L’economia turca ha registrato una performance migliore delle attese nel 2017 e per l’intero anno la crescita del PIL potrebbe superare il 4% rispetto al 2016. Questo risultato è in parte dovuto alle misure di stimolo fiscale varate dopo il referendum costituzionale, all’andamento favorevole della domanda estera ed alla ripresa del turismo. La domanda domestica invece rimane compressa dall’elevata inflazione e dalle condizioni finanziarie restrittive. Turismo in ripresa e compressione dell’import stanno mantenendo il deficit delle partite correnti, una debolezza strutturale della Turchia, intorno al 4% del PIL.
La Banca Centrale Turca sta cercando di riconquistare la sua credibilità con una politica monetaria restrittiva, ciononostante l’inflazione rimane elevata. I tentativi della Banca Centrale di riconquistare la credibilità, la riduzione del rischio politico domestico, ora che la transizione al sistema presidenziale è avviata, ed il carry più alto tra le valute Emergenti sono elementi di supporto per la TRY. I rischi principali rimangono esterni, sia geopolitici (come dimostrato dalle tensioni fra Stati Uniti e il Paese del mese scorso) che legati alle condizioni finanziarie internazionali, ma il quadro generale è probabilmente più stabile rispetto a inizio anno.
L’economia del Sud Africa rimane debole e per l’intero 2017 la crescita non dovrebbe superare l’1% rispetto al 2016. Gli investimenti fissi sono il principale freno, risentendo del clima di incertezza sia a livello politico che di politica economica. Dopo il fallimento in agosto della mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Zuma, la tensione domestica si è attenuata, ma è destinata ad intensificarsi con l’avvicinarsi del congresso dell’African National Congress di dicembre, che dovrà nominare il candidato alle elezioni del 2019. L’esito del congresso è altamente binario, con la continuità che sarebbe recepita negativamente dai mercati, mentre la discontinuità sarebbe premiata. Quest’incertezza sta esponendo i conti pubblici ad un significativo deterioramento, che rischia di attirare ulteriori tagli del rating già in novembre.
La Banca Centrale ha avviato un moderato ciclo di taglio dei tassi in luglio per supportare l’economia, approfittando della dinamica favorevole dell’inflazione. L’accumularsi di eventi politici e di rating, il sovraffollamento delle posizioni degli investitori esteri sui titoli di Stato locali, attirati dalla retorica «dovish» della Banca Centrale, e le condizioni finanziarie esterne meno favorevoli con la Fed più «hawkish» espongono tuttavia il rand a significativi rischi al ribasso.
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