DI MAIO AFFIANCA SALVINI E SFIDA L' UE "DECIDA SULLA NAVE O BASTA CONTRIBUTI"
Andrea Carugati per “la Stampa”
Luigi Di Maio si schiera a fianco del collega vicepremier Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti. E rilancia con un missile diretto a Bruxelles: «Se domani (oggi, ndr ) alla riunione della Commissione europea non si decide nulla sull' imbarcazione e sulla redistribuzione dei migranti, io e tutto il M5S non siamo più disposti a dare 20 miliardi all' anno all' Unione europea».
Il capo del M5S sceglie dunque «la linea dura» con l' Ue, anche perché «in questi mesi abbiamo visto come funzionano la linea morbida e quella dura». Un punto di vista su cui «il governo è compatto», ribadisce, ottenendo l' applauso di Salvini.
E pazienza per l' attacco del leader leghista al presidente della Camera Roberto Fico, che si era smarcato a favore dello sbarco dei 150 migranti rimasti a bordo.
«Il presidente della Camera ha molto tempo per parlare, ogni tanto dice e fa cose contrarie agli altri esponenti di governo, sia della Lega che del M5S», l' attacco di Salvini. Che suscita la reazione della ministra grillina per il Sud Barbara Lezzi («Nessuno deve impartire lezioni alla terza carica dello Stato»), ma non scuote l' asse tra i due vicepremier.
Salvini alza le spalle rispetto a un possibile intervento del Quirinale: «Non temo assolutamente nulla. Ho la coscienza più che a posto». E anche su una possibile indagine per sequestro di persona: «Se mi vogliono indagare mi presento e spiego le mie ragioni.
Se mi arrestano? Gli italiani stanno con me, chiedono ordine, io non retrocedo e non mi dimetto». «Quelli a bordo sono tutti illegali, io voglio applicare il sistema "No Way" australiano», rigidissimo verso chi chiede di sbarcare e non ha i titoli.
Pressing di Onu e associazioni
La linea del Viminale non cambia per tutta la giornata. Nonostante il pressing dell' Unhcr, che «esorta il governo italiano a consentire gli sbarchi» e la tensione nel porto dove un folto gruppo di manifestanti (controllato dalle forze d' ordine in tenuta antisommossa) si è gettato per terra impedendo ad un furgone della polizia di accedere alla zona di sicurezza. «Siamo tutti clandestini - hanno urlato -. Siamo tutti antifascisti».
Poco distante, a rendere la situazione ancora più calda il presidio di Forza Nuova. Intanto la preoccupazione sulla salute dei migranti è confermata anche da chi, come il parlamentare radicale Riccardo Magi e il consigliere siciliano Claudio Fava, sono saliti a bordo della Diciotti.
Magi ha raccontato di un colloquio con il comandante Massimo Kothmeir: «Mi ha detto di aver ricevuto dal ministero delle Infrastrutture il via libera allo sbarco, e di aver appreso solo sui social del no di Salvini. Ha dovuto chiedere indicazioni al comando generale, una situazione mai vista». Magi annuncia un esposto alla procura di Catania per sequestro di persona.
Dal ministero della Difesa si ribadisce che la materia è di competenza del dicastero dei Trasporti, ma arriva l' invito a «non lasciare soli i nostri militari». Piena convergenza sulla linea di pressione verso Bruxelles portata avanti dai due vicepremier.
Pd all' attacco
Al Viminale l' auspicio è che arrivino risposte concrete «entro 48 ore» dall' Unione europea. «In Italia non sbarca più nessuno a meno che l' Europa non si svegli, faccia la sua parte e cominci ad accogliere come abbiamo fatto noi in questi anni», l' affondo di Salvini.
Da Berlino arriva la conferma di alcuni contatti in corso tra Paesi europei sul caso della Diciotti. «La Germania disponibile ad accogliere? Ci aspettiamo però che anche altri Stati membri partecipino all' azione di accoglienza», spiega un portavoce del ministro dell' Interno tedesco.
Dal Pd Paolo Gentiloni attacca Salvini: «L' Australia anni fa ha schierato le forze armate per fermare i barconi. Ma il Parlamento e il governo italiano non hanno mai preso una decisione del genere. Quello di Salvini è un abuso di potere».
NESSUN MESSAGGIO DAL LEADER M5S, FICO DELUSO
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
È stato il primo ad aprire una breccia nel muro e dopo di lui, nel chiedere umanità e una soluzione per i migranti della Diciotti, sono arrivati in tanti. Le parole di Roberto Fico, e il duro scontro con Matteo Salvini, fanno uscire il Movimento da un silenzio che segnalava, sia pure subliminalmente, un dissenso rispetto alle modalità d' azione del vicepremier o quantomeno un imbarazzo.
Se la strategia era defilarsi e parlare d' altro, il presidente della Camera l' ha infranta, rivendicando la necessità di rispettare la dignità umana. Ma nella messe di messaggi pubblici e privati di solidarietà, dopo l' attacco di Salvini, ne mancano alcuni che il presidente della Camera si aspettava: quello di Luigi Di Maio, che preferisce rilanciare la sfida all' Europa; quello di Danilo Toninelli, «fisso al telefono» dalla Costa Azzurra ma non sul numero di Fico; e quello dei capigruppo dei 5 Stelle.
Francesco D' Uva, anzi, spiega: «Ai media e alle forze d' opposizione fa più comodo spostare l' attenzione sulla questione migranti per mettere da parte le responsabilità dei Benetton-Autostrade per l' Italia sulla tragedia di Genova».
Eppure Fico, nonostante la delusione per la mancata difesa dei vertici, può dirsi soddisfatto, perché ha tenuto fede alle sue posizioni critiche, anche se, come sempre, mai di rottura. E perché ha incassato il sostegno di molti esponenti del Movimento. C' è Paola Nugnes, che dopo l' intervista al Corriere, lancia l' hashtag #robertoficoèilmovimento. Ma c' è anche un ministro, come Barbara Lezzi.
Che si rivolge al vicepremier: «Caro Salvini, l' Italia ha fatto il suo dovere salvando i migranti. Restando doverosa la pretesa di condivisione europea, nessuno deve impartire lezioni alla terza carica dello Stato circa la prerogativa di esprimere legittime posizioni».
Elena Fattori aggiunge: «Salvini non ha nessun diritto di obiettare sulle dichiarazioni del presidente della Camera. Solidarietà a Fico». E Andrea Colletti, un altro che non ha paura di parlare a voce alta, va oltre la solidarietà per attaccare direttamente il ministro dell' Interno: «Invece di blaterare, farsi selfie e dirette Facebook, Salvini inizi a rendere più efficienti le commissioni territoriali per il riconoscimento delle protezioni internazionali».
E poi ci sono Mirella Liuzzi e un drappello di campani, proprio come Fico. C' è Luigi Gallo, da sempre vicino al presidente della Camera, ma si espongono anche neoparlamentari come Gilda Sportiello: «La decisione di non far sbarcare le persone dalla Diciotti non può appartenermi, non può appartenere al mio Movimento».
E come la napoletana Doriana Sarli. Che attacca: «Di Maio sta facendo un ottimo lavoro ma sui diritti civili subiamo un' impostazione leghista che sta fomentando odio e paura. Cosa stiamo diventando?». Domanda che più di uno nel Movimento si sta ponendo.
Fonte: qui
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