9 dicembre forconi: TAGLIO DEL NASTRO DELLA METRO C NEL GIORNO DELLE ELEZIONI!

sabato 6 gennaio 2018

TAGLIO DEL NASTRO DELLA METRO C NEL GIORNO DELLE ELEZIONI!


COSÌ PUÒ AGGIRARE IL SILENZIO ELETTORALE E FARE UN SPOT AL MOVIMENTO 

DOPO LA RICHIESTA DEL RITO IMMEDIATO PER ALLUNGARE IL SUO PROCESSO, UN’ALTRA MOSSA DA FURBA POLITICA PRIMA REPUBBLICA: HA ORDINATO A ROMA METROPOLITANE DI SBRIGARSI, A TUTTI I COSTI

Giovanna Vitale per  http://roma.repubblica.it/

Un bel taglio del nastro proprio il 4 marzo. A urne appena aperte. È l’ultima trovata della sindaca Virginia Raggi per tirare la volata al “ suo” Movimento. Un gigantesco spot elettorale per dimostrare alla città e al mondo, specie quello grillino chiamato a votare in massa, che l’amministrazione di Roma è tutt’altro che inefficiente.
virginia raggi in metroVIRGINIA RAGGI IN METRO

E così, dopo il giudizio immediato chiesto per evitare ai 5S di scalare Palazzo Chigi con la zavorra della sindaca- simbolo alla sbarra per falso, l’inquilina del Campidoglio ha fatto un’altra pensata: inaugurare la stazione San Giovanni della metro C, una delle grandi incompiute d’Italia, la prima domenica di marzo. Nel giorno fissato per rinnovare Regione e Parlamento. 

Un altro tassello del piano Casaleggio- Di Maio: utile stavolta a smentire le accuse d’incapacità che gravano sulla giunta comunale.

La corsa è già cominciata, la scommessa — vista la ristrettezza dei tempi — ha il sapore dell’azzardo. Ma la sindaca, insieme all’assessora alla Mobilità Linda Meleo, non vogliono sentire né ragioni né scuse. E hanno ordinato a Roma Metropolitane, la società in house che funge da stazione appaltante e ha per mission proprio la realizzazione della linea verde, di fare l’impossibile per centrare l’obbiettivo. Anche a costo di lavorare giorno e notte, di rinunciare a ferie e riposi, di fare straordinari, pressioni e carte false.

virginia raggi in metroVIRGINIA RAGGI IN METRO
L’idea è balenata il 2 gennaio, allorché il Consorzio Metro C ha ufficialmente comunicato a Roma Metropolitane di aver completato tutte le attività a carico dei costruttori. In quel momento da Palazzo Senatorio è partito l’input a fare in fretta, a scegliere ogni scorciatoia praticabile per confezionare il prezioso regalo elettorale. E pazienza se questa estate la sindaca aveva annunciato l’apertura della stazione prima per l’autunno, poi per fine anno, infine per metà febbraio: ora l’essenziale è non tardare un giorno di più.

virginia raggi in metroVIRGINIA RAGGI IN METRO
Perciò gli uomini di Roma Metropolitane si sono messi all’opera: hanno trasmesso tutti i documenti alla Commissione Sicurezza ( presso il ministero dei Trasporti) per la verifica tecnico- gestionale della tratta e l’emissione dell’obbligatorio nulla-osta di sicurezza. Un lavoro complesso che, salvo esame sprint, non si concluderà prima di fine mese. Nel frattempo, però, per bruciare i tempi, verrà chiesta alla Commissione di Collaudo presieduta da Andrea Monorchio la consegna anticipata della tratta.

Solo una volta che il nulla-osta sarà arrivato Atac potrà avviare il pre- esercizio: passaggio necessario per testare che tutto funzioni per il meglio. Finora questa attività non è mai durata meno di 45 giorni. Ma così si rischierebbe di sforare la fatidica data. Allora ecco l’ultima forzatura: accorciare, fino a dimezzarli, la durata del pre- esercizio Atac. E poco importa se dopo il servizio ne risentirà. Il regalo a Di Maio, per Raggi, è più importante.

Fonte: qui


Metro C slitta alla seconda metà di marzo 2018 l’apertura di San Giovanni

E un'autorizzazione mancante dal Comune rischia di compromettere l'apertura già slittata

Redazione - 18 dicembre 2017
La fermata San Giovanni della metro C non aprirà prima della seconda metà di Marzo. La notizia era nell’aria da tempo, anche perché l’assessore alla Mobilità del Comune di Roma, Linda Meleo, aveva annunciato l’apertura della stazione a dicembre 2017. A dicembre ci siamo ma la stazione non aprirà, come ci dimostra il fatto che ormai la consegna dell’infrastruttura ad ATAC ha abbondantemente superato la data prevista del settembre 2017  con il rischio serio ed assurdo che la stazione entri in funzione ad un anno esatto dall’apertura straordinaria al pubblico del primo aprile 2017. Un anno intero per aprire una stazione completa, considerata “quasi finita” già nel 2015.

È bene rifare qualche passo indietro: nel settembre del 2015 Paolo Omodeo Salé, allora amministratore di Roma Metropolitane, affermò che l’apertura di San Giovanni per “il cronoprogramma è nel 2018, se poi la politica vorrà dare opportunità di aprire san Giovanni prima noi ci adegueremo”. Salè si riferiva all’opportunità di poter aprire la stazione anche senza il tronchino del pozzo di via Sannio, che si prevedeva sarebbe stato completato proprio nel 2018, permettendo alla linea di fornire una frequenza a 6”, un minuto in meno di quella prevista senza il tronchino. Frequenza comunque sia impossibile da raggiungere per l’esiguità del parco rotabile. Da allora si sono avvicendate decine di dichiarazioni su possibili attivazioni precedenti al 2018, in ultima battuta quelle dell’amministrazione grillina, che dichiarava trionfante l’apertura della stazione nell’ottobre di quest’anno. Dichiarazioni avventate.

Più stupefacente ancora è che il tronchino di via Sannio è lungi dall’essere completato: quindi si è raggiunto il 2018 per aspettare un tronchino che nel 2018 non sarà completato! Perciò la linea sarà aperta senza il tronchino, e di conseguenza verrà aperta nello stesso identico modo con cui si sarebbe potuta aprire fin dai primi mesi del 2016, con frequenze non inferiori ai 7 minuti nella tratta Alessandrino-San Giovanni e 14 minuti sulla Pantano-San Giovanni. Di tutto ciò trarrà vantaggio esclusivo il contraente generale, che ha potuto allentare il ritmo lavori sulle rifiniture di San Giovanni e delle prove funzionali, che hanno costretto il 16 ed il 17 dicembre 2017, all’ennesimo stop della linea nonché ad un ulteriore prosecuzione al 23 dicembre della chiusura anticipata alle 20:30.
Pasquale Cialdini, durante l’audizione del 15 dicembre 2017 alla commissione Mobilità di Roma Capitale ha informato: “È in corso il collaudo statico della stazione di San Giovanni, e quello parallelo della stazione della linea A. Sono poi in corso i collaudi specifici di vario genere. Abbiamo fatto un patto di acciaio per aprire tra fine febbraio e inizio marzo. Ma l’apertura dipende anche da Ustif, commissione sicurezza e Regione Lazio”.“
Un’autorizzazione mancante dal Comune che rischia di compromettere l’apertura già slittata
Secondo quanto riporta “La Repubblica”, “per aprire la stazione di San Giovanni occorre completare il collaudo tecnico-amministrativo della linea che parte da Montecompatri. Per ottenerlo, bisogna che il quadro economico sia quello finale, comprensivo di tutti gli aggiustamenti intervenuti in corso d’opera”. Ma qualcosa ancora manca. “E’ da fine luglio che il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) sollecita Virginia Raggi ad autorizzare la rimodulazione delle risorse all’interno del quadro economico per la costruzione della metro C, già a suo tempo approvato per consentire il completamento dei lavori sino al Colosseo. E sono cinque mesi che dal Campidoglio tutto tace”.
“Lo Stato, che finanzia l’opera per il 70%, attraverso il ministero delle Infrastrutture ha detto sì; idem la Regione; da Palazzo Senatorio invece nessuna risposta. Un silenzio che rischia di allungare i già biblici tempi di realizzazione della linea. E persino di compromettere l’apertura della stazione San Giovanni, già slittata da fine anno a metà marzo e a questo punto tornata in forse”.
 Per procedere, infatti, è necessario l’ok di tutti e tre gli enti finanziatori: se ne manca uno, non se ne fa nulla. Risultato? “L’amministrazione 5S – vuoi per immobilismo, vuoi per disattenzione, vuoi per faide interne sull’infrastruttura tra le più strategiche per la città – rende di fatto impossibile questo passaggio fondamentale, che avrebbe scongiurato un ormai probabile blocco dei cantieri”.
In cosa consiste la rimodulazione delle risorse? Si tratta di un’operazione che “a saldo zero, che non comporta alcun aggravio di costi, bensì un semplice spostamento di somme in precedenza accantonate e poi però non spese. Ad esempio quelle relative agli imprevisti, che magari su una tratta non si sono più verificati come invece programmato, facendo “avanzare” importi per decine di milioni da impiegare su altre tratte più complesse. Una procedura persino banale, che tuttavia senza l’ok del Campidoglio non si può approvare”.

Fonte: qui

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