9 dicembre forconi: BOMBA CONTRO I CARABINIERI A ROMA: LA CELLULA DEGLI ANARCHICI PORTA A TOR PIGNATTARA

domenica 10 dicembre 2017

BOMBA CONTRO I CARABINIERI A ROMA: LA CELLULA DEGLI ANARCHICI PORTA A TOR PIGNATTARA

INDAGINI CONCENTRATE SU UNA CASA DEL POPOLO IN CUI E’ AVVENUTO UN INCONTRO SU SANTIAGO MALDONADO, LA SIGLA DELLA RIVENDICAZIONE 

IL TIMORE CHE NELLA CAPITALE SI SIA ATTIVATO UN GRUPPO AUTONOMO

Alessia Marani per il Messaggero

La bomba davanti al portone della caserma dei carabinieri a San Giovanni nella notte, l'incontro dibattito alla Casa del popolo a Torpignattara la sera: la chiamata alle armi degli anarchici a Roma non è stata casuale, almeno seguendo la data sul calendario, 7 dicembre, giornata in cui alle 19, a poche ore dallo scoppio, in via Bordoni, ha parlato il fratello di Santiago Maldonado, Sergio, insieme con Taty Almeida, scrittrice e membro delle Madres de Plaza de Mayo e Carlos Pisoni militante di Hijos, organizzazione argentina per i diritti umanitari. Incontro dibattito sulla cui platea si sono inevitabilmente accesi anche i fari dell'intelligence dell'Arma e del Ros che indagano sull'ordigno piazzato ai piedi della caserma Caccamo da due giovani incappucciati.

Il raid era stato, infatti, rivendicato intorno alle 17 su un sito d'area, a firma della Fai, Federazione anarchica informale affiliata al Fri, Fronte rivoluzionario internazionale e per l'occasione battezzata «Cellula Santiago Maldonado», in memoria dell'attivista argentino morto in circostanze misteriose nei terreni della Patagonia dove è in atto la resistenza Mapuche all'avanzata della multinazionale Benetton. Proprio di questo si parlava giovedì. I genitori di Maldonado erano stati già ricevuti mercoledì da Papa Bergoglio. 

ANALOGIE E DIFFERENZE

L'obiettivo sarebbe stato ben studiato: la Caccamo è una delle rare caserme prive di cancellate in ferro esterne e con accesso diretto dal marciapiede. La posizione è strategica: in un'area centrale, a due passi dalla prima basilica di Roma e vicina a metro e stazioni.

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Oltre ai controlli d'obbligo nella non distante Torpignattara, i militari che lavorano sottotraccia nei nuclei Informativo e Investigativo procedono senza sosta nell'acquisizione e nella visione di una montagna di immagini registrate dalle videocamere pubbliche e private di zona, alla ricerca del più piccolo particolare che possa tradire i due giovani incappucciati ripresi dalle telecamere della caserma mentre posizionavano l'ordigno, un thermos di metallo con dentro 1,6 kg di polvere pirica collegati con cavi a batterie a 9 volts e a un timer-sveglia, per poi dileguarsi, sempre a piedi, su via Dacia.

Allo stesso tempo si lavora su tracciati online e tabulati telefonici, nella speranza che la strategia anarco-insurrezionalista passata alla pratica sia incappata in sbavature. 

Nel mirino anche i movimenti sospetti davanti alla Caccamo nei giorni precedenti, sopralluoghi effettuati magari in notturna approfittando del bar sempre aperto dall'altro lato della strada. Intanto, a piazzale Clodio, il fascicolo aperto contro ignoti per terrorismo è stato affidato alla pm Tiziana Cugini perché lo faccia confluire nella inchiesta già avviata sulle due esplosioni di maggio all'ufficio postale di via Marmorata, a Ostiense. Tra i due episodi vi sarebbero delle analogie, a partire dalla matrice, da subito ricollegata dalla Digos alla galassia Fai; ma anche delle differenze: l'ordigno che è esploso a San Giovanni sarebbe stato confezionato da mani più esperte e per Ostiense non è mai arrivata una rivendicazione. 
ANARCHICI 1ANARCHICI 

C'è da capire se nella Capitale si sia attivata (o risvegliata) una cellula insurrezionalista strutturata e pronta a colpire di nuovo. O se a fare da detonatore sia stata la presenza dei Maldonado a Roma; striscioni di solidarietà con l'effige anarchica erano apparsi nei giorni scorsi ad Atene e Vienna. Nella lente degli investigatori anche gli attentati incendiari a un'auto del corpo diplomatico in agosto (firmato Comitiva allegri incendiari) e al car-sharing Enjoy, simbolo capitalista, il 1 dicembre a Montesacro. Sorvegliati a debita distanza restano i centri sociali Bencinvenga (qui nel 2014 trovò riparo un anarchico catalano) e Torre Maura Occupata, location comparsa nelle inchieste sugli anarchici viterbesi e sempre in prima linea nella raccolta sussidiaria per gli anarchici in prigione.

Fonte: qui

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