9 dicembre forconi: La stretta sui nuovi eletti, i 5 Stelle temono «infiltrati»

giovedì 8 marzo 2018

La stretta sui nuovi eletti, i 5 Stelle temono «infiltrati»

Un ultimo tentativo, quasi disperato, per convincere quel che resta del Pd a sostenere un esecutivo guidato dai 5 Stelle. Il Movimento ci prova in tutti i modi: con l’appello di Luigi Di Maio su Repubblica, facendo filtrare la possibilità di rinunciare a qualche ministro (in cambio di personalità come Marco Minniti). E insistendo a mettere sul tappeto temi cari alla sinistra. Ma le possibilità sono ridotte al lumicino e quindi ci si prepara a ogni eventualità: da un accordo, quasi impossibile, con la Lega, a un governo di minoranza, con l’appoggio esterno di una o più forze, fino all’estrema opzione del ritorno alle urne. Comunque vada, il Movimento continua a rivendicare l’incarico dalle mani del capo dello Stato. Oggi Luigi Di Maio sarà al Quirinale, per un visita di cortesia in occasione della giornata delle donne.
Riempilista


Domani il Movimento riunisce i suoi parlamentari. Una valanga, oltre 330 tra deputati e senatori. Molti totalmente sconosciuti ai vertici, segnalati all’ultimo momento e inseriti nelle sfide degli uninominali o messi nel listino come riempilista. Un Movimento in overbooking, che si trova più seggi che candidati, e che ha il primo vero problema della legislatura: riuscire a compattare e controllare questa massa di new entry, spesso a digiuno di politica. Tema che sarà affrontato di petto nella riunione plenaria dei neoparlamentari all’Hotel Parco dei Principi, già sede scenografica per la sera delle elezioni. I timori dei vertici si riassumono in una parola che circola in queste ore: «Infiltrati». La paura è che nella massa dei neoeletti si nascondano parlamentari pronti a tradire.

E magari a ingrossare le fila di quel gruppo misto che conterrà i candidati scomunicati (otto espulsi e un’autosospesa). Gente come Maurizio Buccarella, che spiega di non vedere alcuna ragione per dimettersi, o come Salvatore Caiata, patron del Potenza Calcio. Per questo ai neoeletti è già stata messa la mordacchia. Proibiti post politici sui social e interviste, mentre anche i volti noti della campagna sono stati neutralizzati. A parlare sono autorizzati in pochissimi. Tra loro Manlio Di Stefano, che con Emanuela Del Re sta incontrando alcuni ambasciatori europei. E che rivendica l’incarico: «Siamo gli unici a rappresentare l’intera nazione». Danilo Toninelli, intanto, fa un «appello a tutti i partiti» per lavorare sui temi: lavoro, povertà, tasse e sprechi.

Fonte: qui

Orlando: ''Alleanza con M5S? Non siamo compatibili né con loro né con centrodestra''(TheHuffPost)

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