9 dicembre forconi: LA GERMANIA SI RIBELLA A DRAGHI: BANCHE, COMMERCIO, INDUSTRIA PRONTE A BOICOTTARE LA BCE. ''E' UNA CATASTROFE'' DICONO.

lunedì 14 marzo 2016

LA GERMANIA SI RIBELLA A DRAGHI: BANCHE, COMMERCIO, INDUSTRIA PRONTE A BOICOTTARE LA BCE. ''E' UNA CATASTROFE'' DICONO.

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BERLINO - Che non sarebbero piaciute ai tedeschi, era già chiaro prima che Draghi le annunciasse ieri. Basti dire che il quotidiano Welt aveva sparato in prima pagina questo titolo: "Draghi intende danneggiare la Germania?".
Quando poi si sono risapute, l'intero blocco finanziario-industriale della Germania ha imbracciato il fucile e ha iniziato a sparare addosso al Governatore della Bce. Le misure rese note da Draghi hanno fatto ribellare l'intero Paese: i provvedimenti sono "catastrofici" per il popolo tedesco, è il commento comune.
E gli attacchi contro il presidente italiano dell'Eurotower impugnano sempre piu' apertamente l'idea dello scontro nord-sud Europa. D'altra parte, anche Draghi ha affrontato il difficile rapporto coi tedeschi personalmente, passando a sua volta all'attacco in conferenza stampa ieri a Francoforte: "Immaginate se non avessimo fatto niente, avessimo incrociato le braccia dicendo 'nein zu allen', no a qualsiasi cosa. Oggi ci ritroveremmo con una disastrosa deflazione".
Ma il tema della deflazione lascia indifferenti la maggior parte degli economisti tedeschi, che in tutta risposta, insieme al potentissimo circuito delle Sparkassen - le Casse di Risparmio delal Germania - vogliono addirittura boicottare i depositi alla Bce, per evitare i tassi negativi, ulteriormente abbassati da Draghi a -0,4%.
"Per il popolo tedesco e' una catastrofe", ha detto senza mezzi termini il presidente della BGA, la Confederazione del Commercio estero e all'Ingrosso, Anton Boerner. "I risparmiatori tedeschi vengono espropriati", ha aggiunto sottolineando che l'effetto del pacchetto-Draghi in concreto è una "gigantesca redistribuzione dal nord verso il Sud".
Dal punto di vista politico, aggiunge il numero uno del commercio tedesco, sono misure che hanno "un potenziale esplosivo, e non aiutano a risolvere i problemi degli Stati indebitati".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente dell'Ifo - il centro studi economici più autorevole della Germania - Hans-Werner Sinn, secondo il quale Draghi salva le banche zombie del sudeuropa. "Il fatto che la Bce decida ora di dare crediti di lunga scadenza alle banche a rischio fallimento del Sud Europa a un tasso negativo dello 0,4% dimostra ancora una volta che questa porti avanti una politica fiscale della redistribuzione per il salvataggio di banche zombie e stati vicini al fallimento".
Per Sinn "questa non e' politica monetaria, ed e' sempre piu' difficile per la Bce venderla come tale". La Bce, ha concluso "coperta dalla Corte di Giustizia europea, si spinge a osare sempre di nuovo oltre i limiti il suo mandato".
E aggiunge il presidente delle Sparkassen Georg Fahrenschon: "le decisioni della Bce rappresenteranno un peso per un numero sempre maggiore di persone nell'eurozona". Mentre la spinta sul Quantitative Easing "aumenta la dose di veleno", facendo delle banche centrali le maggiori creditrici dei loro Stati".
Anche la politica si e' espressa, con una presa di posizione del vicecapogruppo dell'Unione in Bundestag Ralph Brinkhaus, che ha insistito come sempre sulle responsabilita' dei governi: "il pacchetto della Bce non risolve i problemi economici dell'Europa". Senza riforme fatte in modo coerente, le misure di Draghi "cadranno nel vuoto". Il governo di Angela Merkel come sempre tace, per non violare l'indipendenza della Bce. Ma Wolfgang Schaeuble ha fatto trapelare il proprio malumore al G20, riferito oggi dalla Faz. La Germania non puo' certo essere "felice" delle misure di Draghi.
Ora, solo chi pensa che in fondo si tratta comunque di parole, può sottovalutare la totale ribellione tedesca alla Bce. La Germania invece per abitudine e per stile quando prende una posizione netta, la mantiene. Draghi ora ha un potente nemico. Così potente, che per lui è iniziato davvero il conto alla rovescia. Berlino vuole la sua testa, e ha molti strumenti a disposizione per ottenerla, a partire dalla minaccia per niente retorica di abbandonare l'euro.
Tra poco si vota, in Germania. E c'è un partito, Alternativa per la Germania, che al primo punto del proprio programma ha esattamente questo.
Fonte: qui

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