THREAD DI JACOPO IACOBONI
Dal profilo Twitter di Jacopo Iacoboni
MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA'
Ho ritrovato
questo reperto (grazie a una mia amica):
sia Salvini sia il M5S avevano chiesto a Conte di NON firmare la riforma del Mes. il M5S anche rese pubblica per iscritto la richiesta. La versione di Conte non pare inattaccabile.
DI MAIO CONTE SALVINI
Il 20 giugno, Camera e Senato approvarono una risoluzione a doppia firma, Lega e M5S, che impegnava l’Avvocato del Popolo a NON firmare quella riforma del Mes.
Non so, mi pare che politicamente qui la versione di Lega e M5S sia più consistente di quella di Conte. La cosa assai divertente è che dal lato Lega, il testo fu firmato da Molinari e Romeo, dal lato M5S da D’Uva e indovinate chi? Patuanelli
LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI
Sì, quello che i filo-Pd e filo-Conte vorrebbero piazzare al posto di Di Maio. Ma come, piace tanto al Pd uno più sovranista di Di Maio??? Con questo ovviamente io non sto dicendo di essere d’accordo nel merito con Lega e M5S: la mia è la posizione opposta, antisovranista.
GIUSEPPE CONTE ANGELA MERKEL
Ma ciò non m’impedisce di riconoscere che quella battaglia antiMes l’hanno sempre fatta. E non capisco perché Conte lo neghi. Anzi, lo capisco Conte si trova messo dinanzi al fatto che, da premier sovranista, agiva già nell’ordine di idee di una operazione successiva: quella del governo Conte2. Curioso, e riduce di molto le colpe di Salvini nel suicidio sulla fine del Conte1.
TRIA SCARICA CONTE SUL MES: ''SI CONGRATULÒ CON ME DOPO L'ACCORDO SUL TRATTATO RAGGIUNTO A GIUGNO''. MA NON PUÒ DIRE CON CERTEZZA CHE SALVINI E DI MAIO AVESSERO CAPITO DI COSA SI PARLAVA: ''IMMAGINO CHE I DUE VICEPRESIDENTI DEL CONSIGLIO FOSSERO INFORMATI DEL BUON RISULTATO''
AMMETTE CHE LA PRIMA FORMULAZIONE SAREBBE STATA UN DISASTRO PER L'ITALIA: ''ALLA FINE ABBIAMO SPUNTATO UN BUON COMPROMESSO''
MOAVERO CONTE TRIA
«Ricordo il giugno scorso, quando si definì l' accordo su una bozza di riforma del Mes da sottoporre al summit dei giorni successivi. Si trattava di tradurre in un testo definito l' accordo che era stato raggiunto nel dicembre precedente. Le trattative andarono avanti fino all' alba a Bruxelles perché il mandato era quello di non cedere su una questione non secondaria: alcuni Stati volevano che si prevedesse che le metodologie specifiche per valutare la sostenibilità dei debiti sovrani fossero rese pubbliche.
Per noi era inaccettabile perché significherebbe aprire una corsa a valutazioni prospettiche anche fantasiose su un tema per noi di stretta competenza della Commissione che è un organo politico. Ci opponemmo e la spuntammo. Nelle prime ore del mattino mi arrivò la telefonata di Conte che si complimentò per il risultato raggiunto. Immagino che i due vicepresidenti del Consiglio fossero informati del buon risultato».
TRIA DI MAIO SALVINI CONTE
Giovanni Tria, ministro dell' Economia nell' anno difficile del governo gialloverde, ha lasciato i conti dell' Italia in ordine e non vuole neppure prendere in considerazione la bagarre sollevata da Salvini e da Giorgia Meloni a colpi di «interessi nazionali» e addirittura di «alto tradimento».
Che effetto le fanno le critiche in Parlamento?
«Si dovrebbe capire in Italia, ma anche negli altri paesi, che l' interesse nazionale si difende mostrando che esso coincide con gli interessi dell' Europa e delle altre nazioni. Non è nell' interesse di nessuno né creare difficoltà alla gestione del debito in Italia, né ostacolare la gestione di una crisi bancaria in Germania. Gli effetti devastanti cadrebbero in ogni caso anche sugli altri paesi per le interdipendenze delle economie. La riforma del Mes non ci danneggia. Ed è meglio che ci sia il Mes piuttosto che non ci sia, anche se noi non abbiamo bisogno di essere salvati».
DI MAIO SALVINI
Professor Tria,come andò la trattativa?
«Il tema di rafforzare il Mes nacque essenzialmente con l' idea di introdurre anche il cosiddetto backstop, cioè un paracadute per rafforzare la capacità di intervento sulle crisi bancarie con risorse aggiuntive da utilizzare quando quelle del Single resolution fund fossero terminate. Si trattava di una esigenza sostenuta da tutti.
Alcuni paesi del Nord tuttavia posero delle contropartite in termini di revisione del trattato istitutivo del Mes per noi inaccettabili».
Quali?
CONTE E TRIA
«In particolare due. La prima era il conferimento al Mes di più poteri in caso di crisi rispetto a quelli della Commissione; la seconda era la previsione di regole di ristrutturazione dei debiti sovrani in caso di richiesta da parte degli Stati di un intervento di sostegno. Ciò era inaccettabile perché si sarebbe rischiato di rendere plausibile l' idea che la ristrutturazione di un debito sovrano potesse avvenire. Ci opponemmo ad entrambe queste richieste e la spuntammo perché si è affermata la ragionevolezza della nostra posizione, peraltro sostanzialmente condivisa anche dalla Commissione».
Fu difficile?
«Sì, non fu una impresa facile».
Come proseguì il negoziato?
«Il negoziato si sviluppò nell' autunno del 2018, quando la nostra legge di Bilancio ebbe grossi problemi con l' Europa e la nostra posizione negoziale era assai debole per i riflessi sui mercati finanziari. Andò tuttavia meglio nel giugno scorso, quando l' accordo di massima fu tradotto in un articolato: in quella fase eravamo più forti, stavamo varando un aggiustamento di bilancio strutturale e in Europa eravamo più credibili e riuscimmo ad evitare formulazioni inappropriate e pericolose».
Conte era informato?
TRIA MOSCOVICI
«Costantemente come è ovvio».
Oggi come giudica quell' accordo?
«Soddisfacente. Poteva essere migliore ma qualsiasi istituzione è frutto di un negoziato tra molti governi». Fonte: qui
Nessun commento:
Posta un commento