IL GOVERNO DI DAMASCO (CON L'AIUTO DELL’IRAN) MANDA LE TRUPPE AD AFRIN, ROCCAFORTE CURDA, ASSEDIATA DALLE BOMBE TURCHE
LA MOSSA IMBARAZZA PUTIN CHE ORA SI RITROVA IN MEZZO A UNA FAIDA TRA DUE ALLEATI
ISRAELE APPROFITTA DEL CAOS E FINANZIA I RIBELLI ANTI-ASSAD NEL GOLAN
PUTIN ERDOGAN SAN PIETROBURGO
Gli sviluppi ad Afrin complicano ancora una volta i piani di Putin in Siria ed Israele è pronta ad approfittarne per mettere in difficoltà Damasco. Ieri un convoglio di milizie alleate del governo di Bashar al-Assad è arrivato nel capoluogo del cantone curdo, assediato da tre lati dall' esercito turco e dai ribelli arabi schierati con Ankara. La situazione per i guerriglieri dello Ypg sta diventando insostenibile.
Afrin è isolata dal resto dei territori curdi e può essere rifornita solo attraverso le zone sotto controllo governativo. I curdi hanno perso mille uomini e hanno chiesto aiuto ai governativi, che pure sono loro avversari in altre zone. Ma nell' area vicina ad Aleppo è diverso.
PUTIN ASSAD
Gli appelli dei curdi sono stati raccolti da milizie sciite locali, come quelle di Nabal e Zahraa, che hanno combattuto accanto allo Ypg contro i ribelli islamisti appoggiati dalla Turchia durante la battaglia di Aleppo. Teheran, su loro richiesta, ha fatto pressione su Damasco. Assad ha risposto che preferiva far intervenire l'esercito regolare, a patto che i combattenti dello Ypg deponessero le armi. Ma poi ha ceduto e ha lasciato affluire le milizie sciite. Quest'ultimo sviluppo ha mandato su tutte le furie la Turchia.
NETANYAHU
Erdogan ha discusso con Putin e ha ribadito che l'esercito turco «continuerà la sua avanzata verso Afrin». Se i miliziani filo-Assad sosterranno i guerriglieri curdi dell' Ypg, ha minacciato, «ci saranno conseguenze». Cioè il rischio di uno scontro diretto fra forze turche e governative, come mai è successo in sette anni di guerra.
Putin è così costretto a scegliere fra Turchia e Iran. Può ostacolare l' offensiva turca se nega l' accesso allo spazio aereo siriano all' aviazione di Ankara. Ma rischia di spingere Erdogan a ricucire l' alleanza con gli Stati Uniti, incrinata proprio dall' appoggio a curdi da parte di Washington. Del passo falso approfitta Israele. Dal 2013, quando è cominciato l'intervento di Hezbollah e dei Pasdaran, ha compiuto un centinaio di raid contro depositi e convogli di armi iraniane.
CURDI A RAQQA
Ma ora il suo intervento è più diretto: nell'area del Golan, è emerso, appoggia con armi e finanziamenti sette gruppi ribelli anti-Assad. Netanyahu aveva chiesto ai russi una zona "senza iraniani" profonda 60 km. Ne ha ottenuta una di soli 5 km. E ora passa alle contromisure.
Siria, Mosca riconosce l'uccisione di cinque russi nel raid Usa
Si moltiplicano le testimonianze. Reuters: "200 tra uccisi e feriti". Le vittime facevano parte di Wagner, una compagnia privata militare vietata dalla legge
dalla nostra corrispondente ROSALBA CASTELLETTI
MOSCA - La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha riconosciuto che almeno cinque russi hanno perso la vita nel raid statunitense della scorsa settimana a Deir el-Zor in Siria. “Voglio ribadire ancora una volta – ha aggiunto – che non stiamo parlando di personale militare russo”. È la prima volta che Mosca ammette la presenza in Siria di cittadini russi che non fanno parte del contingente militare ufficiale. Da tempo numerose inchieste denunciano il dispiegamento in Siria di mercenari, il cui uso però è vietato dalla legge russa.
I numeri. “Non parliamo di 400, 200, 100 e neppure di 10”, ha precisato Zakharova liquidando le informazioni su “centinaia di morti” come disinformazione. Secondo medici militari interpellati dall’agenzia di stampa Reuters, sarebbero invece circa 300 i mercenari rimasti uccisi o feriti. Se confermato, si tratterebbe della perdita più alta per la Russia dai combattimenti in Ucraina e dello scontro più letale tra Russia e Stati Uniti dai tempi della guerra fredda. Quanto basterebbe a far esplodere una nuova grave crisi internazionale tra Mosca e Washington. I feriti, secondo le testimonianze raccolte da Reuters, sono stati portati in Russia a bordo di almeno tre voli militari tra venerdì e lunedì e sono ora in cura presso quattro ospedali militari.
Le testimonianze. Il Conflict Intelligence Team (Cit), che da anni indaga sulle attività russe militari sotto copertura, è finora riuscito a identificare otto vittime: sette cittadini russi e un ucraino. Alcuni erano ex veterani del conflitto in Est Ucraina che hanno deciso di andare a combattere in Siria per “patriottismo” o “nazionalismo”. Come Aleksandr Potapov, 54 anni, che aveva combattuto in Cecenia. «Diceva: “Putin è impegnato nella battaglia giusta. Sta uccidendo i combattenti dell’Isis”», ha raccontato il suo fratellastro all’agenzia di stampa Associated press. Altri non avevano alcuna esperienza militare, ma erano allettati dalla paga vantaggiosa, come Igor Kosutorov, un 45enne di Asbest, negli Urali.
I mercenari di Wagner. Wagner è il nome di una compagnia militare privata che ha operato in Ucraina e in Siria. Benché la legislazione russa vieti l’uso di “Chastnje Voennye Kompaniji” (ChVK), diverse inchieste hanno denunciato i suoi legami con il Cremlino. Wagner è guidata da Dmitrij Utkin che compare in una foto al fianco di Vladimir Putin durante un ricevimento al Cremlino nel dicembre 2016. Ed è legata alla società “Evro Polis” di Evgenij Prigozhin, il re della ristorazione soprannominato “il cuoco di Putin” per la sua vicinanza con il presidente. Secondo le stime del sito di notizie Fontanka.ru e del (Cit), circa 3mila dipendenti di Wagner sarebbero stati in Siria tra il 2015 e il 2017, quasi quanto il contingente ufficiale di 4mila militari. E almeno 73, secondo Fontanka.ru, o 101, secondo il Cit, sarebbero morti, mentre il conto ufficiale dei caduti è fermo a quota 41.
Le reazioni. La presenza di numerosi russi tra le vittime del raid statunitense sta suscitando molte polemiche in Russia perché dimostra non solo che Mosca continua a essere coinvolta militarmente in Siria nonostante l’operazione sia stata dichiarata ufficialmente finita, ma anche che la Siria rischia di trascinare le due superpotenze in un nuovo conflitto diretto. Per il senatore Franz Klintsevitc, ex vicepresidente della Commissione sicurezza e difesa del Consiglio della Federazione russa, si tratta di “un’aggressione” statunitense senza precedenti. Mentre Grigorij Javlinskij, candidato alle presidenziali del partito liberale Jabloko, ha chiesto in un comunicato: “Perché cittadini russi partecipavano a operazioni militari in Siria nonostante le dichiarazioni ufficiali sul ritiro delle forze armate russe e la fine della guerra civile in Siria? La minaccia di un confronto militare diretto accidentale o deliberato, tra Russia e Usa, aumenta”.
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