9 dicembre forconi: Il colosso Hna in crisi di liquidità

mercoledì 31 gennaio 2018

Il colosso Hna in crisi di liquidità

La conglomerata cinese rischia un credit crunch da 2,4 mld e avverte i creditori. 
Il primo azionista di Deutsche Bank pronto a cedere asset. E guarda alla Via della Seta per ingraziarsi il governo
Il colosso cinese Hna ha ammesso davanti ai propri creditori di avere problemi di liquidità. Un ammanco che nel primo trimestre dell’anno dovrebbe ammontare a circa 2,4 miliardi di dollari (ossia 15 miliardi di yuan). Il che vuol dire che la conglomerata, primo azionista di Deutsche Bank davanti al fondo statunitense BlackRock, potrebbe essere costretta a posticipare il pagamento di debiti per 65 miliardi di yuan in scadenza nei primi tre mesi dell’anno. Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, rappresentanti del gruppo, fondato nel 1993 partendo dalla compagnia aerea Hainan Airlines, hanno spiegato la situazione ai principali creditori e a funzionari governativi in una riunione a porte chiuse che si è svolta la scorsa settimana. Già nelle scorso settimane, comunque, Chen Feng, fondatore del gigante che spazia dal trasporto aereo alla finanza al turismo, nel corso di un’intervista, non aveva negato i problemi legati al gran numero di acquisizioni e fusioni fatte negli ultimi anni, nonostante, si è giustificato, nello stesso tempo l’economia cinese abbia attraversato un periodo di transizione, contraddistinta da un rallentamento della crescita, che ha avuto ripercussioni sulla possibilità del gruppo ad accedere a nuova finanza. Nonostante le difficoltà, Chen aveva comunque detto di nutrire fiducia sulla capacità dell’azienda di proseguire su uno sviluppo sostenibile. Da mesi, però, Hna è nel mirino della vigilanza cinese, che ha esortato le banche a verificare l’esposizione verso la conglomerata e verso altri grandi gruppi privati, nonché delle authority di alcuni Paesi in cui ha interessi e opera, come gli Stati Uniti e la Svizzera, per via di dubbi sulla struttura societaria, che la dirigenza a cercato di fugare.
Per recuperare liquidità Hna ha quindi avviato un programma di cessioni, dopo la campagna di investimenti in Uber, nell’elvetica Dufry, nella statunitense Igram Micro e negli hotel Hilton. Il processo è già iniziato. La scorsa settimana il gruppo ha annunciato un accordo con Blackstone per la cessione di una proprietà a Sydney. In vendita è anche il 29,5% detenuto nel gruppo Nh Hotel, dossier per il quale i cinesi hanno ingaggiato Jp Morgan e Benedetto, Gartland and Company. Nei giorni scorsi è inoltre spuntata l’ipotesi di portare in borsa la società svizzera di handling Swissport; prima però si attende l’esito della quotazione a Zurigo della società di catering a bordo Gategroup, che potrebbe avvenire in primavera, in marzo o aprile, 
I debiti a breve e medio termine del gruppo ammontano, allo scorso novembre, a 637,5 miliardi di yuan, in crescita del 36% rispetto al 2016. Il maggiore creditore è la China Development Bank, seguita dalla Export-Import Bank, Da Bank of China, Dalla Agricoltural Bank, da Icbc, dalla China Construction Bank e dalla Bank of Communication.
Intanto per rientrare nelle grazie del governo Hna sta virando verso settori che rientrano nell’iniziativa Belt &Road per il rilancio della via della Seta. «Contiamo di poter trarre beneficio dall’accostarci alle politiche di sviluppo decise dal governo», ha ammesso nei giorni scorsi Kevin Guo Ke, presidente di Cwt International e amministratore delegato di Hna Innovation Group, controllata nata a marzo 2017, prima della stretta sui conti, e specializzata nella logistica, nel commercio e nella finanza nei 64 Paesi toccati dalla rete infrastrutturale tra Asia e Europa voluta da Pechino.

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