DI MAIO GONFIA IL PETTO: “ABBIAMO COMBATTUTO PER L’ONESTÀ”
FICO LO RIPORTA CON I PIEDI PER TERRA: “NON CI SARÀ UN'ALLEANZA CON LA LEGA A LIVELLO REGIONALE O EUROPEO: LA NOSTRA IDENTITÀ DEVE RIMANERE”
DI BATTISTA ANNUNCIA IL RITORNO A NATALE: “MI MANCA LA BATTAGLIA.
ITALIA 5 STELLE A CIRCO MASSIMO, DI MAIO: 'ABBIAMO COMBATTUTO PER ONESTÀ'
Da www.ansa.it
Da un palchetto delle agorà una portavoce pentastellata incalza gli astanti: "Qui oggi dobbiamo cambiare l'Italia". Arriva trionfante il vicepremier Di Maio: "Stasera dopo tre ore di Cdm posso dirvi che nel decreto fiscale non ci sarà nessuno scudo e nessun condono". Così Luigi Di Maio da palco di Italia 5 Stelle accolto dagli applausi del pubblico.
"Ce l'abbiamo messa tutti in questi tre giorni e non per combattere qualcuno ma per affermare un principio: l'onestà". "Stiamo al governo e ancora riempiamo le piazze. Continuiamo a inondare le istituzioni di brava gente". Lo ha detto Luigi Di Maio, vicepremier e capo politico M5s, dal palco 5 Stelle del Circo Massimo a Roma. Il fatto, ha proseguito il leader M5s è che "molti di voi che oggi sono qui alla prossima Italia 5 Stelle potrebbero essere nuovi sindaci o europarlamentari".
Sul palco palloncini per ricordare l'addio ai vitalizi. A ricordare il lavoro dei gruppi parlamentari i capigruppo di Camera e Senato Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli che hanno incitato la base ad applaudire tutta la schiera dei parlamentari M5s. Anche il presidente della Camera Roberto Fico nel suo intervento ricorda l'abolizione dei vitalizi dei parlamentari: "Sembrava un obiettivo irraggiungibile, impossibile: abbiamo lavorato tutti insieme e siamo arrivati ad un risultato. Ma il punto non è tanto la questione economica ma una più profonda, significa riparare una ferita che il popolo italiano sentiva verso le istituzioni" ha detto Fico. "Non è che alle elezioni ci sarà un'alleanza con la Lega a livello regionale o europeo: la nostra identità deve rimanere": così il presidente della Camera dice no all'allenza con la Lega alle amministrative.
"Tutte le voci devono avere un grande rispetto e noi oggi non ci dobbiamo mai dimenticare chi eravamo ieri; questo è uno dei punti fondamentali perché spesso si arriva nei Palazzi e ci si accomoda" afferma il presidente della Camera ricordando come, fino a non molto tempo fa era il M5S a portare davanti a Montecitorio le istanze dei cittadini. "E oggi le porte di Montecitorio sono aperte a tutti", sottolinea Fico.
Non manca neanche Alessandro di Battista che annuncia "Tornerò a Natale, abbiamo già fatto il biglietto. Vediamo poi che succederà. Non pensavo che mi mancasse così tanto la battaglia". Una decisione che dice di non rimpiangere nonostante le battaglie che si è "perso in Italia". Nonostante tutto, commenta, "ho preso la decisione giusta..".
Non manca la sua analisi della situazione: "I panni sporchi si lavano in casa? Non è detto: io voglio essere informato delle cose o questioni strane che accadono in cdm e che spero siano risolte al meglio. Lo voglio sapere come cittadino che vota. Luigi ha dimostrato da quale parte sta, dalla parte dell'onestà intellettuale". dice in collegamento dall'America Latina . "Vedere che c'è qualcuno che si incazza perché c'è qualcosa che non va? Ma viva la faccia!" aggiunge.
Un palco rotondo al centro dello spazio che consente alle persone di circondarlo e circolargli liberamente intorno e due grandi schermi sullo sfondo che amplificano l'immagine di quanti vi salgono. È' l'innovazione della nuova edizione di Italia 5 stelle, la festa nazionale del Movimento che riporta la kermesse a Roma, al circo Massimo dove già aveva festeggiato nel 2014. Il nuovo allestimento di Italia 5 stelle è stato ideato per festeggiare con gli iscritti il passaggio al governo del paese. E come il Movimento ci è arrivato.
Quattro grandi padiglioni raccontano la storia del movimento: le origini, le "stelle" nelle istituzioni e le "stelle" al governo, ovvero le tre fasi del Movimento nato alle origini nelle piazze e nei gazebo, entrato poi in parlamento e poi al governo. Ognuno dei padiglioni è indicato con una gigantografia, rispettivamente, di Beppe Grillo al primo V Day per le origini, di Alessandro di Battista per raccontare la fase della battaglia all'opposizione nella scorsa legislatura e di una piazza gremita da cui si innalzano lettere giganti che formano la scritta "governo 5 stelle" per la fase attuale.
In questi spazi viene raccontata la storia del Movimento. Un padiglione con la gigantografia di Gianroberto Casaleggio serve invece come luogo di incontro per raccontare il progetto del Movimento in prospettiva: si chiama "Il futuro, Rousseau 2050". Lì si raccontano i progressi e i piani per la realizzazione della democrazia diretta. Oltre i padiglioni ci sono poi le agorà il cui accesso è garantito anche alle persone con disabilità.
Sono tre aree in cui cittadini e rappresentanti nelle istituzioni discutono di programmi attuati e da realizzare. Tutti i parlamentari portano una maglietta gialla che li rende riconoscibili al pubblico, essendo per lo più " portavoce" al primo mandato e quindi ancora poco conosciuti. Tutto intorno i servizi , con i gazebo che vendono gadget, i punti di distribuzione di acqua pubblica, ristoranti, bar.
IL FLOP DI «ITALIA 5 STELLE» POCA GENTE ALLA FESTA E CASALEGGIO SI NASCONDE
Domenico Di Sanzo per “il Giornale”
Due chilometri e mezzo. Questa la distanza tra la piazza pentastellata di Italia 5 Stelle e il cuore del potere del «governo del cambiamento». Dal Circo Massimo, teatro della kermesse grillina, a Palazzo Chigi, campo di battaglia di un consiglio dei ministri decisivo per il futuro dell' esecutivo. Alla fine, la «pace armata» c' è stata. Lo ha annunciato lo stesso Luigi Di Maio, appena arrivato a Italia 5 Stelle, in serata, aizzando la folla al grido di «Onestà! Onestà!».
Tutto il corollario allestito dalla task force eventi del M5s ha il sapore di un ritorno al passato. Proprio nella giornata più difficile per la tenuta dell' alleanza con la Lega. Nei gazebo, le pareti sono tappezzate di storia grillina: dal primo V-Day di Bologna del 2007, con Grillo trascinatore indiscusso, la fondazione del Movimento due anni dopo, le prime elezioni regionali del 2010 con percentuali da prefisso telefonico, lo tsunami tour del 2013. Fino all' arrivo in Parlamento, alla fine della campagna elettorale di cinque anni fa.
Nel menù dei punti «ristoro» l' unica traccia di carne è nella pizza con la mortadella.
C' è anche una scelta vegan friendly, tutto all' insegna del rispetto dell' ambiente. Con i punti distribuzione dei bicchieri plastic free e le fontanelle di acqua disseminate in tutto il Circo Massimo. Di Maio, quando sale sul palco dopo «tre ore di consiglio dei ministri», rivendica «il record di presenze, già dal sabato» ottenuto in questa edizione di Italia 5 Stelle. Per tutta la giornata, in verità, lo scenario è piuttosto desolante.
È difficile trovare qualcuno che non abbia il badge con su scritto «stampa» oppure «parlamentare» o ancora «regionale» o «sindaco».
Nonostante la volontà di un ritorno alle origini «movimentiste», sul pratone romano vanno in scena riti tipici della politica tradizionale. Eletti locali che cercano di accreditarsi con gli onorevoli di Montecitorio e Palazzo Madama, futuri candidati alle Europee (così si definisce una signora, votazione online permettendo) che vanno a stringere le mani di deputati e senatori. Le Agorà, che dovrebbero essere spazi di partecipazione riservati al dibattito tra attivisti e consiglieri regionali, sono semivuote. L'unico vero «richiamo della foresta» delle origini è l' antipatia verso i giornalisti. La Repubblica, Il Giornale e Libero i più odiati.
E tra i capisaldi del Movimento del 2009, secondo le voci che si rincorrono, starebbe per crollare anche la regola del doppio mandato. Gli attivisti chiedono, i «portavoce» tentennano. «Di Maio non può smettere di fare politica» è il ragionamento esemplare delle alte sfere, pochi militanti sono d' accordo.
Prima dell' arrivo della squadra «ministeriale» guidata da Di Maio, l' unica star di giornata è Davide Casaleggio. Il figlio del fondatore, presidente dell' Associazione Rousseau, si fa vedere solo nel primo pomeriggio. Alle 15 interviene a un dibattito sul tema «Diventare cittadini digitali. Nuovi diritti, nuovi doveri», ma ieri si era già fatto vedere alla Camera accompagnato dal suo ex dipendente Pietro Dettori.
Solite visioni sulla partecipazione e «il superamento della democrazia rappresentativa», si parla di «dialogare con le foreste e gli algoritmi». Con i giornalisti che lo inseguono all' interno e all' esterno del padiglione «Rousseau» nemmeno una parola. Il capo della Casaleggio e Associati scappa via dal Circo Massimo assediato da microfoni e telecamere. Poi, finito l' assalto dei cronisti, rientra nell' arena. Un paio di selfie, due chiacchiere con qualche attivista e via di nuovo. A chi domanda se si fida di Matteo Salvini risponde con un silenzio gelido. Giù il sipario.
I MILITANTI BOCCIANO SALVINI «È UN FALSO, C' È SOLO SAN LUIGI»
Domenico Di Sanzo per “il Giornale”
Mancano ancora più di due ore all' arrivo di Luigi Di Maio sul palco.
Ma, a un certo punto, a prendersi la scena è un attivista siciliano che esibisce un cartello, abbandonandosi alla vanità delle luci dei flash di fotografi e curiosi. La scritta recita: «40% punto e basta». «Ho portato questo messaggio - dice - perché noi in un futuro dovremmo governare da soli, noi siamo alternativi alla Lega, spero che la prossima volta vadano col centrodestra e noi da soli dobbiamo arrivare al 40%».
Mentre tra la sabbia, il prato e gli stand, sgattaiolano i parlamentari al gran completo, da Emilio Carelli e Gianluigi Paragone, ai capigruppo di Camera e Senato Francesco D' Uva e Stefano Patuanelli, il messaggio dell' attivista siciliano sembra essere molto condiviso dalla «base» grillina.
Quello con la Lega di Salvini è un «matrimonio d' interesse» spiega un militante di Aprilia, provincia di Latina. Antonio, da Napoli, precisa: «Salvini è un falso, io credo solo in San Luigi». Il mantra suona così: «La stella polare è solo il contratto di governo, Salvini deve rispettare il contratto, noi e la Lega siamo alternativi». Clara, anche lei dalla provincia di Napoli, dice di avere sempre votato a sinistra e, prima del M5s, per l' Italia dei Valori. Poi attacca: «Non mi piacciono i suoi modi, Salvini fa leva sulla paura, lui ha bisogno di un nemico: prima erano i meridionali, ora sono gli immigrati».
«Noi il condono non lo mandiamo giù - è il messaggio fatto recapitare al Capitano da Bonaria, attivista pesarese - a me Salvini non piace». Al Circo Massimo, la «base» proviene quasi tutta da una militanza di sinistra delusa. Votavano per il Pci, i Ds, anche il Pd oppure i Radicali e l' Idv. Leggevano Repubblica da sempre, poi sono passati a comprare Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio: «L' unico giornale libero - è il coro ripetuto - a Repubblica scrivono solo fregnacce».
La maggioranza di loro non sopporta Salvini «per la sua arroganza», molti altri non condividono le politiche economiche della Lega, quasi nessuno si fida di lui. L' unico riferimento è il «contratto», evocato continuamente nei capannelli di attivisti che si aggrappano a Di Maio e alla sua «sincerità».
All' ingresso del gazebo sulle politiche europee, troneggia il simbolo di Efdd, a Bruxelles gruppo del M5s, di cui fa parte il partito del populista britannico Nigel Farage. Lì davanti c' è chi ipotizza «un prossimo M5s europeo» e riferisce di «contatti con la Romania e la Bulgaria». Ma la sintesi la fornisce Alfredo, dalla provincia di Lecce: «Io ero 5 Stelle pure quando ero di sinistra».
Fonte: qui
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