9 dicembre forconi: Mercati valutari – Turchia e Sud Africa

domenica 10 dicembre 2017

Mercati valutari – Turchia e Sud Africa





L’economia turca ha  registrato una performance migliore  delle attese nel 2017  e per l’intero anno la  crescita del PIL potrebbe  superare il 4% rispetto al 2016. Questo risultato  è in parte dovuto  alle misure di  stimolo fiscale varate  dopo il referendum  costituzionale, all’andamento favorevole  della domanda estera  ed alla ripresa  del turismo. La  domanda domestica  invece rimane compressa  dall’elevata inflazione e  dalle condizioni finanziarie  restrittive. Turismo  in ripresa e compressione dell’import stanno  mantenendo il deficit delle  partite correnti, una debolezza  strutturale della Turchia,  intorno al 4% del  PIL.

La Banca Centrale Turca sta  cercando di  riconquistare la  sua credibilità  con una  politica monetaria restrittiva,  ciononostante l’inflazione  rimane elevata.  I tentativi  della Banca Centrale di riconquistare la credibilità, la riduzione  del rischio politico domestico, ora che la transizione al sistema presidenziale è avviata,  ed il carry più alto tra le valute Emergenti sono  elementi di supporto per la TRY. I  rischi principali rimangono esterni, sia  geopolitici (come dimostrato dalle tensioni fra  Stati Uniti e il Paese del  mese scorso) che  legati alle condizioni finanziarie  internazionali, ma il quadro  generale è probabilmente  più stabile rispetto a  inizio anno.

Sud Africa
L’economia del  Sud Africa  rimane debole e  per l’intero  2017 la  crescita non  dovrebbe superare  l’1% rispetto al  2016. Gli  investimenti fissi sono  il principale freno, risentendo  del clima di incertezza  sia a livello politico  che di politica economica.  Dopo il fallimento  in agosto della mozione  di sfiducia nei confronti  del Presidente  Zuma,  la  tensione domestica  si  è  attenuata,  ma  è destinata  ad intensificarsi  con  l’avvicinarsi  del  congresso  dell’African  National Congress  di dicembre,  che  dovrà   nominare  il  candidato  alle  elezioni   del 2019.  L’esito  del  congresso   è  altamente  binario,  con  la  continuità   che sarebbe  recepita negativamente dai mercati,  mentre la discontinuità sarebbe premiata. Quest’incertezza sta esponendo  i conti pubblici ad un  significativo deterioramento, che rischia di attirare ulteriori tagli del rating già in novembre.  

La Banca Centrale ha avviato un moderato ciclo di taglio dei tassi in luglio per supportare  l’economia, approfittando della  dinamica favorevole dell’inflazione. L’accumularsi  di eventi politici  e di rating, il  sovraffollamento delle posizioni  degli investitori esteri  sui titoli di Stato locali, attirati dalla retorica «dovish» della Banca Centrale, e le condizioni finanziarie esterne meno favorevoli con la Fed più «hawkish» espongono tuttavia il rand a significativi rischi al ribasso.

Fonte: qui

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