IL SOSPETTO CHE I RAGAZZI DOVESSERO SVOLGERE, DIETRO RICOMPENSA, IL RUOLO DI MEDIATORI PER CONTO DI ALTRE PERSONE
CHE FINE HA FATTO IL REVOLVER CALIBRO 38 USATO PER UCCIDERE SACCHI?
LUCA SACCHI FESTEGGIATO DA ANASTASIYA
Altro che pochi spicci o al massimo 2mila euro. Lo zainetto di Anastasia Kylemnyk era pieno di soldi. Circa 60mila euro per l’acquisto – mai portato a termine – di una partita ingente di marijuana, che senza ombra di dubbio era destinata allo spaccio. Perché una cifra del genere non viene messa insieme per comprare un po’ di erba da fumare con la comitiva di amici.
Le indagini sull’omicidio di Luca Sacchi fanno emergere nuovi dettagli in merito alla trattativa che è partita prima del ferimento mortale del personal trainer 24enne. Gli ultimi dettagli acquisiti dagli investigatori sembrano delineare un quadro ben più ampio – e articolato – su come sia nata la compravendita e non è escluso, a questo punto, che sia dietro al gruppo di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, che dietro a quello della vittima possano esserci state altre mani e altri interessi.
ANASTASIYA KYLEMNYK. LUCA SACCHI
Tutto da verificare ancora. Per il momento c’è solo una somma ingente di denaro che un gruppo di ragazzi appena ventenni non potrebbe aver messo insieme solo per trascorrere una serata al di sopra delle righe. Chi sta portando avanti le indagini è abbastanza convinto di arrivare a sciogliere il nodo in tempi brevi.
Nei prossimi giorni saranno condotti dai carabinieri del Ris degli esami irripetibili sui reperti rinvenuti non sul luogo del delitto: la mazza da baseball, lo zainetto di Anastasia che la Squadra Mobile ha trovato tra le sterpaglie a Tor Bella Monaca, il bossolo nascosto in un guanto di lattice blu. Anche se potranno raccontare poco sull’omicidio potrebbero rivelare altri dettagli utili alle indagini e sul contesto nel quale è maturato l’agguato.
ANASTASIYA KYLEMNYK
Il pm Nadia Plastina, titolare del fascicolo, non esclude che Luca, Giovanni Princi, Anastasia, individuati dai testimoni amici del pasticcere di Casal Monastero come i «quattro interessati a comprare droga», potessero agire per conto di terze persone. Princi avrebbe ricoperto il ruolo di “ponte” per la trattativa, conoscendo almeno uno degli intermediari di Del Grosso, Valerio Rispoli.
Proprio l’entità della cifra ha fatto sorgere negli inquirenti il sospetto che i ragazzi potessero essere stati dei mediatori che avrebbero dovuto essere ricompensati, anche perché sono incensurati. Finiti al centro di un affare ben più grande di loro e del quale, probabilmente, non avevano neppure ben chiare le proporzioni. Per il momento Del Grosso e Pirino non sono ancora stati interrogati dai magistrati. In sede di interrogatorio di garanzia, subito dopo il fermo, avevano deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Tanti i punti da chiarire: che fine hanno fatto i soldi? Ma soprattutto il revolver calibro 38 usato da Del Grosso contro Sacchi?
“LUCA SACCHI NON CONOSCEVA QUEI PUSHER”, LA VERITA’ SULL’OMICIDIO NEI TELEFONI
PER LA PROCURA DI ROMA NON EMERGONO CONTATTI DIRETTI O RECENTI TRA LA VITTIMA E I SUOI KILLER
LUCA, INOLTRE, NON FACEVA USO DI DROGHE.
E ALLORA QUAL E’ STATO IL SUO RUOLO QUELLA SERA?
È STATO PLAGIATO DAI SUOI AMICI?
ERA A CONOSCENZA DELLA PRESUNTA COMPRAVENDITA DI DROGA (MAI PORTATA A TERMINE)?
SI ERA PRESTATO, A PROTEGGERE COME BODYGUARD LA FIDANZATA E IL SUO AMICO?
LUCA SACCHI
Potrebbe essere stato protagonista di una storia che alla fine l'ha trasformato in vittima ignara o nella quale non era pienamente coinvolto. Le analisi parziali finora condotte sui tabulati e sui telefoni sequestrati dai carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci escludono che Luca Sacchi il personal trainer freddato da un colpo di revolver calibro 38, la sera del 23 ottobre scorso di fronte il John Cabot pub nel quartiere Appio Latino avesse contattato i suoi killer, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. Con il passare dei giorni, il profilo del giovane diventa sempre più chiaro agli inquirenti che indagano sul contesto in cui ha preso forma il suo omicidio.
LUCA SACCHI FESTEGGIATO DA ANASTASIYA
Per la Procura di Roma, tuttavia, il quadro non è ancora chiaro: dalle prime verifiche non emergono contatti diretti o recenti tra la vittima e i due giovani arrivati all'Appio a bordo di una smart fourFour. Luca, inoltre, come poi hanno confermato gli esami tossicologici in sede di autopsia, non faceva uso di droghe. «Luca non faceva uso di stupefacenti e non spacciava», spiega l'avvocato della famiglia Sacchi, Armida Decina. E la sua non è un'affermazione dettata dal ruolo che ricopre. Quel che manca però è delineare con esattezza il ruolo del personal trainer durante quel terribile mercoledì sera.
LUCA SACCHI FUNERALI
Luca è stato plagiato dai suoi amici? Era a conoscenza della presunta compravendita di droga (mai portata a termine)? Si era prestato, per via del suo aspetto, la sua passione per le arti marziali a proteggere come bodyguard la fidanzata e il suo amico di scuola Giovanni Princi che pare avesse attivato il canale per l'acquisto di droga o ne era completamente ignaro?
LUCA SACCHI FUNERALI
Ad oggi le certezze ancora troppo poche escludono contatti tra lui e i due giovani di Casal Monastero rinchiusi nel carcere di Regina Coeli. Ci sarebbe una copia forense del cellulare della vittima e dei contatti (tra chiamate, messaggi e numeri salvati in rubrica) nelle mani dei magistrati a dirlo. Ma l'assenza di contatti telefonici tra Sacchi, Del Grosso e Pirino non risolve il caso.
LE ANALISI
ANASTASIYA KYLEMNYK. LUCA SACCHI
Intanto le analisi vanno avanti. Nei prossimi giorni saranno svolte delle perizie irripetibili, affidate ai Ris dell'Arma, su alcuni oggetti rinvenuti sul posto e dopo l'omicidio. La mazza da baseball, il bossolo rinvenuto dentro un guanto di lattice blu, lo zaino che avrebbe indossato Anastasia Kylemnyk, la fidanzata di Luca, che avrebbe contenuto i soldi per l'acquisto di marijuana e che è stato gettato poi da Del Grosso e Pirino in un area incolta di Tor Bella Monaca.
PAOLO PIRINO
A questi esami i legali della famiglia Sacchi hanno chiesto di partecipare mentre hanno nominato due super consulenti per delineare con esattezza il delitto in cui ha perso la vita il personal trainer. Le nomine sono state depositate dagli avvocati di parte, Armida Decina e Paolo Salice, in Procura e a far luce sul caso quando arriverà il momento di analizzare i reperti saranno i criminologi Nicola Caprioli e Ilaria Magnanti. Il primo in passato, tra i tanti casi, ha lavorato nell'omicidio della sedicenne Noemi Durini, pugnalata e sepolta viva sotto le pietre dal fidanzato in provincia di Lecce. La Magnanti dal centro studi di criminologia di Viterbo annovera nel suo trascorso il recupero di Rudy Guede.
LA VERITÀ
VALERIO DEL GROSSO
Il signor Alfonso e la signora Tina, genitori di Luca, vogliono solo una cosa: conoscere la verità che si cela dietro quella sera. Dopo la morte di Luca, ripetono i familiari, Anastasia a distanza di qualche giorno non si è più vista. Non ha preso parte al funerale inviando, su consiglio del suo avvocato e dei genitori, un solo messaggio al padre del suo fidanzato: «Ho appreso dai giornali la notizia dei funerali e ci avevo pensato molto ma con tutto il clamore mediatico che si è creato intorno a questa tragedia, ho valutato di non venire». Quando l'uomo le ha risposto chiedendole il motivo del suo silenzio, la ragazza non ha più risposto. Mentre Giovanni Princi pare abbia preso parte al rito a bordo di una delle moto che hanno sfilato di fronte la chiesa prima dell'inizio della cerimonia. La madre di Luca lo ha riconosciuto perché il ragazzo indossava un giubbotto che il figlio gli aveva prestato.
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