumento di capitale non potrebbe che limitare minimamente il problema.
Credo sia chiarissimo che il problema si può solo cercare di gestirlo al meglio, evitando traumi e consentendo alla banca una progressiva “exit strategy”. Ma per questo è necessario un mercato “tranquillo e sereno” e non certo in tensione.
La trimestrale potrebbe aiutare, ma “smontareil castello di carta creato in DB tra derivati e titoli illiquidi di livello3, non sarà né facile né rapido.


Fonte: qui

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