I want you…
Ormai il livello di manipolazione totale che pervade l’intero sistema economico/finanziario mondiale è tale che non c’è da meravigliarsi se il settore dei servizi americano riesce a registrare in mezzo ad un’ondata di uragani il miglior risultato da oltre 12 anni.
Ormai non hanno neanche più il pudore di nascondere la loro sfacciatagine, basta fare un’indagine tra amici, se non rispondono come ti piace, cambi le risposte e fai uscire uno dei più spettacolari spike dell’ultimo decennio…
E pensare che qualche minuti prima era uscito l’indice Markit dei servizi americani, indice privato, quindi difficilmente manipolabile, che segnalava un “equilibrato” ridimensionamento.
(Teleborsa) – L’attività dei servizi negli Stati Uniti rallenta, ma meno delle attese, a settembre.L’indice PMI dei servizi elaborato da Markit, che rappresenta un sondaggio sui direttori acquisto delle aziende attive nel settore terziario, è sceso a 55,3 punti dai 56 del mese di agosto. Battuto il consensus, che era per un calo più intenso (55,1 punti), in accordo con la stima flash di metà settembre.
Io me lo immagino Donald che chiama il responsabile del sondaggio e urla nel telefono, fallo uscire meglio che puoi, se no finisci a pulire latrine per il resto della tua vita, come ha fatto ieri per i creditori dei bond emessi da Portorico, ha detto loro che posso salutare con la manina i loro soldini, il default del Portorico se lo devono subire, zitti, muti e rassegnati e infatti…
Usa, settore servizi cresce a ritmo più rapido ultimi 12 anni
4 ottobre (Reuters) – Il ritmo della crescita del settore servizi dell‘economia Usa ha accelerato a settembre al ritmo più veloce in 12 anni, guidato da nuovi ordini e occupazione più forti.L‘indice dell‘Institute for Supply Management (Ism) dell‘attività non manifatturiera è infatti salito a 59,8, il massimo dalla lettura di 61,3 di agosto 2005.
Nel prossimo manoscritto torneremo a spiegarvi per quale motivo la riforma fiscale di Trump è morta ancora prima di vedere la luce.
Il bello è che tutti si attendono per domani un dato negativo per l’occupazione per colpa degli uragani, ma se guardiamo a questi due indagini, si perché anche quella manifatturiera di lunedì ha sorpreso, si attendono meraviglie.
Ma in fondo la strada è segnata come è accaduto ieri al nostro indice che in una giornata ha perso oltre 1,5 % dopo tre settimane di meraviglia, alla fine di un ciclo economico, si sale per le scale e si scende con l’ascensore.
Ma su questo ci torneremo a breve mentre una Yellen che aspira al rinnovo del proprio mandato si accoda come un cagnolino ai desiderata del padrone Donald…
Yellen: Fed lavora per evitare che regolamentazione pesi troppo su banche Il numero uno della Federal Reserve si è detta favorevole a fare in modo che le regolamentazioni non siano ingiustamente svantaggiose per le banche: per questo la banca centrale americana sta lavorando per adeguare la sua supervisione alla dimensione delle banche. (America 24 )
Poverine le banchette, hanno regolamentazioni troppo stringenti, infatti ci pensa la Fed ha creare le bolle, attraverso la collaborazione delle stesse banche che stanno gonfiando mezzo mondo.
Quello che è certo è che secondo Bullard della Fed di S-Louis, non vedremo più alcun aumento di tasso almeno sino al 2020, noi aggiungiamo almeno sino al 2023!
Fed’s Bullard sees no need to raise interest rates anytime soon
Nel frattempo, mentre il fondo sovrano norvegese che ha deciso di aumentare ulteriormente la propria esposizione ai mercati azionari ne arriva un altro che molto probabilmente sarà costretto a liquidare buona parte del proprio portafoglio, circa 320 miliardi di dollari, viste le ultime vicende relative all’isolamento del Qatar da parte di alcuni paesi arabi e il continuo e persistente basso prezzo del petrolio che non riesce ad andare oltre a qualche rimbalzo del gatto morto…
Il Qatar in bolletta cede i suoi gioielli
Qatar Fund Explores Asset Sales as It Looks Homeward
Non deve essere davvero facile liquidare una simile mole si azioni, in un mercato che si preannuncia estremamente illiquido nei prossimi mesi e anni!
Concludiamo con una nota di goliardia pura, prima che a qualcuno venga in mente di liquidare i tesori più belli del monso, i signori del senno di poi, che ormai nessuno prende più in seria considerazione, minacciano di ridurre il merito di credito degli Stati Uniti, perchè la riforma fiscale è insostenibile…
Trump Tax Plan Probably Credit Negative for U.S., Moody’s Says …
Parlavo proprio ieri con il mio amico Xi Jinping, si il presidente cinese che si appresta ad affrontare il prossimo congresso del partito il 18 di ottobre, non sa come tenere nascosti tutti gli acquisti di treasuries, si domanda come sia possibile che la maggior parte degli investitori sia così pirla da non prendere titoli sovrani che a dieci anni rendono quasi il 2,40 % il maggior rendimento dopo quelli australiani.
Mi raccomando, non ditelo in giro, che per i prossimi dieci anni almeno non rivedremo più un rendimento decente!
Fonte: qui
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