Sei nazioni stanno pensando di non inviare i loro funzionari a Mosca ai Mondiali di calcio in segno di solidarietà all’Inghilterra, dopo che un’ex spia russa e sua figlia sono stati avvelenati col gas nervino a Londra il 4 marzo scorso, scrive il Sun.
I paesi che potrebbero rinunciare a inviare i loro funzionari sarebbero Polonia, Islanda, Danimarca, Australia e Giappone ma la lista potrebbe allungarsi.
Nella sua battaglia ‘personale’ contro Putin, Theresa May ha annunciato la settimana scorsa che tutti i ministri del suo governo, più il principe William, mancheranno all’appuntamento.
Il presidente della Polonia Andrzej Duda è stato il primo leader mondiale ad affiancarsi alla protesta della May dichiarando che non parteciperà alla cerimonia d’apertura a Mosca il 14 giugno.
Tuttavia nessuna delle 32 nazionali in competizione abbandonerà il torneo temendo che un boicattaggio totale andrebbe a danno di milioni di tifosi in tutto il mondo, e soprattutto dei politici in carica: a nessuno importa nulla se una spia russa pluripregiudicata si fa una sniffata di gas nervino, mentre se gli togli la goduria dei mondiali ti vengono a cercare a casa con la mannaia. Gli italiani ne sanno qualcosa...
Anche il ministro degli esteri inglese, Boris Johnson, ha sottolineato come l’assenza della nazionale inglese sarebbe una “punizione” ai suoi sostenitori e ai giocatori.
L’ex capo della FIFA Sepp Blatter, un grande amico e sponsor di Putin (ricambiato) ha twittato: “Il calcio ha oltre 2 miliardi di tifosi. La Coppa del Mondo è l’evento sportivo più importante al mondo perciò nessun boicottaggio. Giochiamo in pace e per la pace!”
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