9 dicembre forconi: IN LIBIA SI BOMBARDA E CI SI AMMAZZA, MA CON CACCIA VECCHI DI 60 ANNI E BLINDATI ARRUGGINITI E SENZA BENZINA: SI ARRENDONO 34 COMBATTENTI DI HAFTAR PERCHÉ NON AVEVANO RICEVUTO RIFORNIMENTI

martedì 9 aprile 2019

IN LIBIA SI BOMBARDA E CI SI AMMAZZA, MA CON CACCIA VECCHI DI 60 ANNI E BLINDATI ARRUGGINITI E SENZA BENZINA: SI ARRENDONO 34 COMBATTENTI DI HAFTAR PERCHÉ NON AVEVANO RICEVUTO RIFORNIMENTI

LE FORZE DI SERRAJ, CHE RESTA AL LAVORO E SI SENTE AL TELEFONO CON CONTE E MACRON, SI PREPARANO AL CONTRATTACCO, MENTRE IL GENERALE RIBELLE NON SEMBRA AVERE LE TRUPPE PER L'ASSALTO DEFINITIVO

LIBIA: SCONTRI A SUD TRIPOLI, SI ARRENDONO 34 COMBATTENTI DI HAFTAR. L'ISIS IN AZIONE NEL CENTRO DEL PAESE

La guerra civile di Libia continua a bassa intensità ma senza interruzioni. Il comando delle forze militari del governo di Tripoli ha appena comunicato di aver catturato altri 34 miliziani fedeli al generale Khalifa Haftar. Gli uomini si sono arresi nella zona dell’aeroporto internazionale di Tripoli, a circa 30 chilometri dalla città, dove si combatte ormai da giorni. I soldati del governo dicono di aver catturato anche alcuni mezzi blindati: “Molti erano senza carburante, segnale che i rifornimenti non arrivano e che le milizie di Haftar sono state abbandonate”.
LA SITUAZIONE IN LIBIA - aprile 2019LA SITUAZIONE IN LIBIA - APRILE 2019

Su quello stesso aeroporto internazionale (chiuso dal 2014 perché era stato devastato) nella notte uno degli aerei del generale Haftar avrebbe fatto una incursione, segno che la zona sarebbe nelle mani del Governo di Tripoli. Alcuni media libici scrivono che le forze fedeli al governo di Fayez Serraj, e in particolare quelle di “Bunian al Marsis” di Misurata, si stanno preparando per attacchi massicci in diverse direzioni contro le forze del generale Haftar.

Ieri a Tripoli l’aeroporto di Mitiga, l’unico rimasto aperto in questi anni, è stato al centro di un altro bombardamento, con il lancio di due razzi che non hanno fatto nessun danno. Dopo poche ore, i dirigenti dell’aeroporto hanno deciso di riaprirlo, anche se con attività ridotta e nella notte è atterrato un primo volo da Istanbul.

libia scontriLIBIA SCONTRI
La città oggi si è risvegliata ancora sotto choc per l’attacco di ieri, il primo segnale di guerra all’interno della capitale. Fino ad oggi gli scontri fra le truppe di Serraj e quelle fedeli a Khalifa Haftar si sono svolti sempre lontani dal centro cittadino. Le strade in mattinata sono ancora poco frequentate e le attività commerciali rallentate.

Il presidente Serraj è normalmente al lavoro: ieri pomeriggio ha ricevuto le telefonate di Giuseppe Conte e del presidente francese Emmanuel Macron. Conte e Serraj hanno discusso della situazione nel Paese in questi giorni dopo l’offensiva di Haftar. Il presidente libico ha anche ringraziato l’Italia per non aver ritirato i militari che sono impegnati nelle operazioni di assistenza a Tripoli e Misurata.

Nuova emergenza umanitaria
libia tensione alle stelleLIBIA TENSIONE ALLE STELLE



Le Nazioni Unite hanno comunicato che a causa degli scontri armati di questi giorni ci sono già 3.400 sfollati: l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) scrive che queste 3.400 persone hanno lasciato le loro case a Tariq Al-Matar, Wadi Al-Gharbi, Ain Zara e Qasr Ben Gashir per aree relativamente più sicure di Tripoli, Tarhouna, Bani Waleed e Tajoura. La maggior parte delle famiglie sfollate è ospitata da parenti e conoscenti, mentre circa 25 famiglie hanno raggiunto due rifugi collettivi a Tajoura e Ain Zara. Questo chiarisce anche che per il momento l’esodo da Tripoli non c’è stato, se non la partenza di persone che hanno deciso di lasciare la città a causa dell’incertezza: nelle strade della capitale non ci sono stati ancora scontri armati, né operazioni militari, anche se molti si attendono possibili azioni di gruppi fedeli al generale Haftar che potrebbero essere “cellule dormienti” oppure potrebbero infiltrarsi in città.

HAFTARHAFTAR
Sempre a proposito dei profughi dalle zone di guerra le Nazioni Unite scrivono che “continuiamo a ricevere conferma che la popolazione civile in alcune aree vicine alla linea del fronte non è in grado di scappare a causa dell'intensità dei combattimenti. In alcuni casi, le ostilità impediscono anche ai fornitori di servizi di soccorso di raggiungere la popolazione bisognosa. Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per una tregua umanitaria temporanea in Libia che permetta il passaggio di civili che desiderano lasciare Tripoli e fornire assistenza umanitaria. Sono invece circa 1400 i rifugiati e migranti nei centri di detenzione, in prossimità delle aree colpite, in Ain Zara, Gharyan e Qasr Ben Gashir”.

Isis in azione al Sud
Un’ultima notizia dal Sud della Libia spiega quali siano i pericoli per il Paese di un nuovo periodo di instabilità che metta in difficoltà il sistema delle forze di sicurezza. Nella notte un gruppo di terroristi dell’Isis ha fatto un’incursione nel villaggio di Al Fuqaha, nel distretto di Kufra, nella Libia centrale. Gli assalitori sono arrivati poco dopo la mezzanotte a bordo di una quindicina di mezzi, hanno assassinato il presidente del Consiglio locale del villaggio mentre dormiva a casa sua.

È stato ucciso anche un altro cittadino che in passato era tenuto in ostaggio dai combattenti ed era stato liberato da alcune milizie affiliate al governo di Tripoli. L’incursione è durata alcune ore, e molte abitazioni sono state date alle fiamme. Una conferma non solo della presenza, ma anche della pericolosità dei gruppi terroristici dello stato Islamico in Libia; dopo essere stati sconfitti a Sirte dalle operazioni militari decise nell’estate del 2016, i militanti dell’Isis si sono dispersi e rifugiati nel Sud della Libia, dove potrebbero comunque riorganizzarsi.
libia tensione alle stelleLIBIA TENSIONE ALLE STELLE


HAFTAR BOMBARDA L' AEROPORTO MA SERRAJ NON MOLLA
Gabriele Carrer per “la Verità

In Libia si combatte per il controllo degli aeroporti. Ieri un cacciabombardiere Mig-21 (un velivolo di fabbricazione sovietica anni Cinquanta) delle forze dell' Esercito nazionale libico guidato da Khalifa Haftar ha colpito con due missili l' aeroporto di Mitiga, a Est di Tripoli, l' unico attualmente operativo nella capitale. È la risposta alla controffensiva lanciata domenica dalle forze fedeli a Fayez Al Serraj che avevano riconquistato l' aeroporto internazionale di Tripoli e costretto alla ritirata dal Sud della della città i militari di Haftar.

L' attacco di ieri rappresenta per le forze della Cirenaica un tassello fondamentale nell' implementazione della «no fly zone» sulla Libia occidentale. Lo scalo di Mitiga è stato infatti evacuato e chiuso immediatamente dopo l' attacco.
HAFTAR E GIUSEPPE CONTEHAFTAR E GIUSEPPE CONTE

L' aviazione dell' Esercito nazionale libico ha cercato più volte di evitare il bombardamento ma non è stato possibile, ha spiegato ieri il capo delle operazioni Mohammad Al Manfour: «I crimini delle milizie ci hanno portati a usare l' unica arma che loro sono in grado di comprendere», ha dichiarato Al Manfour rievocando la promessa di Haftar di sconfiggere il terrorismo, dietro alla quale però si nasconde la volontà di prendere il controllo della capitale. Le forze governative, invece, hanno accusato le autorità di Bengasi di aver colpito un aeroporto civile.

Tuttavia, ciò non corrisponde alla realtà: lo scalo è infatti spesso utilizzato anche come base militare ed è soprattutto il quartier generale delle milizie filogovernative e una prigione militare.
haftarHAFTAR

Intanto, il bilancio è salito ad almeno 32 morti e 50 feriti, secondo il ministro della Sanità tripolino Ahmed Omar. Quattordici, invece, le vittime tra le forze Haftar. Più di 2.800 gli sfollati secondo il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per la Libia, Maria Ribeiro.
Sempre ieri Haftar ha incassato un' importante vittoria a livello politico. Ali Al Qatrani, da sempre a lui vicino, si è dimesso da vicepresidente del consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale di Al Serraj, «controllato» a suo dire dalle milizie, per schierarsi al fianco del generale.

DONALD TRUMP AL SERRAJDONALD TRUMP AL SERRAJ
Mentre l' Onu continua a chiedere una tregua umanitaria rimbalzata da entrambe le fazioni in campo, Abd Hadi Houweish, ministro degli Esteri del governo di Tobruk (l' esecutivo che appoggia Haftar), ha chiesto il contributo della Russia a una soluzione per l' emergenza in Libia in un' intervista all' agenzia russa Sputnik. Il tutto dopo il mezzo passo indietro degli Stati Uniti. Washington ha infatti temporaneamente ritirato un contingente a sostegno del comando in Africa, offrendo un assist alle forze della Cirenaica.

al serraj haftar giuseppe conteAL SERRAJ HAFTAR GIUSEPPE CONTE
Per gli Usa è il tempo della politica più che degli eserciti. Ieri il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha chiesto ad Haftar di «fermare immediatamente» l' offensiva contro Tripoli: «Non c' è una soluzione militare al conflitto in Libia», ha spiegato richiamando «tutte le parti coinvolte» alla «responsabilità di ridurre urgentemente la tensione» per «tornare ai negoziati politici mediati dall' inviato Onu, Ghassan Salamé». Il quale potrebbe annunciare già oggi, al massimo domani, il rinvio della conferenza nazionale prevista per il 14 al 16 aprile, a Ghadames.

Non sembra entusiasta dell' avanzata del generale neppure la Francia, sua storica sostenitrice assieme a Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita e accusata da Al Serraj di aver contribuito all' offensiva di Haftar inviando consiglieri militari per coordinare l' attacco.

Per Le Monde Haftar con il suo tentativo sulla capitale libica avrebbe «degradato» il ruolo di Parigi puntando tutto sul via libera saudita e sull' appoggio del gruppo radicale salafita dei madkhalisti.

giuseppe conte incontra fayez al serraj 3GIUSEPPE CONTE INCONTRA FAYEZ AL SERRAJ
L' Italia monitora la situazione in Tripolitania, dove ha, con Eni, i maggiori interessi. «Alcune aziende italiane operative a Tripoli, anche del settore Oil & Gas, sono rientrate» dopo gli scontri, ha spiegato all' Adnkronos il presidente della Camera di commercio italo-libica, Gianfranco Damiano, precisando che invece gli imprenditori italiani a Misurata e Bengasi sono rimasti in Libia. Ieri l' ambasciatore italiano Giuseppe Maria Buccino Grimaldi è stato ricevuto da Al Serraj, che ha espresso apprezzamento per la posizione dell' Italia. Secondo quanto riferito dall' ufficio stampa tripolino, il diplomatico italiano «ha espresso il rifiuto da parte di Roma dell' aggressione che minaccia la vita dei civili».

giuseppe conte incontra fayez al serraj 1GIUSEPPE CONTE INCONTRA FAYEZ AL SERRAJ
Fondamentale per l' Italia è l' asse con Misurata, dove è presente con un ospedale da campo situato nella base area della città-Stato. Ed è stata smentita la voce circolata nella mattinata di ieri sul ritiro dei circa 200 militari italiani a presidio dell' ospedale misuratino. Fonti della Verità spiegano che si trattava di una possibilità al vaglio della diplomazia italiana ma subito scartata dopo l' intervista rilasciata ieri alla Stampa da Ahmed Maiteeq, vice di Al Serraj in rappresentanza di Misurata (le cui forze si sono rivelate fondamentali per la riconquista di terreno da parte dei governativi), che chiedeva al nostro Paese di «fare di più» contro l' avanzata di Haftar.

Fonte: qui

LIBIA: E' TORNATO L'ISIS - SFRUTTANDO IL CAOS, I JIHADISTI HANNO ATTACCATO UN VILLAGGIO A SUD DI SIRTE 
SALTA LA CONFERENZA VOLUTA DALL'ONU PER METTERE INTORNO A UN TAVOLO TUTTE LE FAZIONI IN GIOCO: E' IL FALLIMENTO DEL PIANO DELLE NAZIONI UNITE CHE NON SI ASPETTAVANO L'AVANZATA DI HAFTAR 
LA POSSIBILITÀ DI SANZIONI NEI CONFRONTI DEL "BAFFO FORTE DELLE CIRENAICA" SI È ARENATA DAVANTI AL NIET DELLA RUSSIA
Cristiana Mangani per "il Messaggero"

KHALIFA HAFTARKHALIFA HAFTAR
I primi effetti della battaglia si vedono già con la rinuncia dell' inviato dell' Onu Ghassam Salamé a far svolgere la Conferenza nazionale libica in programma dal 14 al 16 aprile a Ghadames. Un incontro che doveva mettere intorno al tavolo tutte le realtà del paese africano e che, secondo i piani delle Nazioni Unite, avrebbe dovuto essere risolutiva per la stabilizzazione.

Salamé ha annunciato il rinvio, a causa dei combattimenti in corso, anche se dice di essere «più che mai determinato a tenere la conferenza appena possibile». Ma la realtà è diversa. La rinuncia al vertice è qualcosa di più di un semplice rinvio, è probabilmente il fallimento dell' intero piano dell' Onu e dell' attività diplomatica del suo inviato. Se è vero, come sostengono da più parti, che anche Salamé si è trovato spiazzato davanti alla decisione del generale Khalifa Haftar di avanzare verso Tripoli.

al serraj haftar giuseppe conteAL SERRAJ HAFTAR GIUSEPPE CONTE
Per questa ragione, mentre il segretario generale Antonio Gutteres è tornato a chiedere «la fine immediata del conflitto, nel pomeriggio di oggi (alle 15 ora locale) su richiesta della Germania, presidente di turno, si terrà una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza del Palazzo di vetro, con Salamé che dovrà riferire ai Quindici gli sviluppi sul terreno.

SINDACO UCCISO
La necessità di un intervento concreto sembra chiara a tutti. Anche perché, ieri, la situazione di caos ha consentito all' Isis di rialzare la testa. Lo Stato islamico ha attaccato un villaggio nel distretto di Jufra, a 370 km a sud di Sirte, e ne ha rivendicato l' incursione.

Ghassan SalameGHASSAN SALAME
Un po' come era successo in Siria e in tutti i paesi dove la confusione lascia spazio a chi voglia conquistarlo. I terroristi sono arrivati di notte a bordo di 13 mezzi e hanno ucciso almeno tre persone, tra le quali il sindaco, Ismail al-Sharif. Nella loro furia hanno dato alle fiamme alcune abitazioni di poliziotti e la sede delle Guardie municipali del centro, il cui capo è stato rapito e poi liberato.

La giornata di ieri sembra essere stata caratterizzata da una minore tensione sul fronte bellico. La coalizione di milizie che difende Tripoli ha attaccato la base aerea di al-Watiya e distrutto autobotti nel centro del paese dove si trovavano gli uomini di Haftar.

giuseppe conte incontra fayez al serraj 2GIUSEPPE CONTE INCONTRA FAYEZ AL SERRAJ 
L'esercito del generale (Lna) ha avuto defezioni e perdite e sembra aver rallentato la corsa verso la Capitale. Ma il freno agli interventi potrebbe far parte di una precisa strategia, perché una parte delle forze del feldmaresciallo si è indirizzata verso Sirte, dove sono cominciati i combattimenti. E la ragione potrebbe spiegarsi con la sua volontà di tenere impegnati lì i misuratini, la milizia forte che appoggia il presidente Fayez al Serraj, e che così potrebbe essere distratta da Tripoli.

LA DIPLOMAZIA
Questo spiegherebbe la reazione dell' ambasciatore libico a Roma, Omar Taruni, che ha dichiarato: «La comunità internazionale ha lasciato il popolo libico da solo. Qualche paese - ha aggiunto il diplomatico - ha cominciato a dire apertamente ad Haftar di fermare le operazioni solo dopo cinque giorni dall' inizio del conflitto».
LA SITUAZIONE IN LIBIA - aprile 2019LA SITUAZIONE IN LIBIA - APRILE 2019

«Non ci aspettavamo questo silenzio - confermano fonti del governo di accordo nazionale - La comunità internazionale si deve assumere le sue responsabilità e dire alle parti in lotta che devono proteggere la popolazione civile». Qualcosa che finora non è stata fatta perché, al di là delle posizioni ufficiali, delle buone intenzioni manifestate da quasi tutti, il vero sostengo non si è visto. E la possibilità di sanzioni nei confronti di Haftar si è arenata davanti al niet della Russia.
libia scontriLIBIA SCONTRI

I COLLOQUI





L'Italia, intanto, si muove in cerca di mediazioni, con il premier Conte che chiama Serraj e il ministro Moavero Milanesi che ha un lungo colloquio con il vicepremier libico Ahmed Omar Maitig, «sulle ripercussioni dell' aggressione alla città di Tripoli». Ma in assenza di prese di posizione forti, Haftar non mollerà facilmente il campo e la guerra rischierà di diventare lunga ed estenuante per la popolazione. Fonte: qui

LA POSTA IN GIOCO DELLO SCONTRO E’ IL CONTROLLO DELLE INSTALLAZIONI PETROLIFERE 

SARRAJ CONTA SU 1500 MEZZI CONTRO I 560 DI HAFTAR, LE CUI FILE SONO PIENE DI MERCENARI 

ALCUNI FUNZIONARI SAUDITI HANNO RIVELATO AL “WALL STREET JOURNAL” CHE L’ARABIA SI E’ IMPEGNATA IN FINANZIAMENTI MILIONARI PER SOSTENERE LA MARCIA SU TRIPOLI DA PARTE DI HAFTAR…

IL VOLTAFACCIA DEL GENERALE ALL' INTESA «AMERICANA»
Stefano Agnoli per il “Corriere della sera”

al serraj haftar giuseppe conteAL SERRAJ HAFTAR GIUSEPPE CONTE
Che la principale posta in gioco in Libia restino le installazioni petrolifere, il controllo della compagnia di Stato Noc e della Banca centrale che gestisce la liquidità prodotta dalla vendita di greggio e gas, è da sempre evidente. Non è un caso che il numero uno della Noc, Mustafa Sanalla, abbia lanciato ieri l' allarme al Financial Times , sostenendo che il Paese si trova a fronteggiare la più grande minaccia dal 2011, cioè dalla caduta di Gheddafi. Senza produzione, senza quelle entrate e senza l'elettricità il Paese sprofonderebbe nel baratro.

E il prezzo internazionale del petrolio potrebbe subire contraccolpi al rialzo. Nella realtà, assicurano però gli uomini delle compagnie che operano su suolo libico, al momento l'operatività non sarebbe stata toccata (malgrado la notizia di un attacco aereo ieri a Zuwara, a 25 chilometri dal terminale gas di Mellitah).

MANIFESTAZIONE IN LIBIAMANIFESTAZIONE IN LIBIA
Gli scontri sono limitati alla capitale, minacciata da sud, sudovest ed est, mentre il petrolio e il gas continuano a essere estratti e a scorrere come nelle ultime settimane, con le diverse infrastrutture «protette» dalle milizie e pagate dalla compagnia di Stato. Con la situazione militare ormai in stallo (con i reparti di Misurata e Zintan il premier Sarraj potrebbe contare su circa 1.500 mezzi vari contro i 560 di Khalifa Haftar, le cui file sono nutrite da molti mercenari e che si trovano assai lontane dalle loro basi dell' est) rimane l'interrogativo di fondo sulle ragioni della mossa dell'uomo forte della Cirenaica, che non riscuoterebbe l'assenso di Egitto e Emirati, suoi alleati storici.
MANIFESTAZIONE IN LIBIAMANIFESTAZIONE IN LIBIA

In particolare, secondo fonti diplomatiche, colpisce l'improvviso voltafaccia del generale dopo i risultati dell'incontro di fine febbraio ad Abu Dhabi con Sarraj. Un vertice voluto in particolare dagli Usa, preoccupati anche per le possibili instabilità in Algeria e in Tunisia e decisi a tornare a occuparsi del caso Libia.

L'incontro negli Emirati, avvenuto alla presenza dell'ambasciatore Usa in Libia, Peter Bodde, avrebbe delineato un accordo di massima che prevedeva un passo indietro di Sarraj e la costituzione di un consiglio di presidenza con tre componenti, uno per ognuna delle regioni libiche, coordinato da un garante. Uno scenario che avrebbe dovuto costituire la base del vertice di Gadames ma che al principale sponsor di Haftar, la Francia, non sarebbe risultato particolarmente gradito.

TRA I PICK-UP CHE DIFENDONO TRIPOLI "PER HAFTAR AEREI E SOLDI DEI SAUDITI"
Francesco Semprini per “la Stampa”

LIBIA - MILIZIE DI HAFTARLIBIA - MILIZIE DI HAFTAR
«Questi pick-up sono nuovi, anche le mitragliatrici sono di recente fabbricazione». Abdel Bas Shiwa mostra il bottino delle ultime vittorie messe a segno dalle forze di al Serraj ai danni dei miliziani di Haftar. Una parata di mezzi e armi tirate a lucido, «cache di munizioni arrivati in questa parte della Libia poche settimane prima dell' offensiva su Tripoli ordinata dal generale».

I rilievi sul campo giungono lo stesso giorno in cui funzionari sauditi hanno rivelato al «Wall Street Journal» che Riad si era impegnata in finanziamenti milionari per sostenere la marcia su Tripoli da parte di Haftar. «L' Arabia saudita ha promesso di pagare decine di milioni di dollari per contribuire a finanziare l' operazione», riferiscono le fonti spiegando che l' offerta è giunta «giorni prima» dall' inizio delle ostilità, il 4 aprile, e alla visita che il generale ha compiuto a Riad il 27 marzo incontrando re Salman bin Abdulaziz Al Saud.
SOLDATI IN LIBIASOLDATI IN LIBIA

Ed è sempre di ieri la notizia, diffusa da media libici, di due aerei cargo provenienti dagli Emirati rilevati dai satelliti sulle piste dello scalo di Bengasi. Sebbene non vi siano conferme sui contenuti dei velivoli, la notizia desta timori, perché interpretata come una sorta di catena di rifornimenti a sostegno delle attività belliche di Haftar in Tripolitania, proprio nel momento in cui il generale e i suoi alleati stanno perdendo spinta.

Lo confermano i pick-up sequestrati dal 1° battaglione di Zawia comandato da Shiwa, tutti rigorosamente Toyota beige maculato e tutti con pochi chilometri. «Adesso - spiega - li pitturiamo di nero e li usiamo noi». L'offensiva di Haftar sulla città a 40 chilometri ad ovest di Tripoli è stata per ora arginata così come in altri punti caldi del risiko che ha tenuto banco nei giorni passati.
petrolio libiaPETROLIO LIBIA

Uno di questi è Ain Zara il punto di scontro più vicino al centro di Tripoli: è li che ci troviamo mentre un convoglio militare giunge ad alta velocità. Un combattente scende con fare deciso dall' ultimo mezzo, è vestito di nero, ha il volto coperto e imbraccia un kalashnikov. Ferma il traffico per far passare mezzi pesanti diretti a rinforzare le trincee di prima linea, mentre un checkpoint blindato segna il punto di non ritorno.

In lontananza si sentono sporadici scambi di fuoco, mentre l' artiglieria pesante resta silenziosa in questo sobborgo della capitale. Diverso è il clima in altre aree alle pendici di Tripoli, come l' aeroporto internazionale bersagliato dall' aviazione di Haftar, così come Wadi Rabea e Tajiura dove è stato distrutto un cache di armi del Gna. Nella notte tra giovedì e venerdì, invece, colpi di artiglieria di Haftar hanno raggiunto un' area abitata a Suwani provocando vittime tra i civili.

SARRAJ HAFTAR MACRONSARRAJ HAFTAR MACRON
I dispacci dal fronte segnalano tuttavia una novità assoluta, l' allargamento della linea di fuoco nell' estremo ovest del Paese, a Zuwara città a ridosso del confine tunisino popolata prevalentemente dalla minoranza berbera degli Amazigh, da sempre ostile al generale. I caccia della Cirenaica hanno raggiunto il campo di Abdel Samad, non lontanissimo dall' impianto Eni di Mellitha. «Le attività a Mellitah proseguono regolarmente. - spiega la società che gestisce la struttura in joint venture con la Compagnia petrolifera nazionale (Noc) - Le azioni militari di cui si è parlato sono avvenute a più di 25 chilometri di distanza dalle strutture operative ed erano dirette ad una vecchia caserma delle milizie di Zwara».

haftar serrajHAFTAR SERRAJ
Per alcuni si tratta di arrembaggi approssimativi, tentativi di allargare il cerchio e disorientare attuati da un' armata (quella del generale) che sta mostrando limiti e che forse è in attesa di rinforzi e rifornimenti provenienti da fuori. Da Bengasi si fa sentire il procuratore militare del Lna con un ordine di arresto a carico di Serraj, del vicepremier Omar Maetig e di altri esponenti civili e militari di Tripoli, considerati autori di «gravi crimini». Ordine che arriva nel giorno in cui il presidente del consiglio per i Diritti umani dell' Onu, Coly Seck, afferma che l' uso di minori-soldato, come quelli catturati dalle forze governative, «è un crimine inaccettabile».

Accuse che si sono sollevate ieri da piazza dei Martiri a Tripoli, quella della rivoluzione, dove migliaia di persone si sono radunate sventolando il tricolore libico e gridando la loro rabbia contro il «traditore Haftar» e i suoi alleati, «Francia in testa». Fonte: qui

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